Ieri, 29 marzo 2018, dalle ore 8:30 alle ore 13:00 presso il Distretto Asl di Marcianise in Piazza Carità, Open Day per la prevenzione. Tutte le donne che hanno un’età compresa tra i 25 e i 65 anni potevano effettuare il Pap test. Inoltre per i cittadini tra i 45 e 75 anni era possibile ritirare il kit per il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Lo screening è un’azione di sanità pubblica con la quale popolazione sana di un determinato territorio in età giudicata a rischio è sistematicamente invitata dalla propria azienda sanitaria a sottoporsi gratuitamente ad esami preventivi. L’obiettivo è individuare la malattia tumorale quando è all’inizio e non dà disturbi o addirittura, come per il Pap-test, prima che si sviluppi il tumore vero e proprio. Le prossime date dell’Open Day sono: 26 aprile, 31 maggio, 28 giugno, 26 luglio, 27 settembre, 25 ottobre, 29 novembre. Gli orari sono sempre dalle 8.30 alle 13.00 durante i quali si potrà effettuare lo screening anche senza prenotazione e senza la richiesta del medico.
Lo screening per la diagnosi precoce del cancro del collo dell’utero si rivolge alle donne residenti in Campania e garantisce percorsi di qualità gratuiti in tutte le fasi. Il cancro del collo dell’utero (o della cervice uterina) è al secondo posto nel mondo, dopo quello della mammella, tra i tumori che colpiscono le donne (fonte: I numeri del cancro in Italia 2016 – Ministero della Salute). I fattori che contribuiscono all’insorgenza del cancro, sono il fumo di sigaretta, le abitudini sessuali, la presenza in famiglia di parenti stretti con questo tumore, una dieta povera di frutta e verdura, l’obesità. Il test impiegato nello screening per il cancro del collo dell’utero è il Pap-test che deve essere effettuato da tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni, ogni tre anni.
Secondo le prove scientifiche disponibili è questo infatti, l’intervallo di tempo che rende massimi i benefici dello screening. Il Pap-test consiste in un prelievo di una piccola quantità di cellule del collo dell’utero, eseguito strofinando sulle sue pareti una spatolina e un tampone.
Le cellule prelevate, dopo essere state sottoposte a un particolare processo chimico, vengono analizzate al microscopio per valutare la presenza di alterazioni, che possono essere indice di una trasformazione in cellule tumorali. Se il Pap-test non evidenzia nessuna anomalia, la donna viene invitata a ripetere l’esame dopo tre anni. Se il Pap-test risulta positivo, vale a dire nei casi in cui l’analisi al microscopio mostra la presenza di cellule con caratteristiche pre-tumorali o tumorali, il protocollo dello screening per il cancro del collo dell’utero prevede l’esecuzione di esami di approfondimento. In primo luogo la donna è invitata a eseguire una colposcopia. Si tratta di un esame che permette la visione ingrandita della cervice uterina. In tal modo il medico è in grado di confermare la presenza di lesioni pretumorali o tumorali e valutarne l’estensione. Alla colposcopia può far seguito una biopsia, cioè un prelievo di una piccola porzione di tessuto anomalo da sottoporre a un’analisi che confermi definitivamente le caratteristiche esatte della sospetta lesione. A breve, partirà anche nella Regione Campania il test di screening basato sulla ricerca del virus HPV per le donne da 30 anni in su. L’adesione puntuale ai programmi di screening (in particolare il rispetto degli intervalli prefissati), aumenta notevolmente le probabilità di individuare lesioni a uno stadio di sviluppo molto precoce. Ciò consente, il più delle volte, di interrompere il cammino della lesione verso il tumore avanzato, con un piccolo intervento chirurgico. L’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia, negli ultimi dieci anni è diminuita di quasi il 25%, proprio grazie agli effetti positivi dello screening, del trattamento precoce, nonché della vaccinazione anti HPV.
Il cancro del colon-retto è una neoplasia spesso conseguente ad una evoluzione di lesioni benigne polipi adenomatosi, che si trasformano in un periodo molto lungo (dai 7 ai 15 anni) in forme maligne. Il cancro del colon-retto è, nella popolazione nel suo complesso, il secondo tumore più frequente rappresentando il 13% di tutti i tumori diagnosticati (fonte: I numeri del cancro in Italia 2016 – Ministero della Salute). Il test di screening utilizzato è il test del sangue occulto nelle feci, eseguito ogni 2 anni nelle persone tra i 50 e i 74 anni. L’esame si effettua raccogliendo con la spatolina contenuta nel Kit (distribuito gratuitamente dalla propria ASL, dal medico di medicina generale e presso le farmacie) una piccolissima quantità di feci e poi inserendola nella provetta, che verrà riconsegnata negli stessi punti di raccolta. Tale test ricercherà eventuali tracce di sangue non visibili a occhio nudo. Non è necessario seguire restrizioni dietetiche prima della sua esecuzione. La presenza di tracce di sangue può essere un indizio della presenza di forme tumorali oppure di semplici polipi benigni che, però in futuro, possono degenerare, pertanto è indispensabile eseguire la colonscopia come successivo esame di approfondimento. Nel caso di positività all’esame del sangue occulto nelle feci, i programmi di screening prevedono l’esecuzione di una colonscopia come esame di approfondimento. La colonscopia è gratuita se effettuata all’interno del percorso di screening organizzato nelle strutture della propria ASL. La colonscopia permette di esaminare l’intero colon retto. Oltre a essere un efficace strumento diagnostico, la colonscopia è anche uno strumento terapeutico. Nel caso venisse confermata la presenza di polipi, consente, infatti, di rimuoverli nel corso della stessa seduta.