Ecco il racconto-sfogo di una cittadina di Marcianise, L.D.S. che ieri ha scritto questo post su facebook: “Dopo pranzo ho portato i cani a fare una passeggiata, zona Loriano dopo lo stadio. Nella seconda strada dopo lo stadio ( non ricordo il nome) il mio cane si è soffermato ad annusare in una busta, io sono andata per spostarlo la busta era semiaperta e c’era una cane morto all’interno. Ora mi domando non so questo cane com’è è morto o chi lo ha messo li ma vorrei dire a queste persone se lo avete amato come avete fatto a buttarlo come immondizia? Ma non vi fate schifissimo da soli? Ora qualcun’altro dovrà farsi carico di togliere quella povera anima da quel marciapiede cosa che spettava a voi? . Spero che quella bestia che ha fatto questo legga e rimedia e dia una degna sepoltura a quell’essere indifeso”.
In questi casi è sempre opportuno contattare la polizia municipale o il servizio veterinario della Asl per far rimuovere animali morti. Questo anche per evitare eventuali contagi di malattie. Torna di attualità, in casi come questi, ma anche di abbandoni o smarrimento di animali domestici, di un più attento controllo dell’obbligo del microchip che eviterebbe casi come questi e permetterebbe una immediata identificazione dei proprietari. Il microchip è un circuito integrato applicato nel tessuto sottocutaneo di un cane, gatto, o di un altro animale. I microchip sono delle dimensioni circa di un chicco di riso e sono basati su una tecnologia passiva RFID. Il proprietario o il detentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare dal veterinario l’animale entro il secondo mese di vita tramite l’inoculazione del microchip e contestualmente richiedere il rilascio del certificato di iscrizione in anagrafe, che costituisce il documento di identità e che deve accompagnare il cane in tutti i suoi trasferimenti di proprietà.
