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Il PalArti di Capodrise rilegge Sparaco senza amarcord

Sale stracolme! Cittadini, artisti, critici, curatori, storici dell’arte, galleristi, ma anche presidi, insegnanti, studenti. L’altra sera, le pareti del Palazzo delle Arti a stento sono riuscite contenere le persone e le emozioni nel doppio appuntamento su Andrea Sparaco, seconda tappa del progetto “Pittori di Capodrise nell’arte Campana e oltre”.

Mentre si accende una sigaretta. Di spalle, solo, in galleria a Milano. Il suo studio in via Mazzocchi, a Caserta, che fu laboratorio di pensiero e bottega per decine di artisti. Sono alcuni degli scatti di Andrea Sparaco che il Palazzo delle Arti di Capodrise esporrà fino al 30 novembre nello Spazio espositivo permanente di via Giannini. Quindici fotografie di un uomo attento ed emotivo, intimo e pubblico, alle quali è stata aggiunta una straordinaria collezione di opere e di aforismi grafici. Al vernissage, il 10 novembre, ha partecipato una folta delegazione di studenti, di docenti e di dirigenti scolastici (tra cui, Maria Belfiore) dei cinque istituti che, con il Comune, hanno firmato il protocollo d’intesa, riconoscendo il Palazzo “Presidio culturale territoriale”: ossia, il liceo artistico “Buccini” di Marcianise, il liceo artistico “Righi Nervi” di Santa Maria Capua Vetere, il liceo scientifico e classico “Quercia” di Marcianise, l’istituto comprensivo “Cavour” di Marcianise e l’istituto “Gaglione” di Capodrise.

L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da un incontro-dibattito e dalla proiezione, in anteprima nazionale, de “Lo studio di Andrea” del regista Alessandro Musone. Il corto, che a dicembre andrà in tour nelle scuole, ha cristallizzato il racconto delle persone più care a Sparaco: un documento inedito e struggente per rileggere l’uomo e poi l’artista. In sala, tra gli altri, la moglie, donna riservata e discreta, il fratello Pino, la figlia Marina, il nipote Vittorio Zamuner, il sindaco Angelo Crescente, l’assessore alla Cultura, Antonella Moratta, Musone, Michelangelo Giovinale, direttore artistico della rassegna “In cerca del padre”. E ancora: il presidente del consiglio comunale, Tommaso Fattopace, assessori, consiglieri e tante persone che con Sparaco hanno trascorso momenti intensi di vita e che hanno arricchito la serata con aneddoti e ricordi. A Marina gli studenti del liceo artistico di Santa Maria hanno consegnato il bozzetto di un abito realizzato su disegni di Sparaco, il primo di un progetto del laboratorio di moda e costume ispirato all’artista. Hanno impressionato gli occhi di questi ragazzi incollati allo schermo, i loro sguardi e i sorrisi immortalati fra le opere, nei numerosi scatti fotografici che hanno invaso i social.

A sei anni dalla morte, la riflessione critica su Andrea Sparaco è appena iniziata: la sua produzione è vastissima, tra dipinti, papier collé, pannelli, disegni, istallazioni e “pizzini dell’anima” e rappresenta una fonte preziosa per rileggere la storia dell’arte in Terra di Lavoro. Ma anche per raccogliere la sua eredità, comprenderla, liberarla dalle troppe sovrastrutture e trasmetterla alle nuove generazioni. «La mostra, il dibattito e la proiezione – ha chiarito Giovinale – non volevano, certo, essere un evento celebrativo. È stato un voler ripartire dalla fine: un’occasione di confronto per chi sente la necessità di interrogarsi, in chiave futura, sull’uomo e sull’artista». La mostra, inserita nella rassegna “In cerca del padre”, è visitabile fino al 30 novembre: il martedì, il giovedì e il sabato, dalle 16:30 alle 18:30. Come per tutti gli eventi della rassegna, l’ingresso è gratuito.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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