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Tre installazioni dello scultore Michelangelo Cice in mostra oggi e domani nel cortile del Comune di Marcianise

Oggi e domani, 7 e 8 ottobre, nel Cortile del Comune di Marcianise, in via Roma, nell’ambito della “Festa dei nonni”, si terrà una mostra con le sculture del marcianisano Michelangelo Cice. Insieme a lui proporrano le proprie opere Raffaele Mezzacapo, Pietro Farina e Antimo Restivo. Cice esporrà in particolare tre studi installazioni decori urbani e una donna in bronzo. Michelangelo Cice, 65 anni, vive e lavora a Marcianise. Usa professionalmente per le sue sculture: l’acciaio, ferro, bronzo, pietra tufacea e quella dura, marmo, argilla e legno. Nel panorama scultoreo di Michelangelo Cice numerosi suoi lavori sono costituiti da assemblaggi materici che restano una testimonianza vivissima di un assiduo impegno del suo senso plastico. Il ferro e l’acciaio si prestano a composizioni ricche di genuinità di sentimenti che non interdicono mai la via della comprensione delle forme rappresentate ma, in queste, racchiudono un significato assoluto. La dinamica dei grandi segni materici proiettati con delle forme surreali dentro uno spazio, trova in Cice un itinerario emotivo offerto dallo scultore come “ricerca della verità”. Alla sua abbondante produzione appartengono opere come “Ritratto di uomo egizio”, una serie di pezzi dedicati alla “Ricerca della verità” e il “Cavallo innamorato”, tutti lavori ispirati a vibranti tematiche umane e sociali eseguite con accenti di cruda evidenza plastica. Sono opere animate da una grandiosa e crucciata energia che s’addensa, per così dire, in alcune parti delle composizioni e che racchiude, nelle linee chiaroscurali, un tipico repertorio decorativo percorso da moti sciolti e pieghevoli.

Ecco cosa scrive di Cice lo storico dell’arte e critico Luca Palermo: “Avvicinatosi giovanissimo alla lavorazione della materia, lo scultore Cice elabora nelle sue prime creazioni una realtà plastica che fa costantemente riferimento alla sua terra d’origine, proponendo soggetti e tematiche legate al mondo contadino, alla fatica e alle emozioni di un momento storico lontanissimo nel tempo, ma ancora vivo nella memoria dell’artista. Il passaggio dalla lavorazione di materie “povere” come la terra, la pietra e l’argilla, ad un costante utilizzo del ferro e dell’acciaio, è testimonianza del desiderio di Michelangelo Cice di sperimentare. Modellare il ferro, materia fredda, senz’anima e restituirgli dignità scultorea, plastica ed emozionale non è cosa facile, ma Michelangelo Cice lo fa con grande maestria e con profonda passione arrivando ad esiti vicini, anche se non facilmente accostabili, alla produzione in ferro ed acciaio di un altro grande artista lucano di origine, ma campano di adozione come Riccardo Dalisi. La materia plasmata dal Cice è materia grezza, pura, con i suoi pregi e i suoi difetti, senza alcuna pulizia o levigatura, la cui lavorazione restituisce sempre opere di grande impatto senza rischiare di cadere in una facile retorica o in un qualunquismo scultoreo di facile mercato”.