A volte diventano modi di dire, come quello di Carlo Ponzi e del suo ormai famoso “schema” o casi da prima pagina, come quello di Bernard Madoff o di Gianfranco Lande (il “Madoff dei Parioli”, condannato per aver truffato diversi personaggi dell’alta borghesia romana, tra chirurghi, parlamentari, e attori).
Spesso, invece, i casi di frode economico-finanziaria non guadagnano nemmeno l’onore di una riga, pur restando un problema serio e all’ordine del giorno.
Per quanto può apparire ovvio, è interessante notare come esista una correlazione piuttosto evidente tra frodi e congiuntura economica. Un’indagine di PwC del 2014 riporta infatti una crescita globale del fenomeno pari al 3% in più rispetto all’anno precedente. Nell’Italia, in recessione, aumenta del 6%. Da una lettura superficiale sembra facile leggere tra le righe che nelle difficoltà e nell’insicurezza c’è terreno fertile per le frodi e le truffe.
Le truffe finanziarie più pericolose e ricorrenti utilizzano quasi sempre le medesime modalità. Si tratta di schemi da tempo “collaudati”, che sembrano aver trovato una nuova linfa con la diffusione di internet.
La tipologia di truffa finanziaria più frequente è sicuramente il cosiddetto “schema piramidale” detto anche “schema Ponzi”, per una delle truffe più eclatanti di tutti i tempi ideata agli inizi del novecento.
Lo schema Ponzi è un’attività truffaldina nella quale chi entra per primo ottiene ritorni economici sorprendenti a spese dei successivi “investitori”. Si tratta, in parole povere, di una specie di catena di Sant’Antonio, nella quale vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli investitori mediante il denaro apportato dai nuovi soggetti che hanno aderito allo schema successivamente ai primi.
Le principali caratteristiche dello schema Ponzi sono:
- la “falsa” possibilità di realizzare ingenti guadagni in poco tempo e con poco rischio,grazie all’operato di un “mago della finanza”;
- una documentazione fumosa, parzialmente coperta da un immotivato ‘segreto’ o caratterizzata da investimenti speculativi “complessi”;
- un grosso numero di partecipantinon competenti in materia finanziaria o che hanno riposto una grande fiducia personale nell’organizzatore del sistema, messi insieme, in molti casi, grazie ad un meccanismo di passaparola;
Il gioco funziona fino a quando resta elevata la capacità di attrarre nuovi partecipanti. Quando, invece, il nuovo denaro in entrata non riesce più a coprire gli interessi promessi a coloro che già sono coinvolti nello schema, il circuito si blocca, manifestando la sua natura di truffa. Si manifestano così i primi problemi nel pagamento delle somme a cui si ha diritto, ma a questo punto, spesso, è già troppo tardi. Il truffatore è sparito o ha già fatto sparire tutti i soldi.
L’avidità, “madre di tutti i mali”, può accecare gli investitori, togliendogli la lucidità necessaria per comprendere che certe promesse di guadagno sono semplicemente troppo belle per essere vere.
Infatti, il grande successo delle truffe finanziarie non deriva solo dalla scaltrezza dei truffatori ma, in generale, anche dal comportamento negligente dell’investitore che, accecato da un’eccessiva bramosia di guadagno, non si sofferma a chiedersi la ragione dei lauti interessi promessi. Truffatore e truffato sono attori di uno stesso gioco.
La difesa più efficace rispetto a questi fenomeni sta nel comportamento del risparmiatore stesso, il quale deve sempre:
- confrontare i rendimenti“promessi” con quelli offerti nello stesso periodo sul mercato e chiedere le ragioni concrete di un eventuale scostamento rilevante dei guadagni attesi;
- diffidare dagli investimenti “a rischio zero e guadagno elevato”;
- indagare, anche attraverso l’utilizzo di banche dati private (Borsa Italiana, ABI, Consob, OCF, ecc.) le caratteristiche dello strumento finanziario proposto ed la regolarità del soggetto che lo propone;
- acquisire una conoscenzaquanto più possibile estesa dei prodotti offerti, anche attraverso l’attenta lettura della documentazione disponibile che dobbiamo sempre richiedere;
- effettuare sempre i pagamentiattraverso strumenti tracciabili intestati all’intermediario finanziario (Banca\Compagnia assicurativa) o a se stessi.
Le truffe finanziarie diventano ancora più pericolose se vengono poste in essere da soggetti non autorizzati.
A questo proposito, bisogna premettere che la prestazione di servizi d’investimento, in considerazione della delicatezza dell’attività, è una attività riservata ad operatori autorizzati i quali devono essere costantemente vigilati dagli organi competenti ed iscritti in appositi albi pubblici, previa verifica dei necessari requisiti.
Già solo operare senza le prescritte autorizzazioni è contrario alla legge, a prescindere che si pongano o meno in essere truffe. Questi casi di abusivismo, nella realtà di tutti i giorni, sono più frequenti di quello che possa sembrare. Ciò è anche dovuto alla recente larghissima diffusione di internet che, rendendo facilmente accessibili i canali di contatto, permette di pubblicizzare, proporre e concludere investimenti (attraverso siti web, e-mail, banner, ecc.) in modo semplice e veloce. E’ bene, quindi, affidarsi sempre a professionisti del settore abilitati e riconosciuti.
Vademecum_ABI_contro_le_truffe
Vincenzo Delle Curti
3396781090
vincenzo.dellecurti@pfafineco.it