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Dalla Getra di Marcianise 150mila euro alla fondazione Open di Renzi: la rivelazione de “Il Fatto Quotidiano”

Poche settimane fa la fondazione Open, nata per sostenere l’attività politica di Matteo Renzi, ha chiuso il bilancio: il Fatto Quotidiano lo ha esaminato a fondo, dai finanziamenti ricevuti alle voci di uscita. Cioè che emerge è che nell’anno del referendum i contributi incassati sono quadruplicati, superando quelli ricevuti dall’intero Pd. Arrivano da armatori (Moby), deputati e immobiliaristi, ma metà dei quasi 2 milioni di euro giungono da donatori anonimi. Per quanto riguarda le spese il paradosso: nel periodo più caldo della campagna referendaria la fondazione Open stipula 26 contratti a progetto, proprio quelli che il Jobs Act si proponeva di eliminare. A finanziare nel 2016 la fondazione Open di Matteo Renzi sono state 48 aziende e associazioni che hanno versato in tutto un milione di euro e 63 persone fisiche che hanno contribuito con 900 mila. «Poi – aggiunge Mattia Feltri sul Fatto Quotidiano – ci sono 5.800 euro arrivati tramite Pay Pal, contributi classificati come “non identificabili”. Ma i donatori che accettano di essere identificabili sono pochi. Tra questi 150.000 euro arrivarono dal Gruppo Getra di Marcianise, arrivati in due tranche l’11 giugno 2016. Per il Fatto Quotidiano i motivi del gesto verso la fondazione Open sono palesi: «Renzi è andato a visitare gli stabilimenti dell’azienda produttrice di trasformatori elettrici (100 milioni di fatturato) a Marcianise. E il presidente Marco Zigon ha dichiarato che “l’ampliamento degli stabilimenti è stato reso possibile dalla virtuosa collaborazione tra azienda, istituzioni e Invitalia”». Il giornale diretto da Marco Travaglio ritorna sull’argomento ieri con un articolo di Vincenzo Iurillo.