“Sto bene. Ma l’ho scampata per poco…” Così il marcianisano Salvatore Marino da Barcellona ha fatto sapere tramite Facebook le su condizioni per tranquillizzare parenti e amici che erano in apprensione nelle prime ore in cui si è diffusa la notizia degli attentati nella città spagnola. Marino, che è professore presso la Facoltà di Geografia e Storia dell’Universitat de Barcelona (l’università centrale della città catalana), era passato per La Rambla, il viale di Barcellona lungo un chilometro e quattrocento metri che collega Plaça de Catalunya con il porto antico, giusto 5 minuti prima dell’attentato. Marino era diretto all’aeroporto per andare in Francia.
Di seguito, invece, la testimonianza di Massimiliano Guglielmi, segretario provinciale della Fiom Cgil e residente a Capodrise, il cui figlio vive proprio a Barcellona: “E questa volta, il “terrore” arriva fin dentro la mia casa. Sono attimi tremendi. I km di distanza tra te e la persona che ami, si impongono con tutta la forza violenta. Una forza paragonabile solo a quella di un pugno che ricevi all’ improvviso, in volto. Ti aggrappi al cellulare e speri, già dal secondo squillo, in una risposta. Fortunatamente per me e per la mia famiglia, questa risposta è arrivata. Purtroppo, da oggi e ancora un’ altra volta, molte voci si sono spente e dall’altro capo del telefono non si potrà più ascoltare quel “pronto?” che tanto fa bene al cuore di chi può avere una persona cara…lontano”.
Nell’attentato dell’altro ieri, sono morte tredici persone, tra cui un bambino spagnolo di 3 anni, e centoventi i feriti di almeno 34 diverse nazionalità, di cui 17 molto gravi. Tra i morti della Rambla ci sono anche due italiani: Bruno Gulotta, 35 anni, di Legnano, che era in vacanza nella città catalana con la moglie e i due figli piccoli. E Luca Russo, 25 anni, di Bassano del Grappa (Treviso), che era a Barcellona con la fidanzata Marta Scomazzon, rimasta ferita e ancora ricoverata per alcune fratture. Altri due nostri connazionali feriti lievemente (uno dei due è Gennaro Taliercio, operaio di 33 anni originario di Pozzuoli, in provincia di Napoli). Nell’elenco delle persone uccise a Barcellona anche l’italoargentina Carmen Lopardo.