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Daniele, giovane marcianisano appassionato di “Parkour”: disciplina acrobatica per superare ostacoli in ambiente urbano

Oggi ci occupiamo di Daniele Moretta, giovane e talentuoso marcianisano che da tempo pratica il Parkour (abbreviato: PK). Daniele ha solo 17 anni ed ha appena terminato il quarto anno scolastico presso l’ “ISIS Galileo Ferraris” di Marcianise, indirizzo Elettrotecnico. I suoi studi non gli hanno impedito di investire tempo ed energie, nella sua passione per Il PK.
“Il Parkour è un’arte sviluppatasi in Francia agli inizi degli anni 90′ per scopi militari, fu utilizzata inizialmente come una vera e propria arte di combattimento/sopravvivenza per riuscire a scavalcare ostacoli molto più velocemente degli avversari. Successivamente David Belle coniò il termine “Parkour” per quest’arte e la modificò facendola diventare uno sport. Creò tutti i trick basilari che conosciamo oggi, man mano con l’avanzare degli anni, questo sport si é evoluto sempre di più fino alla creazione del Free Running, un’arte nella quale si superano gli ostacoli nel modo più spettacolare possibile. Infine sono stati uniti dei trick che uniscono sia il Parkour che il Free Running” ci spiega Daniele.
Prosegue, raccontando il suo approccio iniziale a tale disciplina: “Il Parkour è uno sport che mi ha interessato già subito, in tenera età. A dodici anni mi ci avvicinai grazie ad alcuni video in rete e grazie ad alcuni amici che già lo praticavano. Così decisi di volerlo praticare anch’io. Inizialmente mi allenai solo attraverso esercizi fisici, per poter sostenere un allenamento di Parkour. All’età di 15-16 anni cominciai a praticarlo ed a imparare sempre di più fino ad oggi, dove posso dire che sono fiero dei miei, seppur piccoli in confronto ai quelli dei grandi traceur, traguardi raggiunti.”
Al momento Daniele è autodidatta, nell’apprendere le varie tecniche relative a questo sport.
Sulla possibilità di proseguire nella disciplina, investendovi professionalmente, sostiene: “In verità sarebbe il mio ‘sogno nel cassetto’ ma visto che quasi tutti i migliori Traceur hanno cominciato da bambini a praticare questo sport, credo sia molto complicato rendere questa disciplina il mio lavoro. Ciò non toglie che proverò a raggiungere questo mio obbiettivo. Il PK essendo molto spettacolare, invoglia tutte le “teste calde” ad avvicinarsi. Ma per appassionarsi in modo definitivo bisogna avere un’agilità, un istinto di esplorazione e di libertà molto elevato (come nel mio caso) poiché il Parkour è una disciplina che insegna, in un certo senso, proprio a superare le nostre paure ed a migliorare noi stessi, la libertà del nostro corpo ed il nostro spirito libero.”

Clicca qui per vedere “Video 1” e “Video 2

Tina Raucci

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Alfonso Alberico - Marcianise