Un famoso giudice antimafia diceva che “l’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa.”
Tutti noi, per la nostra natura umana, abbiamo emozioni primarie innate che ci portano ad essere razionalmente imperfetti e di conseguenza a provare continue emozioni, dalla paura alla gioia, dall’amore all’odio. Le emozioni fanno sì che qualsiasi scelta compiremo nella vita abbia un minimo di irrazionalità, anche la scelta migliore.
Comportarsi in maniera irrazionale, però, non significa comportarsi in modo sconsiderato, ma significa semplicemente provare degli stati d’animo che vanno ad influire sul nostro processo decisionale, allontanandolo, chi più chi meno, da quello perfettamente e teoricamente razionale.
L’emozione che più influisce sulle nostre decisioni è la paura, precisamente la paura di provare dolore, di perdere qualcosa o qualcuno. La paura è una, se non la più forte, delle emozioni che maggiormente condiziona le nostre scelte e quindi la nostra vita. Essa ci condiziona a tutti i livelli, dagli affetti al lavoro, dallo sport al tempo libero.
Anche nelle scelte d’investimento le emozioni, ed in particolare l’eccesso di paura o di euforia, giocano un ruolo importante perché possono distorcere di molto i risultati finali che ci siamo prefissati di raggiungere. Come?
Tutti gli investitori, nella vita reale, si comportano in maniera differente rispetto ai modelli economici classici, i quali teorizzano l’applicazione di scelte totalmente razionali.
I mercati e l’economia in generale, così come molte altre cose, vivono cicli positivi e negativi che si alternano e per avere maggiori probabilità di successo nell’attraversarli basta applicare nel lungo termine una regola semplice: comprare a prezzi bassi e vendere a prezzi alti.
Questa è la regola principe di ogni genere di investimento, reale o finanziario che sia. Sembra facile, ma sui mercati finanziari non lo è affatto. Perché sono le emozioni a rendercelo difficile. La paura di perdere tutto ci fa vendere a prezzi bassi e l’eccessiva euforia ed avidità di guadagnare all’inverosimile ci fa comprare a prezzi alti.
Infatti, mentre cicli negativi si avverte la paura di perdere, di non farcela, di restare con un pugno di mosche in mano che ci porta a compiere scelte sbagliate, come se non ci fosse più un domani, nei cicli positivi avviene lo stesso ma in direzione opposta. L’euforia ci toglie razionalità e ci catapulta lì dove l’eccesso fa da padrone, come se non ci fosse un punto di arrivo.
Da una ricerca di BlackRock è risultato che il parco degli investitori comuni, nel ventennio 1994-2013, ha ottenuto una performance media annua del 2,3% che non solo è di molto inferiore a quella dei mercati azionari (8,1%) ed obbligazionari (6,3%), ma addirittura inferiore anche all’inflazione media (2,5%) di quel ventennio.
Gli italiani, investitori prudenti (o paurosi?) per antonomasia, sono tra quelli che nel lungo termine hanno fatto registrare le performance meno positive.
La causa di questa sotto performance è in gran parte dovuta all’emotività ed in particolare all’incapacità di gestirla, all’incapacità di conviverci, così come diceva Giovanni Falcone. Sì, è lui il famoso giudice antimafia citato all’inizio dell’articolo. Essendo esseri umani con un cuore ed un’anima, le emozioni non possiamo di certo eliminarle, potremmo e dovremmo, però, almeno imparare a gestirle.
Per far ciò, occorre avere un approccio metodico ed adottare strategie che ci preparino ad affrontare al meglio la fase in cui entra fortemente in gioco l’emotività, cioè prima che la realtà venga a stuzzicare le nostre emozioni. Infatti, l’emozione, quando arriva, lo fa nel momento meno atteso e, se portatrice di stress, il nostro cervello è portato a insabbiarla invece che affrontarla. Se quando arrivano, il nostro cervello è impreparato, non sappiamo cosa fare, siamo travolti dal panico e tendiamo a prendere decisioni errate.
Avere un metodo, una strategia e, ancor di più, una pianificazione finanziaria efficiente, è utile per gestire le emozioni, per non deviare dagli obiettivi prefissati e per seguire un processo di investimento che si avvicini quanto più possibile alla razionalità e sia meno condizionato dalle emozioni, soprattutto quelle ingannevoli.
Vincenzo Delle Curti
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