I giudizi della storia lasciano il segno! Personaggi meritevoli della stima universale, per un accidente che nulla a che vedere con la loro umanità, cultura, sensibilità, restano in panne, per così dire sospesi, se non proprio esclusi, senza ricevere il premio meritato. Pensi il cortese lettore all’alone di santità che circondava Marco Maffei (1542-1616) durante la sua esistenza terrena, tanto che, subito dopo la morte, fu elevato alla dignità di Servo di Dio, e, però, non si diete corso all’iter di beatificazione e, quindi, di santificazione. Perché? Perché coinvolto nel processo contro il filosofo calabrese Tommaso Campanella, che, condannato dal tribunale dell’Inquisizione, patì per qualche tempo il carcere. Pensi il lettore anche di Suor Colomba di Gesù Ostia, al secolo Anna Antonietta Mezzacapo (Marcianise, 10. VI. 1932 – 13. VIII. 1969), che, dichiarata già serva di Dio e in lista d’attesa, al 52mo posto, per la causa di beatificazione, rischiò di cadere nel più cupo dimenticatoio dato che l’ordine delle Carmelitane nel 2005 lasciò la sede di Marcianise, trasferendosi a Vitulazio, il che ha indebolito fortemente l’impegno di postularne la santità nelle giuste sedi.
E’ noto il detto che recita: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Sicché le suore Carmelitane Scalze non hanno dato seguito alla loro azione anche perché quelle che vissero insieme con la nostra Madre Colomba e ne potettero rilevare la la bella spiritualità sono tornate alla casa del Padre Celeste. E, tuttavia, le consorelle, le Carmelitane (religiose appartenenti al second’ordine dell’ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, fondato da Santa Teresa D’Avila nel 1562), quelle che vivevano e operavano già in modo proficuo a Marcianise nel convento un tempo palazzo Testa in via Novelli, si resero meritevoli di speciale tributo di riconoscenza per aver dato sicura ed ampia testimonianza della spiritualità di Madre Colomba di Gesù Ostia sia in vita che dopo la morte. Ecco: in vita l’ebbero in gran conto tant’è che la elessero Priora non solo per due volte come di regola ma anche oltre, dichiarandola così “Priora per sempre”; dopo la morte la venerarono ancor più, tant’è che furono le stesse Consorelle a volerla tumulare nell’aula della chiesetta adiacente il Convento del Carmelo, dov’è ancora. Ma ciò che più colpisce è che esse si attivarono per favorire la convalida ecclesiastica della sua santità. Affidarono, per tal scopo, al sacerdote don Nunzio d’Elia, noto postulatore delle Cause di Canonizzazione, l’incarico di avviare l’iter previsto e pubblicarono anche un libricino biografico intitolato “Madre Colomba di Gesù Ostia” (Tip. Delle Benedettine, Sorrento 1979) cui seguì il testo biografico dell’arcivescovo Paolino Limongi di Bellona (1914-1996) , Nunzio Apostolico emerito di Iran, intitolato “Madre Colomba di Gesù Ostia priora del Carmelo S. Teresa di Marcianise” (1989). Entrambi i testi, a ben dire, hanno un notevole valore testimoniale. Il processo diocesano, dunque, fu celebrato negli anni 1991-1993 a cui fece seguito una Inchiesta Suppletiva Diocesana negli anni 1997-1998. Come da prassi, si procedette a raccogliere testimonianze sicure che furono di tre tipi: in primis., furono interrogati 24 testi tra laici e religiosi i quali diedero sicure prove della bella spiritualità di Madre Colomba; furono, indi, esaminati gli “Scritti della Serva di Dio”, ossia lettere e pensieri; furono letti, interpretati e vagliati i libretti biografici scritti da persone devote e degne di ogni fiducia, anche quello del giornalista pubblicista Gaetano Andrisani intitolato appunto “Madre Colomba di Gesù Ostia”. La ben nutrita documentazione raccolta evidenzia chiaramente che Madre Colomba, durante la sua esistenza, esercitò appieno tutte le virtù cristiane, sia quelle cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) sia quelle teologali (Fede, Speranza e Carità) nonché gli insegnamenti ed i consigli che si attingono nel Vangelo. Sicché, quanto giustamente!, una teste – Antonietta D’Anna Gaglione – ebbe a dire che quello di Madre Colomba fu un “continuo cammino di perfezione e di santità” . Questa convinzione fornirono tutti i testi interrogati, confermando tutti che la vita di Madre Colomba fu un costante indefettibile esercizio eroico delle virtù cristiane. E, infatti, un suo scritto esprime un pensiero del tutto speculare della sua personalità orientata alla santità: “Gesù Ostia, mio sposo adorato, con la mia unione con Te, voglio essere un segno nel mondo!”.
Su tale figura così risplendente nella professione di fede così ricca di virtù cristiane stava calando il silenzio più inopportuno, per dirlo alla buona. Perché? Perché la sede del Carmelo di Marcianise, nei primi anni del XXI sec., ospitò un numero ridottissimo di suore, 4 (quattro) soltanto, sì che le autorità superiori pensarono bene di trasferirle in altro monastero, il palazzo fu venduto ed il ricordo di Madre Colomba di Gesù Ostia è andato affievolendosi sempre più, fin quando un gruppo di devoti ha costituito una associazione (Comitato per la beatificazione della Serva di Dio) il cui scopo è quello di ravvivarne prima di tutto la memoria ma soprattutto di seguirne il processo di canonizzazione. Lo scrive chiaramente il sacerdote don Nunzio D’Elia a S. Em.za Rev.ma Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, operante nella Città del Vaticano, precisando, tra l’altro, che alla Comunità delle Carmelitane, non più presente in loco, subentra il suddetto Comitato legittimamente costituito il quale, dietro l’approvazione dell’Arcivescovo di Capua, “provvederà a tutto”. Questo impegno di “provvedere a tutto” n’è uno dei suoi specifici scopi.
P.S. Chi volesse aderire attivamente al comitato deve compilare una apposita scheda che si può procurare presso la sede legale che è la Chiesetta del Carmelo dove il Comitato si riunisce ogni martedì.
Nicola Letizia
(tratto da Marcianise Digest anno VII n.50 aprile 2017 pagina 7 – Storia e Tradizioni)