Luigi Taglialatela e Mons. Donato Tartaglione, Primicerio del Duomo di Marcianise, sono stati in ottimi rapporti nei primi decenni del ‘900; in generale, la famiglia Tartaglione e l’artista si sono frequentati molto in quegli anni tenendo conto dei numerosi lavori fatti dal pittore a Marcianise, in particolare a Palazzo Tartaglione e al Duomo di Marcianise. Per avere un quadro più completo dei lavori fatti dal pittore a Marcianise e dei rapporti tra l’artista e la famiglia Tartaglione, viene di seguito riportata la storia (cenni storici) di Palazzo Tartaglione, la biografia di Mons. Donato Tartaglione, alcuni estratti biografici dell’artista, cenni storici che riguardano il Teatro San Carlo di Napoli, una panoramica dei lavori fatti dal Taglialatela a Marcianise e i numerosi lavori che l’artista effettua al Duomo.
Palazzo Tartaglione, situato nel centro storico della città di Marcianise, in provincia di Caserta, fu acquistato alla fine del Settecento dalla famiglia Tartaglione. La proprietà, in precedenza ridotta ad un rudere a causa di un incendio, venne ricostruita a partire dai solai, per i quali fu acquistato un intero bosco di alberi provenienti dai monti limitrofi.
Il suo abitante più illustre è stato certamente Mons. Donato Tartaglione (1845-1935), Canonico di grande cultura, letterato, saggista, poeta, munifico benefattore del Duomo di Marcianise e delle altre chiese della città, e committente dei lavori di decorazione pittorica di Palazzo Tartaglione.
Il palazzo è stato abitato più di recente da Alberto Tartaglione (1894-1977), medico chirurgo, il quale professava la sua attività nell’attiguo ospedale (al quale accedeva direttamente mediante un ingresso detto “a’ sciuta“), Pasquale Tartaglione (1884-1960), Monsignore, e dalle sorelle nubili Angelina e Mariannina.
Il proprietario attuale di Palazzo Tartaglione è Tullio, figlio di Alberto. A lui si devono gli importanti lavori di ristrutturazione del palazzo, che si resero necessari in conseguenza ai danni provocati dal terremoto del 1980 che interessò vasti territori della Campania.
A Mons. Donato Tartaglione, si deve la grande attenzione rivolta alla decorazione pittorica sia degli interni che degli esterni. Egli ingaggiò Luigi Taglialatela, decoratore e scenografo del Teatro San Carlo di Napoli, il quale operò, oltre che in Campania, in Lazio, Calabria e Puglia. Nei lunghi periodi trascorsi a Palazzo Tartaglione, l’artista si dedicò agli affreschi dei soffitti delle camere al primo piano, che comprendono sia dipinti di soggetto storico e mitologico, come il Trionfo di Costantino nel salone, sia opere di soggetto naturalistico come coppe fiorite, scene di vita campestre e rappresentazioni delle stagioni, arricchite da frasi augurali e motti arguti. Più che un vezzo del pittore che realizzò gli affreschi, si tratta probabilmente di versi composti proprio da Mons. Donato Tartaglione, abilissimo paroliere.
Si devono a Luigi Taglialatela anche l’affresco della volta a botte del vestibolo, il primo ad accogliere i visitatori, dove l’artista immaginò degli angeli posti all’entrata di un giardino a custodia del palazzo e dei suoi abitanti. Nell’androne del palazzo è presente inoltre un affresco con lo stemma della famiglia Tartaglione, visibile anche nell’appartamento al primo piano, raffigurante un leone rampante che trafigge un drago con una spada e che riporta a margine la scritta “Tartara agitat leo” che conduce al cognome del casato. Sulla sommità dei due stemmi sono raffigurati un elmo in un caso e un cappello pastorale nell’altro, quest’ultimo rimandando ai diversi canonici che si sono succeduti nella famiglia e che si sono distinti oltre che per la loro cultura e sensibilità per l’arte e per il bello, per un’intensa attività di beneficenza e solidarietà.
Questo piccolo giardino si può pensare raccordato al più grande attraverso un viale ideale che, attraversando la strada, percorre l’androne del palazzo, avanza verso il giardino principale attraverso il cortile, e prosegue fino al suo muro di fondo. Alle estremità di quest’asse sono poste, l’una di fronte all’altra, due edicole, una per ognuno dei giardini, in un gioco prospettico molto suggestivo. Le edicole presentano decorazioni pittoriche a soggetto mitologico dipinte dal Taglialatela.
Il Taglialatela fu dunque non solo pittore per la famiglia Tartaglione, ma anche consulente per il giardino. Egli, seguendo i dettami del giardino all’italiana, realizzò per Palazzo Tartaglione un agrumeto recintato da geometriche siepi di bosso. I cenni storici qui riportati su Palazzo Tartaglione sono rilevati, come riportato in bibliografia, sul sito www.palazzotartaglione.it
BIOGRAFIA MONS. DONATO TARTAGLIONE
Nacque a Marcianise il 28 marzo 1845. Fece gli studi classici e teologici nel seminario di Capua, ove emerse per vivacità di ingegno e serietà di intenti, ed a 24 anni fu ordinato sacerdote. Temperamento esuberante e volitivo, non seppe contenere la realizzazione dei suoi ideali nel solo ministero sacerdotale e conseguito il titolo, insegnò nelle scuole della nostra città per 17 anni. In questa nobile attività seppe ispirare nei suoi allievi tale venerazione che parecchi di essi, pur avendo raggiunto posti distintissimi nel campo intellettuale, lo chiamavano maestro per un senso di grato ricordo. Nel 1897 l’illustre Cardinale Capecelatro, conscio dei suoi meriti eccezionali, gli affidò l’insegnamento della teologia dommatica nel seminario di Capua, ma fu costretto a chiedere di essere dispensato dall’ambitissimo incarico, per cagionevoli condizioni di salute. Il 28 marzo 1898 fu nominato Canonico della Collegiata; due anni dopo, in seguito a concorso, ebbe la cattedra di teologo, e successivamente fu Cantore, Primicerio e vicario foraneo. Nel 1921 ebbe la onorificenza di Cavaliere e nel 1922 fu investito delle ambitissime insegne di Protonotario Apostolico, con titolo di Monsignore. Ma, a prescindere dalla luminosa carriera ecclesiastica, Mons. Tartaglione lasciò imperituro ricordo del suo nome per due specchiate virtù: fu un geniale poeta e un grande filantropo. Nel 1930, a cura del nipote Can. Prof. D. Pasquale Tartaglione, fu dato alle stampe un volume in cui sono raccolti circa 200 componimenti poetici di vario metro , ed alcuni discorsi, di cui rimane traccia dei tanti pronunziati. Da esso si rileva la chiarezza e spontaneità delle concezioni e la simpaticissima vena poetica, perché ebbe a trattare svariatissimi soggetti in versi facili e scorrevoli, con tal franchezza di idee, da riuscire sempre gradito. Fu un grande filantropo, perché fornito di largo censo, profuse ricchezze non indifferenti, con serafica abnegazione, per la restaurazione di molte nostre chiese che ne recano la sua benefica e provvida impronta. Nel 1913 restaurò la chiesa della Madonna della Libera; successivamente eresse l’altare maggiore in marmo della chiesa dei frati minori, l’altare della Madonna delle Grazie nella chiesa di San Carlo, arricchì di sontuoso impianto elettrico la chiesetta delle suore di S. Anna, ne abbellì la sacrestia. E fece decorare la chiesa della confraternita di San Giovanni.
Ma dove ebbe modo di palesarsi in tutta la sua nobiltà la sua fervente passione alla casa di Dio fu nel nostro Duomo. Non vi è angolo di esso che, reso più bello, non lo decanti con gratitudine; ne curò la doratura alla navata centrale e nel transetto, la pittura alle navate laterali ed alla crociera; abbellì la Cappella del Sacramento con pitture e con marmi; decorò la cappella del Cuore di Gesù; rimosse il vecchio organo dall’antica sede, collocandolo in posto più austero, e modernizzandolo nei suoni; costruì la nuova cappella di S. Giuseppe e vi appose le due statue in essa esistenti. Nel 1925 fondò due Canonicati, aumentando a 12 il numero dei componenti il Capitolo Collegiale. Per tutte le opere citate egli profuse centinaia di migliaia di lire; le autorità civili e religiose vollero tramandare ai posteri la sua opera indimenticabile, eternandola in una tavola in marmo apposta al pilastro interno della porta del Duomo. Morì il 13 dicembre 1935 all’età di 91 anni, chiudendo con orgoglio la sua lunga e laboriosa esistenza.
Luigi Taglialatela
Nacque a Giugliano nel 1877, fu figurista e quadraturista allo stesso tempo, decoratore e pittore molto prolifico, lavorò anche al di fuori del territorio cittadino e campano; molte sue opere, infatti, sono oggi conservate presso la Cattedrale di Caserta, la Cattedrale di Cariati in Calabria, la Chiesa dei fratelli Maristi di Viterbo, la chiesa Collegiale del Gesù di Sora.
Intorno al 1936 lavorò al quadro di Marcellino Champagnat, fondatore dei Maristi. Nel 1949 si occupò del restauro di alcune tele, conservate nella Chiesa dell’Annunziata, tra le quali ricordiamo: Natività di Maria Vergine, S. Francesco con la Vergine, S. Pietro e Gesù che camminano sull’acqua. Con altri artisti decorò il carro della Madonna della Pace. L’opera che maggiormente racchiude la sua maturità artistica è rappresentata dagli affreschi che si ammirano nella Collegiata di Marcianise. Nella Chiesa di S. Nicola a Giugliano possiamo ammirare un’abside riccamente decorata in stile barocchetto con i quattro evangelisti e la Gloria di S. Nicola; non si può dimenticare il soffitto della Chiesa dell’Annunziata e la grande tela che rappresenta S. Giuliano, conservata nella Chiesa di S. Sofia. Molte sue opere si trovano anche in collezioni private; per circa un ventennio fu scenografo del Teatro S. Carlo di Napoli con l’impresa Laganà. Morì nel 1953.
Luigi Taglialatela è un uomo di una generazione passata, di una generazione scomparsa e fa impressione nel vederlo sempre attivo, sempre vigile, sempre sereno in tutte le traversie della vita, sempre con un sorriso quasi beffardo per tutte le miserie umane, e però sempre buono, sempre fraterno con quanti a lui chiedono notizie e consigli d’arte per la quale può dirsi che vive. Il Taglialatela è uno di quei temperamenti possenti che sopravvivono ai tempi e alle mutate tendenze. Egli è soprattutto un poeta di razza; il pittore nel senso ristretto della parola si giustifica, talvolta, in lui, soltanto per la ricchezza di elementi lirici che sono sempre, in ogni segno, in non importa quale sommario bozzetto, la sintesi dell’anima dei nostri campi flegrei. Egli è uno di quei rari artefici che sono pervenuti, per vie piane e sicure e con spiccata personalità a quel giusto equilibrio tra la espressione formale e l’anima delle cose espresse. Egli non e mai assillato da problemi pittorici perché le “visioni” che si agitano dentro di lui e che vogliono vivere la vita eterna della bellezza non gliene danno il tempo: ma il suo talento pronto a intuire, la sua cultura e alcune bozze di squisita sensibilità pittorica – decorativa sepolte nelle cartelle, a dovizia, nel suo studio, dicono che per Taglialatela sarebbero stati possibili i tentativi cromatici più audaci, le tecniche più complicate, i problemi della luce più astrusi con i quali egli potrebbe imporre anche agli spiriti più avventati della pittura contemporanea.
Teatro San Carlo di Napoli
Il Teatro di San Carlo, già Real Teatro di San Carlo, citato spesso come Teatro San Carlo, è un teatro lirico di Napoli, nonché uno dei più famosi e prestigiosi al mondo. È il più antico teatro d’opera in Europa e del mondo ancora attivo, essendo stato fondato nel 1737, nonché uno dei più capienti teatri all’italiana della penisola. Può ospitare 1386 spettatori e conta un’ampia platea (22×28×23 m), cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico (34×33 m). Data le sue dimensioni, struttura e antichità è stato modello per i successivi teatri d’Europa. Affacciato sull’omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento, il teatro, in linea con le altre grandi opere architettoniche del periodo, quali le grandi regge borboniche, fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea. Fondato per volontà di Carlo di Borbone, costruito da Giovanni Antonio Medrano ed Angelo Carasale per una capienza da 3.000 posti, fu inaugurato il 4 novembre 1737, proprio in occasione del giorno dell’onomastico del re, dal quale prese il nome il teatro. Nei primi anni del ‘800 una serie di lavori interessarono il teatro; la nuova riapertura fu inaugurata il 12 gennaio del 1817 con la cantata Il sogno di Partenope di Giovanni Simone Mayr. Nel giorno di apertura, durante il suo Viaggio in Italia, si trovò a Napoli anche Stendhal (scrittore Francese), il quale assistendo all’inaugurazione del teatro, disse: “Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare…Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ha ricostruito il San Carlo!” (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze nel 1817)
Vengono di seguito riporti sommariamente i numerosi lavori effettuati dal Taglialatela a Marcianise
Luigi Taglialatela si inserisce in modo abbastanza evidente tra i numerosi pittori e decoratori vissuti tra la fine dell’800 e la prima parte del ‘900. Indubbia incidenza ebbero i soggiorni del pittore giuglianese a Marcianise. Prima di essere chiamato per gli interventi di restauro nella chiesa di San Michele Arcangelo (Duomo), l’artista aveva dato buone prove già negli affreschi di casa Tartaglione (1913) e Casa Grauso, dove troviamo raffigurate delle composizioni rapportabili alla corrente tardo-romantica, tipica espressione in quegli anni della “riproposizione” del naturalismo del gusto borghese con il filone del romanticismo storico. Molte famiglie borghesi di Marcianise trovarono in lui l’interprete adeguato delle loro esigenze, nonostante la libertà del mezzo espressivo, proprio, del resto di un artista disinvolto. Ancora a Marcianise il pittore esegue la scena del “Battista che predica alle Turbe”, lavoro di proporzioni colossali destinato alla Congrega del Battista (chiesa dell’A.G.P.) il cui soffitto era diviso in due grandi ali; appartengono pure al Taglialatela le decorazioni per il salottino centrale del Teatro Mugnone e due eleganti bozzetti in “stile impero”, di cui uno raffigura “Marte e le Muse”, lavori preparatori destinati all’affrescatura del salotto di casa Farro. Per la Collegiata di Marcianise, l’artista esegue numerosi lavori, affreschi, decorazioni, restauri..
Ricostruzione storica dei lavori di Luigi Taglialatela al Duomo di Marcianise
Dall’approfondimento e dal confronto delle fonti storiche con Luciano Taglialatela è stato possibile individuare e scoprire altri lavori effettuati dall’artista al Duomo; in particolare a seguito degli incontri avvenuti al Duomo con il nipote dell’artista è stato possibile accertare altri affreschi e decorazioni effettuati dal Taglialatela. Viene qui riportato un elenco più preciso e dettagliato:
1918 – Dipinto che raffigura “San Domenico di Guzman in visione mistica” nella volta della cappella del SS. Sacramento, datato e firmato dall’artista; in questa cappella realizza anche le decorazioni intorno alla pala d’altare al centro della parete frontale con la presenza di un angelo in alto a sinistra (e uno a destra che oggi non è più visibile) vicino alla finestra e la presenza di grappoli d’uva e spighe di grano ai lati del quadro. Si fa presente in questa sede che nella parte alta e sul lato destro (guardando di fronte la cappella) questi decori sono purtroppo poco visibili viste le condizioni fatiscenti in cui si trova questa zona della parete. Prima che tutti i decori vadano persi si spera che quanto prima si proceda al recupero di questi lavori di Taglialatela. Le spighe di grano e i grappoli d’uva vengono riproposti dall’artista nei decori della cappella del Sacro Cuore. L’artista realizza anche le decorazioni che si trovano tra le finestre della cappella e l’arbusto che si trova alla base del cerchio della cupola; i dipinti che si trovano sulle facciate interne dei due archi della cappella raffiguranti “Angeli” e i fiori bianchi (gigli). La presenza di fiori negli affreschi dell’artista è una costante.
1919-1922 Gli affreschi del transetto raffiguranti “I Profeti”, gli ovali che raffigurano sul lato destro “San Donato” e sul lato sinistro “San Roberto Bellarmino” e tutte le decorazioni, gli stemmi, i simboli, le ornamentazioni presenti intorno a questi affreschi sono tutti lavori di Taglialatela collocati in questo periodo storico tenendo conto della testimonianza di Orsini sull’artista che risale al 1923 che documenta il primo ciclo di lavori al Duomo.
La prima fase di lavori di Taglialatela è sicuramente da collocare tra il 1918 e il 1922. Dal recente approfondimento è stato possibile accertare tutto ciò e soprattutto dimostrare che Umberto Buccini non c’entra assolutamente niente con i “Profeti” che si trovano nel transetto. Il profeta Isaia somiglia molto all’Evangelista Matteo che l’artista giuglianese realizza nel 1916 per la chiesa di San Nicola a Giugliano; in questa chiesa di Giugliano dipinge i quattro Evangelisti nei pennacchi della cupola. L’artista segue lo stesso schema compositivo utilizzato per rappresentare gli Evangelisti di Giugliano al Duomo: i personaggi (Profeti) vengono raffigurati seduti con il gradino sotto al piede .
Due anni dopo, nel 1918, l’artista inizia a lavorare al Duomo di Marcianise con gli affreschi e le decorazioni della cappella del SS. Sacramento e successivamente inizia i lavori di affrescatura e decorazioni nel transetto; dipinge i quattro “Profeti”, “Mosè” e “Isaia” sul lato destro, “Zaccaria” e “Daniele” sul lato sinistro, gli ovali che raffigurano “San Donato” sul lato destro, “San Roberto Bellarmino” sul lato sinistro e gli stemmi, le decorazioni dorate, i simboli intorno a questi affreschi. È importante fare un’osservazione sulle cornici che Taglialatela realizza intorno ai “Profeti”: riprende l’antico con tecnica moderna. Per dare continuità allo stile artistico della chiesa, l’artista riproduce intorno ai suoi affreschi le stesse cornici che si trovano intorno alle tele della cappella del Sacramento e della navata centrale, quelle dorate intorno alle tele che raffigurano “Angeli”; l’artista riproduce anche i due stemmi in alto e in basso a queste cornici e ai lati procede verticalmente. Intorno alla cornice riproduce la stessa fascia a “L” che si trova intorno alle cornici delle tele della cappella del Sacramento; la fascia in questione è quella di colore verde chiaro che si trova intorno a tutti gli affreschi del transetto all’interno della quale l’artista inserisce decorazioni dorate.
Francesco Orsini: la testimonianza sul primo ciclo di lavori di Taglialatela al Duomo
Viene qui riportato quanto scrive Orsini: “…l’opera però ch’ei compì nella piena maturità dell’impegno e con magistrale potenza d’invenzione e con assai finita esecuzione, così da poter dirsi il suo passo verso la decisiva perfezione sono gli affreschi che si ammirano nella Insigne Collegiata di Marcianise. Fu giustamente salutata come una grandiosa opera del Cristianesimo. La veracità del sentimento che si trasfonde in quelle concezioni e in quelle figure, e la precisione della forma, che sembra arieggiare l’antico e possiede la naturalezza e la tecnica moderna rendono quelle scene visibilmente parlanti: vi versò l’anima sua credente. Riempiono, si può dire, da capo a fondo tutta la grand’abside del tempio. E non dico dei simboli, dei santi, delle ornamentazioni e degli stemmi che sono collocati sopra e sotto a questi quadri. È tutto un incanto di scene, di luce e di colori che imparadisano l’animo.”
Se i “Profeti” fossero di Buccini e gli affreschi raffiguranti “La Predicazione di Gesù” e il “Sacrificio di Melchisedec” sono da collocare nel 1931 (c’è la data) quali sono “le figure e i quadri“ di cui parla Orsini nel descrivere il primo ciclo di lavori di Taglialatela al Duomo? Come giustificare gli ampi toni che usa? E’ evidente che le cornici e le fasce color verde con all’interno decorazioni dorate sono creazione di Taglialatela, il quale avrebbe realizzato le cornici e gli ornamenti intorno ad affreschi (Profeti) che non sono sua opera e si sarebbe dovuto adeguare all’altezza degli affreschi raffiguranti i Profeti per dipingere poi la “Predicazione di Gesù” e “Il Sacrificio di Melchisedec”? Ipotesi che oggettivamente non sta in piedi dato che è evidente che tutti gli affreschi della parte alta del transetto si trovano sullo stesso livello, sulla stessa linea e che quindi sono stati realizzati dallo stesso artista, Luigi Taglialatela.
Umberto Buccini: l’equivoco sui Profeti
Basterebbe già quanto documentato fio ad ora per fare chiarezza sui Profeti, ma andiamo ad analizzare bene il contenuto del contratto del 1896 tra il Capitolo del Duomo e Buccini. In questo contratto si può chiaramente rilevare che Buccini viene chiamato qualche anno prima (1892) per realizzare una prima serie di quattro “Angeli” su tela collocati in alto nella navata centrale del Duomo. Con questo contratto datato 12 luglio 1896 il Capitolo del Duomo, rappresentato dal Sig. Luigi Della Medaglia, da incarico a Buccini di formare “quattro quadri dipinti ad olio a chiaro-scuro, imitazione scultura marmo bianco, su tele di dimensioni come quelle che già il Buccini, dietro altro incarico, consegnò e piazzò in alto della navata di mezzo del ripetuto Duomo, dinotanti Angeli a rilievo…” questo il primo punto del contratto, nel secondo punto Buccini accetta di effettuare questa seconda serie di 4 angeli di cui al punto cinque viene chiesto all’artista di presentare i bozzetti per avere l’assenso del Capitolo, prima di consegnare le 4 tele. Nella seconda parte del quarto punto del contratto viene chiesto al Buccini di effettuare dei ritocchi sui quattro quadri ad olio (le prime 4 tele) che aveva realizzato precedentemente. Quindi Buccini realizza solo tele raffiguranti “Angeli”, una prima serie di 4 (1892), nel 1894 i due quadri che si trovano ai lati di San Michele nella parete frontale dell’abside, nel 1897 la seconda serie di 4 “Angeli” che vengono a formare l’attuale serie di 8 “Angeli” che si trovano nella navata centrale. Quindi Buccini non centra niente con i “Profeti” che si trovano nel transetto, affreschi che sono opera di Luigi Taglialatela inseriti nel primo ciclo di lavori che l’artista giuglianese effettua al Duomo di Marcianise.
1931 Nel 1931 Luigi Taglialatela torna al Duomo e realizza una serie di lavori. Completa il ciclo di affreschi del transetto dipingendo “Il Sacrificio di Melchisedec” sopra la parete della cappella del SS. Sacramento, “Predicazione di Gesù” sopra la parete della cappella del Monte (firmato e datato 1931). Realizza gli affreschi sotto le cupole delle due navate laterali raffiguranti “Scene della vita della Vergine”nella navata di destra, “Scene della Passione di Cristo” nella navata di sinistra; le decorazioni che si trovano nei sottarchi (intradossi) e nei pennacchi delle cupole delle due navate laterali.
Da collocare in quest’anno anche l’affresco che raffigura “Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano”, quadro che si trova sopra quello che era lo storico Battistero della chiesa; l’artista realizza un affresco molto simile a questo del Duomo qualche anno prima, nel 1925, nella chiesa di San Martino Vescovo di Macerata Campania.
Del 1931 anche il quadro raffigurante “San Paolo della Croce” che si trova dopo la cappella del Crocifisso, sulla parte alta della parete. La presenza della pergamena in basso al quadro e di fiori bianchi ha permesso di attribuire anche questo quadro a Taglialatela dato che l’artista riproduce più volte questi elementi nelle sue opere, anche al Duomo (pergamene presenti negli affreschi del transetto del Duomo e, tra l’altro, in uno degli affreschi della cupola della chiesa di San Nicola di Giugliano dove, come riportato prima, rappresenta gli Evangelisti). Ad oggi non si sapeva chi è stato l’artista che realizzò questi due quadri, dato che anche nelle fonti storiche consultate non sono citati.
1934 Intera ripresa delle decorazioni in oro zecchino della navata centrale e del transetto. Luigi Taglialatela lavora come decoratore e scenografo al Teatro San Carlo di Napoli, tra il 1903 e il 1922 circa. Tenendo conto della pluriennale esperienza lavorativa dell’artista in questo teatro, non si esclude che si è ispirato ad esso quando ha lavorato alla ripresa delle decorazioni della navata centrale e del transetto del Duomo e che il suo contributo è stato determinante sulla scelta dell’ottima qualità dell’impasto in oro zecchino utilizzato per le decorazioni dato che ad oggi a distanza di 83 anni possiamo ancora ammirare lo splendore di queste decorazioni. Patrimonio decorativo assolutamente da tutelare; in qualche punto i segni del tempo, poi qualche lesione..come dice il detto “prevenire è meglio che curare”.
Luigi Taglialatela arricchisce con i suoi virtuosismi decorativi anche la navata centrale e il transetto, all’interno delle decorazioni in oro zecchino; dal recente approfondimento è stato possibile accertare che l’artista realizza nella navata centrale: le decorazioni nelle vele (mezze lune) sopra gli archi (cornicioni), le decorazioni che si trovano in alto intorno ai finestroni e nelle facciate interne degli stessi, le decorazioni intorno alle dieci tele; nel transetto: le decorazioni all’interno della vela (mezza luna) dell’arco dell’altare maggiore e i fregi decorativi presenti nelle due fasce laterali. L’artista procede anche alla ripresa in più punti delle decorazioni del cassettonato effettuate nei primi del ‘700 da Filippo Andreola. Nel 1934, sono da collocare anche i sei quadri decorativi posti sulle pareti laterali e l’affresco che si trova al centro del soffitto della cappella del Sacro Cuore, tenendo conto che anche questa cappella viene restaurata in occasione dei lavori generali.
1940 Restauro della grande tela e cornice che si trova al centro del cassettonato che rappresenta “San Michele Arcangelo che scaccia Lucifero dal Paradiso”. “Il quadro venne ripulito e restaurato, senza manomissioni, nel 1940 da Luigi Taglilatela, autore tra l’altro di altri quadri ed affreschi della chiesa, a spese della signorina Angelina Tartaglione, sorella del Can. Don Pasquale Tartaglione che perché il quadro della soffitta centrale è tutto lacero, sporco e cadente, vorrebbe a sue spese far aggiustare tutte le ferite, fissare bene la tela alla cornice, in modo che sia ben tesa, indi farlo ben pulire e verniciare, senza ritoccarlo affatto. Il lavoro sarà affidato al noto artista Taglialatela Luigi”. (Archivio Capitolare, libro delle conclusioni (1938-1945)).
Da questo approfondimento si può rilevare che il contributo artistico dato dal pittore e decoratore Luigi Taglialatela è stato molto importante. Provate ad immaginare il Duomo senza le decorazioni in oro zecchino della navata centrale e del transetto, senza gli affreschi, le decorazioni dei sottarchi e dei pennacchi delle navate laterali, senza l’affresco presente sopra quello che era il Battistero, senza i quadri decorativi e l’affresco che si trovano nella cappella del Sacro Cuore, senza gli affreschi e le decorazioni della cappella del Sacramento, senza gli affreschi, le decorazioni, gli stemmi , i Santi (ovali) del transetto certamente non sarebbe la stessa chiesa e non avrebbe l’attuale conformazione artistica.
Dalla descrizione di Palazzo Tartaglione, dalla biografia del Primicerio Tartaglione, dai cenni biografici dell’artista, dai vari lavori presenti a Marcianise, si può rilevare che Luigi Taglialatela ha frequentato molto la nostra città; nei primi decenni del ‘900 (tra il 1913 e il 1940 in particolare) ottimi rapporti sono intercorsi soprattutto tra l’artista e Mons. Donato Tartaglione. Nei cenni storici che riguardano Palazzo Tartaglione, ad un certo punto è scritto: “…nei lunghi periodi trascorsi a Palazzo Tartaglione, l’artista si dedicò agli affreschi..”..sicuramente i periodi più lunghi trascorsi a Marcianise dal Taglialatela sono quelli in cui lavora agli affreschi e alle decorazioni di Palazzo Tartaglione e poi gli affreschi, decorazioni e restauri al Duomo.
I cenni storici riportati sopra a proposito del Teatro San Carlo di Napoli non sono casuali; dalla biografia del Taglialatela si pùò infatti rilevare che l’artista vi lavora per quasi vent’anni; vista l’importanza di questo teatro, evidentemente il Taglialatela è stato un artista di un certo livello e di una certa importanza. Sicuramente al Teatro San Carlo di Napoli non ci lavora chiunque, questo quindi dovrebbe far rivalutare o comunque riconsiderare quello che è stato l’operato del Taglialatela al Duomo. Mons. Donato Tartaglione chiama più volte Luigi Taglialatela: nel 1913 per gli affreschi e le decorazioni di Palazzo Tartaglione, negli anni successivi tra cui 1918, 1931 per alcuni per affreschi e decorazioni al Duomo. È sicuramente significativo che anche nel 1933-1934 il Primicerio si rivolge ancora al Taglialatela per gli importanti e fondamentali lavori di restauro e ristrutturazione che interessano il Duomo; certamente non capita tutti i giorni di avere un artista che ha lavorato al San Carlo di Napoli impegnato in lavori di decorazione e affrescature al Duomo Marcianise. Dalla biografia e anche dal libro sulla storia del Duomo si può rilevare che Mons. Donato Tartaglione restaura a proprie spese il Duomo nel 1933-1934; sostenne gran parte dei costi per i numerosi e laboriosi lavori che interessarono il tempio. Significativa è anche la frase rilevabile nella biografia: ..”ne curò la doratura alla navata centrale e nel transetto..” una ulteriore conferma che oltre a sostenere le spese per i lavori, Mons. Donato Tartaglione segue direttamente e in prima persona le varie fasi e i vari interventi che vengono effettuati alla chiesa e anche per la ripresa delle decorazioni in oro zecchino si affida al Taglialatela. Questo conferma che nei primi decenni del ‘900 si instaura un rapporto di fiducia e di reciproca stima tra l’artista e il sacerdote.
A proposito dei numerosi interventi effettuati nel 1933-1934 si può rilevare dalla biografia: “..rimosse il vecchio organo dall’antica sede, collocandolo in un posto più austero, e modernizzandolo nei suoni..”; infatti l’organo della chiesa anticamente non si trovava dove si trova attualmente, ma si trovava nella navata centrale nello spazio tra gli ultimi due pilastri di destra della navata centrale, all’incirca di fronte al pulpito. In occasione quindi dei lavori del 1933-1934 la parete frontale della zona dell’altare maggiore venne sostanzialmente tagliata alla sua metà circa per ricavare lo spazio necessario per collocarvi l’organo e la cantoria; i cenni storici che riguardano l’organo vengono qui riportati in quanto si può rilevare che Mons. Donato Tartaglione contribuì sia a dare l’assetto strutturale definitivo, quello attuale, alla chiesa con la sistemazione dell’organo dove si trova attualmente, sia a dare l’assetto definitivo per quanto riguarda il patrimonio pittorico e decorativo con i numerosi lavori effettuati dal Taglialatela.
A proposito degli ottimi rapporti instaurati tra Luigi Taglialatela e la famiglia Tartaglione si può rilevare che dalla nota (libro Duomo) sopra riportata, Angelina Tartaglione, sorella nubile di Mons. Pasquale Tartaglione, si interessa del restauro della grande tela presente al centro del cassettonato del Duomo. Anche in questo caso la famiglia Tartaglione si affida all’artista Taglialatela per il restauro.
La famiglia Tartaglione, in particolare nella persona di Mons. Donato Tartaglione, ha dato grandi attenzioni al Duomo e al patrimonio artistico presente in chiesa; in termini pratici si può rilevare che hanno dato tanto denaro ti tasca propria per i vari lavori di restauro, affreschi e decorazioni; attenzioni di grande importanza che hanno permesso al tempio di restare in piedi viste le condizioni molto precarie in cui si trovava nei primi anni del ‘900 (memoriale “Per la devozione delle cappelle SS. Corpo di Cristo e fabbrica di San Michele Arcangelo”, Canonico Salvatore Alberico, del 1927).
Mons. Donato Tartaglione, come si può rilevare dalla biografia, è stato un sacerdote importantissimo per Marcianise, soprattutto per il glorioso Capitolo della Collegiata; una delle tante persone illustri della città come, per citarne alcune, Giulio Foglia, Canonico del Capitolo e fondatore del Monte di Misericordia, Giuseppe Scialla, Primicerio della Collegiata per circa 40 anni, Nicola De Paulis Canonico Cantore della Collegiata che si dedicò molto alla storia di Marcianise e soprattutto alle origini della città, Raffaele Musone Canonico Teologo della Collegiata e Primicerio e Arcidiacono della Cattedrrale di Capua, professore e successivamente anche Preside del liceo Giannone di Caserta, Mons. Gaetano Rossano, Canonico del Capitolo, Parroco e successivamente anche Primicerio, guida spirituale del Duomo per circa 60 anni.
Tutti sacerdoti di Marcianise di grande cultura, intelligenza operativa, saggezza che hanno svolto la loro missione di sacerdoti in modo esemplare; Mons. Donato Tartaglione e Mons. Gaetano Rossano in particolare si sono distinti oltre che per la loro cultura anche per la grande sensibilità per l’arte e per il bello.
Vengono inviate con il presente articolo alcune immagini/documenti: la foto della cupola della chiesa di San Nicola a Giugliano dove Taglialatela rappresenta “Gli Evangelisti, 1916; la foto dell’Evangelista Matteo sempre della chiesa di Giugliano; la foto del Profeta Isaia del Duomo dove si può chiaramente vedere la somiglianza con l’Evangelista Matteo di Giugliano; un dettaglio dell’affresco che si trova nella volta della cappella del Sacramento (firma e data 1918), la foto dell’affresco “Predicazione di Gesù” in cui è rilevabile firma e data dell’artista (1931), il contratto tra l’artista Umberto Buccini e il Capitolo della Collegiata dove si può chiaramente rilevare l’equivoco sui Profeti (l’argomento viene ampiamente approfondito sopra).
Vengono poi inviate due foto in cui viene messa in evidenza la fascia di colore verde che si trova intorno alle tele della cappella del Sacramento, fascia che poi Taglialatela riproduce intorno ai suoi affreschi del transetto.
Articolo a cura di Vincenzo Tartaglione (Collaborazione di Luciano Taglialatela, nipote di Luigi Taglialatela)
Bibliografia/sitografia/fonti
Libro “Il Duomo di Marcianise”
Autore: Salvatore Delli Paoli
Edizione: Napoli, Tipografia Portosalvo
Anno pubblicazione: 1982
Capitolo III (3) “Il Duomo nel ‘600 e nel ‘700”
(In questo capitolo si parla anche della tela al centro del cassettonato, in particolare nelle NOTE da pag 118 a pag 122, la NOTA 106)
Capitolo V (5) “Il Duomo nell’800 e nel ‘900 da pag 85 a pag 102
Paragrafo: “Restauri e interventi nel corso del ‘900”
Capitolo VI (6) “Gli ultimi anni” (dagli anni ’50 agli anni ’80) da pag 103 a pag 109
BIOGRAFIA MONS. DONATO TARTAGLIONE APPENDICE 8, pag 167-169
CONTRATTO TRA IL CAPITOLO E IL PITTORE UMBERTO BUCCINI APPENDICE 6 PAG 163-164
Libro: “Marcianise, urbanistica, architettura ed arte nei secoli”
Autore: Salvatore Costanzo
Edizioni: Clean Edizioni
Anno di Pubblicazione: 1999
Capitolo “L’evoluzione edilizia”
Paragrafo “Gli interventi di restauro nelle principali chiese del centro storico”
Testimonianza Canonico Salvatore Alberico sulla Chiesa di S. Michele Arcangelo pag 145-146
Capitolo “Le stagioni dell’arte”
Paragrafo “Il linguaggio figurativo negli anni ’30: il contributo di Luigi Taglialatela” da pag 235 a pag 237
(rilevabile anche parte della biografia dell’artista)
BIOGRAFIA ARTISTA (in parte) “DOCUMENTO 15” pag 250
Libro: “Cenni storici della città di Marcianise e dei suoi figli illustri”
Autore: Avv. Nicola De Paulis
Anno: 1937
Libro/memoriale: “Per la devozione delle cappelle SS. Corpo di Cristo e fabbrica di San Michele Arcangelo”
Autore: Canonico Salvatore Alberico
Anno: 1927
Libro: “Luigi Taglialatela, un decoratore-pittore”
Autore: Francesco Orsini
Edizioni: Ristampa Ed. 1923 – Grafistar – Giugliano
Anno: 1988
(a pag. 7 la testimonianza di Orsini sul primo ciclo di lavori effettuati da Taglialatela al Duomo)
Luigi Taglialatela
http://www.prolocogiugliano.it/pagina.aspx?pid=640&np=I+pittori+giuglianesi
Palazzo Tartaglione Marcianise
http://www.palazzotartaglione.it/
Teatro San Carlo di Napoli
https://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_di_San_Carlo