Un incontro molto atteso quello di venerdì 10 febbraio 2017 nell’atrio polifunzionale del plesso Cavour: don Luigi Merola incontra gli alunni delle terze classi dell’istituto. L’incontro completa un quadro di iniziative connesse all’educazione alla legalità, rispetto delle regole e di cittadinanza attiva intrapreso in coerenza con le macrotematiche previste nel piano triennale dell’offerta formativa che vede il dirigente, prof. Aldo Improta, il corpo docente e tutto il personale impegnati nella promozione di progetti e percorsi di formazione interdisciplinari di educazione alla legalità. Don Luigi di lotta alla illegalità non ne parla da lontano, ne parla come chi la vive sulla propria pelle. Don Merola divenne il simbolo della lotta alla camorra quando accusò pubblicamente i clan di Forcella, dopo la morte di Annalisa Durante, la 14enne uccisa per errore il 27 marzo 2004; in quella occasione il parroco non sta a guardare e durante l’omelia del funerale attacca duramente la camorra.
Crede molto nella scuola don Luigi e le affermazioni che ama riportare ne sono una testimonianza
di stima incondizionata : “(…)io sogno che un giorno la mafia non debba aver paura della magistratura, ma che la mafia debba aver paura della scuola [Caponnetto pool antimafia]. (…) l’Italia non ha bisogno dell’esercito, l’Italia ha bisogno di un esercito di insegnanti, di educatori”.
D’altra parte la Scuola ne riconosce l’ impegno e la valenza del suo messaggio educativo, nel 2007 il Ministero dell’istruzione lo nomina dirigente dell’Ufficio III presso la Direzione per lo Studente con l’incarico di promuovere la legalità in tutte le scuole di ogni ordine e grado, incarico che dura fino al settembre 2008. Dall’anno successivo gli viene assegnato un incarico di studio per la promozione della legalità nelle scuole e il contrasto alla dispersione scolastica . Ma è la sua carica emotiva quella che maggiormente lo contraddistingue, la sua carica umanitaria che lo porta a credere che camorristi non si nasce; è il contesto nel quale si vive che può rendere tali. Nel 2007 il suo impegno per l’infanzia diventa “‘A voce d’e creature”, una fondazione che offre accoglienza e servizi ai ragazzini: perché l’anticamorra inizia dove finisce la solitudine. E’ quindi sul contesto che bisogna agire, insieme, mettendo le proprie forze al servizio del bene comune, tutti i giorni perché “la legalità è essere cittadini ed impegnarsi ogni giorno”. Ed è lo stesso impegno con il quale la scuola profonde i suoi sforzi, per la formazione di un cittadino responsabile e partecipe del benessere della collettività.