Una realtà semisconosciuta a gran parte dei marcianisani eppure stiamo parlando di uno degli stabilimenti più produttivi del gruppo Barilla, leader mondiale nella produzione della pasta e non solo. L’occasione si è presentata questa mattina, martedì 21 febbraio 2017, quando è stato presentato il nuovo accordo (per la prima volta pluriennale) stipulato dal Gruppo di Parma con gli agricoltori del Sud. Perno della collaborazione il contratto di filiera Aureo 100% italiano: la varietà top quality di grano duro utilizzato per produrre la storica pasta Voiello, vanto della gastronomia campana. Proprio grazie all’Aureo, la Campania è la regione dove i contratti di coltivazione del grano duro hanno avuto lo sviluppo più significativo: nel nuovo accordo triennale i volumi di acquisto del grano Aureo da parte di Barilla sono aumentati del +30% (33.000 tonnellate).
Maggiore remuneratività per le imprese agricole del territorio – grazie a un prezzo d’acquisto fissato a 308 Euro per il grano duro Aureo – oltre alla possibilità di accedere ai finanziamenti del MIPAAF per un importo stanziato fino a 100€ ad ettaro. Un grano di alta qualità e sostenibile per Barilla, sfruttando anche le innovative tecniche colturali del sito di supporto alle decisioni granoduro.net [1]. Per una pasta sempre più buona e rispettosa dell’ambiente: in linea con la mission aziendale ‘Good for You, Good for the Planet’.
Tutti gli attori della filiera della pasta del Sud trarranno un beneficio dai nuovi contratti di coltivazione triennale 2017-2019 del grano duro italiano stipulati da Barilla con gli agricoltori locali. L’accordo sarà presentato oggi, martedì 21 febbraio, nell’innovativo stabilimento di Marcianise (Caserta) del Gruppo di Parma, alla presenza del management aziendale, dei più importanti firmatari dell’accordo e delle principali istituzioni locali. I nuovi contratti triennali prevedono un sensibile aumento dei volumi acquistati da Barilla dalle imprese agricole del Sud: 210 mila tonnellate nei prossimi tre anni tra grano duro Aureo (130.000 tonnellate) e Svevo (80 mila tonnellate), per un investimento totale di circa 62 milioni di Euro.
Volumi in aumento in Campania per il grano duro prodotto con i contratti di coltivazione ideati da Barilla. Nei prossimi 3 anni il Gruppo di Parma si è impegnato ad acquistare dagli agricoltori della regione più di 60.000 tonnellate di grano duro, di cui 33.000 tonnellate di grano Aureo (+30% rispetto al 2016) e 30.000 tonnellate di Svevo. In Campania, grazie a questi accordi di filiera, nati circa 8 anni fa, c’è stata una crescita esponenziale dei terreni coltivati a grano duro che sono passati da poche centinaia di ettari ai quasi 5.000 ettari di oggi. Con grandi benefici economici per gli agricoltori locali: se prima dell’avvento dei contratti di coltivazione il prezzo di acquisto del grano duro ha toccato anche i 150 Euro a tonnellata, oggi parliamo di circa 270 Euro come prezzo minimo garantito all’agricoltore. Un fortissimo rilancio per tutta l’economia locale della Campania.
Circa il 60% del grano duro acquistato da Barilla attraverso il nuovo accordo riguarda la varietà Aureo 100% italiano. Questa tipologia di grano viene utilizzata per produrre la celebre pasta Voiello, simbolo gastronomico di una regione intera, con una storia ultracentenaria alle spalle (vedi comunicato allegato), considerata come una delle eccellenze dell’arte pastaria italiana. Il progetto di coltivazione legato alla varietà Aureo nasce nel 2009, in seguito a un lungo percorso di ricerca e collaborazione di Barilla con l’azienda sementiera ‘Produttori Sementi Bologna’. Questa varietà possiede un’altissima qualità pastificatoria, garantendo l’eccellenza di parametri tecnologici come contenuto proteico – pari al 15,5% – e forza del glutine, che la caratterizzano come ‘top quality’.
Oltre ad avere delle prerogative uniche a livello nutrizionale, il grano Aureo 100% italiano ha anche un altissimo valore sociale e ambientale. Coltivato in Italia, senza l’ausilio dell’irrigazione, consente di sostituire il grano di importazione dall’Arizona, con un risparmio annuo di ben 20 milioni di m3 di acqua e una forte riduzione delle emissioni di CO2 pari a -3.500 tonnellate. Viene seminato principalmente nelle zone vocate alla produzione di grano duro di Molise, Puglia, Basilicata e nel Beneventano, per poi essere macinato nel mulino di Altamura.
Soddisfatti anche gli agricoltori casertani, spesso costretti a combattere il pregiudizio di chi vive nella cosiddeta Terra dei Fuochi, come Francesco D’Amore, 55 anni. Con la sua azienda di famiglia giunta alla terza generazione gestisce 45 ettari di terra, di cui 25 ettari coltivati a grano duro a Frignano, nel casertano. Ama profondamente il suo lavoro e da 8 anni è fornitore di grano duro di qualità per Barilla. Grazie anche all’entrata in scena di un importante player come Barilla c’è stata un’ascesa inarrestabile nella coltivazione e si è passati da poche decine di ettari coltivati a grano duro nella zona di Caserta ai circa 2.000 di oggi.
Il Gruppo Barilla
Nata a Parma 140 anni fa da una bottega che produceva pane e pasta, Barilla è oggi tra i primi gruppi alimentari italiani, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Il Gruppo Barilla possiede 28 siti produttivi (14 in Italia e 14 all’estero) ed esporta in più di 100 Paesi. Dagli stabilimenti escono ogni anno circa 1.700.000 tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di tutto il mondo, con i marchi: Barilla, Mulino Bianco, Harrys, Pavesi, Wasa, Filiz, Yemina e Vesta, Misko, Voiello, Academia Barilla. Quando si apre la bottega nel 1877, Pietro Barilla ha come parole d’ordine fare cibo buono. Oggi, questo è diventato l’unico modo di fare impresa di Barilla: “Buono per Te, Buono per il Pianeta.” “Buono per Te” significa migliorare continuamente i nostri prodotti, incentivare l’adozione di corretti stili di vita e favorire l’accesso al cibo e l’inclusione sociale delle persone. “Buono per il Pianeta” significa promuovere filiere sostenibili e ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di acqua nella fase produttiva. Per ulteriori informazioni si prega di visitare: www.barillagroup.com [2]
Antica Marca Voiello è stata fondata nel 1879
Ma per avere un quadro completo della sua storia, iniziamo con un piccolo passo indietro, nel 1839, quando un tecnico svizzero incontrò la figlia di un pastaio di Torre Annunziata, che già allora era il centro di un fiorente comprensorio dedito alla pastificazione. Mentre l’edizione definitiva de ‘I promessi sposi’ sta per vedere la luce, in Campania viene terminata la leggendaria ferrovia Napoli-Portici. Tra i tecnici giunti per seguire i lavori c’è lo svizzero August Vanvittel, che sposa Rosetta Inzerillo, figlia di un pastaio di Torre Annunziata.
Con l’annessione di Napoli al Piemonte, viene fondato il Regno d’Italia. Da qui in poi nei documenti ufficiali la famiglia Vanvittel compare con il cognome Vojello, che ben presto prenderà la forma attuale. All’epoca, tra le competenze più importanti di un pastaio, vi era la sensibilità di ‘fiutare l’aria’, avvertendo i repentini cambiamenti del vento e delle temperature per orientare l’essiccazione delle paste al sole. In un’Italia che cerca di non perdere il passo dei Paesi europei, Teodoro Voiello, figlio di August, trova un terreno ideale in Contrada Maresca, a nord della città. Qui il figlio Giovanni darà vita all’Antico Pastificio Giovanni Voiello. Ricercando ‘solo il meglio del meglio’, Giovanni Voiello identifica nel grano Taganrog la varietà ideale per la propria pasta. Coltivato nelle terre nere e grasse dell’Ucraina, conferiva alla pasta una scioltezza e una tenacia sorprendenti. Ancora oggi il nome Taganrog evoca ricordi ed emozioni nei vecchi pastai della zona. Eccezionale per qualità, veniva imbarcato nella città natale dello scrittore Anton Cechov.
Mentre la cometa Halley incanta l’Italia, Teodoro produce in un anno più di 30.000 quintali di pasta di alta qualità. Voiello si afferma come la marca preferita dell’aristocrazia napoletana e si diffonde anche tra i buongustai di tutta la penisola. Tra gli estimatori celebri della pasta Voiello c’era il filosofo Benedetto Croce, che la voleva rigorosamente al dente perché, come sosteneva lui stesso, ‘così comanda San Gennaro’. La Rivoluzione d’Ottobre porta alla scomparsa del Taganrog. Giovanni Voiello passa ai grani pugliesi Cappelli e Sangolla, selezionando personalmente la miglior produzione dei coltivatori. In quegli anni il pastificio raggiunge i 60.000 quintali annui. Già nei primi anni del ’900 la produzione e l’essicazione erano all’avanguardia: i macchinari erano azionati dall’energia elettrica e le tecnologie garantivano un perfetto controllo di umidità e temperatura. Dopo aver ricevuto la commenda nell’Ordine della Corona d’Italia, nel 1939 Giovanni Voiello si spegne. Lo stabilimento di Torre Annunziata viene gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra mondiale. Ma l’impegno della famiglia non si arresta. Finito il dopoguerra, seguì una nuova prova da fronteggiare: l’arrivo dei supermercati, che richiesero confezioni e approcci alla vendita molto differenti dal passato. In questi anni nasce il Catalogo Prodotti Voiello. Mentre in televisione debutta il mitico Rischiatutto, s’inaugura un moderno stabilimento nei pressi di Napoli. Diventerà presto sede dell’Antico Pastificio Giovanni Voiello, che adotterà tecniche di produzione all’avanguardia. In questi anni vengono migliorate sia la produzione, sia la comunicazione: il Rigattino è una nuova confezione che lascia trasparire la bontà della pasta, già prima dell’acquisto. Un abito su misura, per un prodotto impeccabile.
Una nuova vita per il brand si ebbe negli anni Settanta quando l’azienda campana fu acquistata dalla Barilla, precisamente nel 1973. La crescita della Voiello permise l’acquisto di una nuova sede a Marcianise caratterizzata da impianti tecnologici e all’avanguardia. Grazie a questi nuovi investimenti i discendenti di August riuscirono a produrre più di 100.000 quintali di pasta. Nel 1978 Voiello dà alle stampe la prima campagna pubblicitaria nazionale. Di lì a qualche tempo, appare sui quotidiani anche il celebre omaggio al Presidente della Repubblica Sandro Pertini: una fumante pipa di pasta. Nel 1983, insieme al primo Apple computer, arrivano quindi ‘Le Marille’, disegnate dall’acclamato progettista Giorgetto Giugiaro. Le nuove tecnologie e il marketing rinnovano ogni giorno l’arte pastaia, salvaguardando al massimo la qualità.