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Tutto pronto per “Estate di San Martino” il 12 e 13 Novembre: aperto stand espositivo all’Outlet La Reggia. Ecco gli artisti della edizione 2016

L’autunno marcianisano significa “Estate di San Martino“, l’appuntamento giunto alla 14esima edizione e che anche quest’anno promette di stupire. Tante novità anche nel marketing visto che ieri ed oggi gli attivisti di Majeutica, l’associazione promotrice dell’evento artistico ed enogastronomico, saranno presenti presso il McarthurGlen Outlet “La Reggia” con un proprio stand espositivo che promuove la due giorni del prossimo weekend: 12 e 13 Novembre. Le venelle diventeranno di nuovo un invito ai cinque sensi nel senso più esteso. I profumi e i sapori degli antichi piatti della tradizione alletteranno i visitatori, mentre lungo il percorso dei vicoli si avvicenderanno le arti di strada. Trampolieri, fachiri, giocolieri, parate in costume saranno i protagonisti di un sogno in cui il visitatore è completamente assorto e coinvolto. E poi il vino, che è sapore, ma anche tradizione, lavoro e perizia. I Sommelier AIS faranno da guida in un percorso di educazione del gusto. La musica, quella delle paranze della tammorra, della pizzica, dei canti di lavoro, resterà l’attrattiva più vivace della festa. Le formazioni si rincorreranno per strada, si daranno il La, faranno il coro, sfileranno in parata, coinvolgendo gli spettatori in balli vorticosi e ritmati. Gli appassionati del festival giungeranno già armati di castagnette e tamorre. Inoltre mostre d’arte e fotografia, banchetti di promozione culturale e di volontariato.

Ecco gli artisti protagonisti di questa edizione targata 2016: 

Baracca dei Buffoni (Napoli) con “Zonzo Equestre“. Perchè il clown bianco continua a lottare tutte le sere con l’augusto? Per suonare il suo violino? Recitare la sua poesia? Cantare? …La risposta che ci siamo dati è: per donare se stesso e per donare poesia al pubblico. In questa nuova produzione la compagnia si pone l’obiettivo di mostrare l’aspetto più elegante e raffinato del clown bianco e l’aspetto più divertente dell’augusto. Perfomance itinerante e coinvolgente che vedi i due clown (fratelli Cavallo) trotterellare con due cavalli. Continuando il loro eterno conflitto portando divertimento e poesia al pubblico.

Compagnia Autoportante (Torino/Buenos Aires) con “Fuori al Naturale“. Una storia d’amore e (dis)equilibrio. Come vive una coppia, la sua routine; l`inizio della giornata, di un uomo e una donna che a ritmi diversi si preparano per la vita. Lei energica e attiva, lui più “birbante” che sveglio, si scontrano e ritrovano in un mondo reale e allo stesso tempo magico. Lui invita lei nel suo mondo, i due personaggi si conoscono e si innamorano in una dimensione parallela alla realtà. Una romantica storia fuori da ogni tempo e da ogni luogo che si svolge magicamente su di un filo sospeso in aria. Metafora della linea della vita, sottile, ardua da percorrere e facile cadere, sará la forza e la voglia di stare insieme che li terrá in equilibrio. Lunga è la lotta per andare avanti ma se chiaro è l`obiettivo che abbiamo da raggiungere, la fine del cavo e lì, avanti a noi, basta semplicemente continuare con la speranza che ci potrà essere sempre a nostro fianco qualcuno a darci la mano.

Le Lapille (Roma) con “L’ora del The”. L’ Ora del thè inizia nel 1950. Gli effervescenti, briosi anni ’50. Un’apparizione. Un’atmosfera in cui tutto è possibile. Inizia Con 4 signorine impeccabili e dalle buone maniere. Eroine d’altri tempi. Fiere, taglienti, con l’aria di chi sa. 4 donne e l’antico rituale femminile dell’ora del thè. 4 Caratteri caustici e diversi intorno a un tavolo. Un thè decisamente inusuale, per non dire infuocato, per non dire disastroso! Tutto quello che accade in seguito è la storia di un’intimità complice e spensierata, folle e imbranata. La storia di come 4 disagiate insieme diventino una forza sola. Una banda di bellezze (quasi) cri minali. Bad girls ironiche e sensibili che, nonostante grazia ed abilità, finiscono inevitabilmente per incendiare tutto ciò che toccano. E ad ogni disastro ne aggiungono altri. Quindi se tutto può prendere fuoco, non resta che danzare sulle fiamme! Con grinta ed entusiasmo, ma senza mai dimenticare la delicatezza e l’eleganza dell’universo femminile, trasportano lo spettatore in una storia assurda e quotidiana tra incendi e tazzine da thè. Un inno alla complicità, alla catastrofe e all’amicizia femminile.

Silvestro Sentiero (Roma) con “Poeta Performer”. E’ in perenne posa pensosa da attore navigato? O è il vate in cerca d’illuminazione? Mentre riflettete su questo dubbio e lanciate lo sguardo a lui per cercare di capire una sfasatura che possa rispondere alla vostra domanda, proprio in quell’istante in più che gli rimanete di fronte, lui vi frega; o meglio vi concupisce, scrivendovi, sul momento, una poesia breve, un frammento mai banale. E prima che possiate allontanarvi, lui vi allunga il foglietto con quei pochi versi, tutti e solo per voi. Chi mai vi ha dedicato una poesia? E’ un omaggio bellissimo che si accetta con gioia, perché fa leva sulla nostra innata vanità. Il suo successo sta tutto lì, nello stesso principio alimentatore dell’umorismo descritto da H. Bergson, la vanità, appunto, niente altro che la vanità. Della capacità di scrivere messaggi estemporanei, Silvestro Sentiero è riuscito a farne un’attività del tutto nuova e sorprendente. Vestito in frac, si arma di un leggio con la scritta “Poeta” e riesce a farsi notare per l’aspetto etereo, dolce e romantico. La gente si ferma curiosa e lui muove febbrilmente la penna su un foglio, tracciando brevissimi profili di rara bellezza. L’incredibile artista, con la sua aria sognante e bohèmien, fa così scalpore che ben presto i suoi versi conquisteranno il mondo culturale italiano. Al palazzo delle esposizioni presenta “Le parole del poeta”, manifestazione curata da Achille Bonito Olivo. Sul piedistallo di tufo realizzato da Matteo Fraterno, Silvestro legge le composizioni del suo libro “Nude Passeggiate” ergendosi a monumento vivente della poesia. Inaspettatamente è conteso da stampa e televisioni nazionali. Per mesi i mass media si disputano il privilegio di presentarlo al pubblico. Il primo ad esserne sorpreso è proprio Sentiero che, perplesso, accetta di prendere parte al “Maurizio Costanzo Show”. Ovunque la gente lo riconosce e lo avvicina e a tutti, il gentil poeta, risponde con un sorriso e una poesia”. Silvestro Sentiero dedica versi scritti a centinaia di persone che si accalcano a ogni sua esibizione. Ciò che conquista, oltre al suo fascino personale, è l’arte di scrivere veloce, immediato e preciso. Molti si sono riconosciuti, ritrovati, esplorati con i versi del poeta che dai libri arriva direttamente alla gente, scuote, diverte, scatena reazioni, facendo spettacolo con penna e fogli. Il pubblico, da spettatore diviene partecipe e perfino protagonista, esce dall’anonimato della propria quotidianità per diventare soggetto artistico, una poesia. Silvestro, con la trasparenza del gioco e dello scherzo, coglie la sensibilità della gente senza tradire le loro aspettative, e li collega al sogno concreto di bellezza e felicità. Dopo aver letto i versi che il poeta gli ha dedicato, le persone vanno via piene di luce, consapevoli, forse, di una magia che pure possiedono. Scrivere versi alle persone in posa come per una fotografia, è l’originale lavoro di Silvestro Sentiero, poeta girovago, che in tanti hanno cercato di imitare con scarsi risultati. Ti porge uno sguardo veloce, poche parole scritte su un piccolo foglio, e da un qualsiasi strada d’Italia, finisci nella storia di un atto irripetibile. E’ stupefacente osservare il “fenomeno” da vicino, quanto sentirsi contagiato dal gioco che il passante stesso crea, nel curioso approccio. Silvestro Sentiero, poeta e poesia al tempo stesso, sguardo fisso, aria stralunata e una vera vocazione, è, per tanti, il primo incontro con la poesia.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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