Il sindaco di Marcianise Antonello Velardi ha firmata l’altro ieri una ordinanza per l’abbattimento di un manufatto abusivo. Si tratta solo di uno degli immobili abusivi che dovranno essere demoliti per via di una sentenza definitiva della magistratura. Sarà lo stesso Comune che provvederà ad abbattere l’abitazione che avverrà nei prossimi giorni. Si tratta di un immobile costruito in una zona periferica della città. Un argomento molto delicato che abbisogna della necessaria accortezza, facendo il giusto distinguo di vicende, situazioni e contesti familiari di un territorio che negli anni ha subito uno sviluppo disordinato. Secondo una stima effettuata dagli uffici comunali sono circa 110 i manufatti abusivi sotto la lente della magistratura. Si tratta di un problema che attiene la legalità ma anche la politica, visti i risvolti di carattere sociale soprattutto per coloro i quali l’immobile rappresenta l’unica abitazione.
Il problema, ovviamente, non riguarda solo Marcianise ma l’intera regione Campania. Sono oltre alle 70mila le ordinanze di demolizione e si contano più 300mila abusi dichiarati e mai regolarizzati, nonostante siano da decenni al vaglio dei Comuni. Per recuperare il ritardo, la procedura è sbloccata attraverso una norma contenuta nel collegato alla finanziaria approvato dal consiglio regionale 31 luglio 2014 e «blindata» dall’allora giunta Caldoro. In pratica, sono stati riaperti (e poi prorogati ulteriormente, per l’esame delle pratiche) i termini per la definizione delle domande di sanatoria in Campania, fascicoli che risalgono a 20 e 30 anni fa: ex condoni 1985 e 1994, con procedure semplificate se l’abuso non è stato commesso in aree a inedificabilità assoluta e con vincoli imposti prima dell’anno della legge. Tuttavia, il provvedimento, che ha retto davanti ai giudici, nonostante i ricorsi di ambientalisti e opposizioni, evidentemente non basta a chiudere il caso.
E’ iniziata una corsa contro il tempo per evitare gli abbattimenti di necessità. E’ lo stesso governatore Vincenzo De Luca a spingere per una legge regionale che sani gli abusi di case principali. Una strada che la giunta regionale ed Consiglio potrebbero decidere di percorrere nelle prossime settimane per tentare di risolvere un’emergenza che dura ormai da troppi anni. Precisamente dal 2003, quando l’allora governatore Antonio Bassolino spinse il Consiglio regionale ad opporsi al condono edilizio varato dal governo Berlusconi. Così una valanga di nuove pratiche si è aggiunta alle migliaia ancora in attesa di essere valutate nell’ambito di altri due condoni, quelli del 1985 e del 1994.