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Pasticceria Tellone, la tradizione dolciaria marcianisana continua con il maestro Peppe Farro in ricordo di “Zio Michele”

A marzo del prossimo anno compirà 40 anni la Pasticceria Tellone di Marcianise. Stiamo parlando di una delle attività artigianali più rinomate di Marcianise. Era il 13 marzo del 1977 e si festeggiava San Giuseppe. Un giovane pasticciere, Michele Tellone, apriva la sua attività autonoma, all’inizio di via Misericordia, dopo aver appreso per anni il mestiere in svariate pasticcerie del casertano a partire dal suo primo maestro, Michele Lener, che esercitava l’arte della pasticciera napoletana in via Domenico Santoro. Fu un crescendo di successi. In poco tempo la pasticceria divenne un punto di riferimento non solo per il quartiere “De Felice”, ma per l’intera città. Era il periodo in cui i matrimoni seguivano pedissequamente la tradizione e i pasticcieri erano gli alleati principali degli sposi e dei loro genitori: i famosi “guanti”, “murzetti”, ma anche pasticceria mignon. Alcuni matrimoni si facevano ancora in casa prima che l’usanza venisse completamente soppiantata dalla modernità dei ricevimenti fatti in ville sontuose, castelli e palazzi storici. Era l’epoca in cui la Marcianise agricola cedeva mano mano il passo a quella industriale, i contadini diventavano operai e i pasticcieri marcianisani, come Tellone, accompagnavano il boom economico lavorando per allietare con i loro dolci le varie cerimonie: non solo matrimoni, ma battesimi, cresime, prime comunioni, 18esimi compleanni, feste di laurea ecc. Ma la Pasticceria Tellone era un punto di riferimento anche per festeggiare le solennità religiose e ricorrenze come Pasqua, ma soprattutto Natale e Carnevale. Mentre la devozione religiosa aveva il suo sfogo nei dolci anche nelle giornate in cui si festeggiano i Santi: Antonio, Rosa, Giuseppe quelli più diffusi in città, oppure durante la Festa del Crocifisso. Dopo circa 20 anni l’attività si trasferì nell’attuale sede, in via Luigi Carbone.

Il segreto del successo del maestro Michele Tellone consisteva soprattutto nel detto “quello che ci metti, quello ci trovi”. Quindi prodotti di prima qualità, a partire dalle uova, la farina, la frutta fresca, il tutto condito con la passione per un lavoro che se non lo si ama non lo si può fare. Un’abnegazione per la sua arte che Michele Tellone ha esercitato fino alla sua scomparsa, nel dicembre del 2014. Oggi quell’enorme patrimonio di arte e tradizione gastronomica continua a vivere, nel ricordo sempre vivo del suo maestro, con la mente e le braccia di Giuseppe Farro. Classe 1975, Peppe – come la chiamano amici, parenti e clienti – inizia a lavorare giovanissimo nella Pasticceria Tellone, quando aveva appena 11 anni. La mattina andava a scuola ed il pomeriggio faceva l’apprendista nella bottega del pasticcere. Lì imparava le tecniche, le ricette, i tempi di cottura e tutto ciò che era possibile apprendere dalla maestria del suo istruttore. “Devo molto a Zio Michele” – ci spiega Peppe Farro. “Se oggi ho deciso di continuare questo mestiere lo faccio sopratutto per onorare la memoria del mio maestro che mi accolse giovanissimo nella sua attività, donandomi la stessa attenzione ed il medesimo affetto che aveva per i suoi stretti familiari. Un uomo di sani principi e dotato di una straordinaria umanità. Quando ho rilevato questa attività, dopo la scomparsa di Zio Michele, ho deciso che dovesse continuare a mantenere il nome del fondatore, proprio per onorarne la memoria”. Una decisione che ha fatto molto piacere agli eredi Tellone che hanno spinto molto affinché fosse proprio Peppe Farro a portare avanti la tradizione di famiglia. Nella pasticceria, recentemente rimodernata, campeggia una foto che ritrae Michele Tellone, quasi come se continuasse a vegliare sulla sua pasticceria oltre che seguire, dall’aldilà, il suo allievo prediletto, oggi anch’egli maestro pasticciere.