Il prossimo 15 agosto saranno passati 8 anni dalla dipartita della nostra illustre compaesana Anastasia Guerriero. Questo giornale si fece promotore, nei mesi immediatamente successivi alla sua dipartita, di un’iniziativa volta a ricordare questa illustre figura intitolandole il nosocomio di Marcianise. Ne è seguita una petizione on line che ha totalizzato, al momento in cui scriviamo, 7353 firme (leggi qui), un profondo riconoscimento di affetto e di stima da parte di coloro i quali hanno avuto il privilegio di conoscerla ed apprezzarne le sue doti di umanità oltre che di competenza professionale nella sua attività di medico e di ricercatrice di livello mondiale ma anche da parte di coloro che, pur non avendola conosciuta, ne vogliono valorizzare e ricordare la sua figura. Oggi rinnoviamo quell’appello nei confronti dell’attuale Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché faccia propria questa petizione e possa intitolare il nostro ospedale ad Anastasia.
Anastasia Guerriero, marcianisana, ma da tempo trapiantata negli Stati Uniti, laureata in Medicina in Italia, era una scienziata di livello internazionale ed era arrivata a dirigere i laboratori di ricerca oncologica della Pfizer, la grande multinazionale leader nel settore dei farmaci. Con base a New York, dove ormai viveva da diversi anni (senza però mai recidere i legami con la terra d’origine), girava i laboratori di tutto il mondo, guidando alcuni dei più importanti programmi di ricerca nel settore della lotta al cancro. Un flagello contro cui ha speso tutte le sue energie ma che, per una tragica sorte, non è riuscita a battere proprio nella sua partita personale. Laureata e poi specializzatasi in pediatria, ematologia e oncologia al policlinico Gemelli, Guerriero aveva iniziato l’attività medica e di ricerca presso l’ospedale Annunziata e l’Università Federico II a Napoli ma ben presto aveva volto la sua attenzione altrove, avviando una serie di intensi contatti con la scuola tedesca di Hannover e con quella americana, in particolare con il prestigioso ospedale oncologico pediatrico di Filadelfia. Nel ?93 la decisione di lasciare Napoli e stabilirsi negli Usa, andando a svolgere attività di ricerca prima all?Università di Atlanta e, successivamente, all?istituto di genetica umana dell?università della Pennsylvania. Un?attività sempre più intensa, con riconoscimenti di alto livello, fino alla consacrazione con la pubblicazione di un suo studio di oncologia pediatrica su «Science», la rivista considerata la Bibbia del mondo scientifico mondiale. Una ricerca che le valse la chiamata da parte della Pfizer, con la successiva nomina a responsabile dei centri di ricerca oncologica della multinazionale. Uno spessore scientifico, il suo, riconosciuto anche dalle autorità americane che vollero tributarle la cittadinanza americana. E’ morta il 15 Agosto 2008 all’età di 57 anni.