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Saldi, Ascom: “Avvantaggiati solo i centri commerciali. Negozi chiusi o vuoti in città”

Saracinesche abbassate, insegne spente, vetrine vuote o rivestite di fogli di giornali, cartelli con

scritte affittasi o cedesi attività.

Si presentano cosi, per le strade di Marcianise molti di quelli che una volta erano negozi bene

avviati.

Oggi molti imprenditori del commercio sono stati costretti a chiudere vuoi per le difficoltà

derivanti dalla crisi economica vuoi per l’eccessiva vicinanza dei grossi centri commerciali

presenti sul nostro territorio.

I problemi che attualmente investono il settore del commercio e dell’artigianato locale stanno

veramente mettendo in ginocchio o distruggendo del tutto una categoria già duramente provata

negli anni, categoria che andrà ad ingrossare la schiera dei disoccupati, tra l’indifferenza delle

istituzioni che fino ad oggi nulla hanno fatto per incentivare il commercio e l’artigianato nella

nostra città.

Anticipati i saldi al 2 Gennaio nella nostra regione, in Basilicata, Sicilia e Valle D’aosta , sono

partiti invece il 5 Gennaio in tutte le altre regioni d’Italia.

Secondo gli studi della Confcommercio quest’anno ogni famiglia spenderà 346,00 € per

abbigliamento e accessori( più 3% su Gennaio 2015) per un valore di 5,4 mld, e sale anche la

percentuale di chi acquisterà prodotti a saldo.

Il 55% contro il 51% dell’anno scorso.

Questo sbiadito aumento delle vendite, esordisce cosi Tonino Zinzi responsabile dell’Ascom, è

solo a vantaggio dei centri commerciale.

Di fatti, i saldi iniziati ormai da qualche giorno, si può, già notare come essi siano partiti bene

solo nei grossi centri commerciali mentre per i negozi dei centri urbani e delle zone ad alta

intensità commerciale c’è calma piatta.

La clientela quasi non c’è, mentre vengono presi d’assalto i centri commerciali: da qualche anno

a questa parte, infatti, sono questi ultimi a primeggiare nella distribuzione e nelle vendite

promozionali.

E cosi mente i centri commerciali vengono presi d’assalto da una ressa di persone che mette

sottosopra i negozi alla ricerca dell’affare, il quadrilatero dello shopping marcianesano, dei bei

tempi che furono, resta pressapoco deserto.

I commercianti, soprattutto quelli del settore abbigliamento, sperano ancora nei giorni che

restano dei saldi, dopo il flop delle vendite di Natale, dovuto, oltre alla crisi economica che

imperversa da tempo, anche al bel tempo e alle temperature miti che hanno lasciato invenduta la

maggior parte dei capi invernali e delle calzature di stagione. Essi sperano di aumentare in questi

giorni gli incassi e recuperare, cosi, almeno in parte le perdite degli ultimi periodi.

Tonino Zinzi evidenzia che servirebbero interventi da parte delle istituzioni per migliorare la

situazione logistica per aiutare la rinascita del commercio in città, creando, ad esempio, aree di

parcheggio a sosta breve nelle strade più commerciali, per dare la possibilità ai clienti di poter

sostare senza difficoltà e di poter fare i propri acquisti nella massima tranquillità.

Sarebbe inoltre necessario migliorare il sistema di illuminazione pubblica nei punti dove questa e

carente per favorire la viabilità e la sicurezza di coloro che si spostano a piedi per lo shopping.

Curare la riqualificazione dell’arredo urbano che versa ormai in condizioni pietose e che mette a

rischio l’incolumità stessa degli utenti, per non parlare dei portatori di handicap i quali sono

estremamente penalizzati dalla situazione.

E come non evidenziare la presenza degli orrendi paletti di via Santoro in parte divelti o che

spuntano da una pavimentazione che definire disastrosa è ottimistico.

L’ascom è sempre a disposizione per una fattiva collaborazione con le istituzioni per mettere in

campo iniziative utili per la città.

In occasione dei saldi si sono espressi cosi alcune associazioni di categoria:

una vera e propria ecatombe quella denunciata dalla CONFESERCENTI la crisi del commercio

non si arresta e la desertificazione di attività continua ad avanzare, la situazione è grave, molto

grave. Questo grido d’allarme deve essere accolto, davvero, stavolta dalla politica, tanto più

visto che sono evidenti specifiche responsabilità tra regione province e comuni. E ancora: non

possiamo infatti continuare a sostenere e promuovere imprese ed esercizi commerciali se le

regole fissate dalla politica sono cosi feroci e crudeli da causare la chiusura di migliaia di realtà

ogni anno a danno, anche dell’ occupazione.

In media siamo anche oltre il 60% di tasse e di oneri fiscali, senza dimenticare che nel 2016 sono

previsti ulteriori aumenti di luce, gas e acqua.

Con riferimento specifico alla Campania (in 365 giorni da Dicembre 2014 allo stesso mese del

2015) ci sono state 6.106 imprese che hanno cessato la propria attività di commercio al dettaglio,

a fronte di 3.756 nuove iscrizioni. Una percentuale preoccupante perché in sostanza per ogni

nuova attività che nasce, ne muoiono due.

In questa occasione la Codacons ricorda che il 2016 si apre con una vera stangata sui trasporti

che costerà alle famigli oltre 1,4 mld di euro in più, infatti agli incrementi del pedaggio

autostradale si aggiungono sensibili rincari per i treni ed anche gli aerei costeranno di più.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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