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Costanzo presenta il volume “Gli affreschi della chiesa di Trentola in Marcianise”

Venerdì 5 aprile, alle ore 17,30, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Caserta -Piazza Duomo, verrà presentato il volume di Salvatore Costanzo “Gli affreschi della chiesa di Trentola in Marcianise. L’opera di Felice Ruggiero”, Giannini Editore. Alla manifestazione interverranno:
Mons. Pietro Farina – Vescovo di Caserta, Don Battista Marello – Beni Culturali Diocesi di Caserta, Don Filippo Frattolillo . Parroco di Trentola iun Marcianise, Prof.ssa Maria Teresa Costagliola . Presidente della GRISM, Arch. Prof. Salvatore Costanzo – Storico dell’Arte.
Il saggio tenta una prima inquadratura critica delle decorazioni murali dell’antica chiesa domenicana di San Giacomo Apostolo (oggi S. Maria Assunta) in Trentola di Marcianise, cercando di individuare le motivazioni storico-artistiche che le hanno generate e di precisare il profilo culturale e il linguaggio pittorico del suo autore, Felice Ruggiero, di cui non si conoscono nemmeno gli estremi della vita. L’impianto scenico di Trentola, eseguito nel 1768, fu sottoposto due secoli più tardi a degli interventi di restauro da parte del pittore e decoratore Salvatore Costanzo (1914). Fino ad ieri gli affreschi versavano in un precario stato di conservazione, danneggiati dall’umidità dei muri, con colori resi opachi dal processo di salinazione e da vari rifacimenti. Oggi, dopo un lungo e paziente lavoro di recupero portato avanti dai restauratori Maietta e Di Sorbo, l’intero ciclo pittorico è stato restituito al suo aspetto originale, rendendo nuovamente leggibili i vari testi figurativi. Dal quadro d’insieme delle rappresentazioni, tuttavia è possibile ricavare solo dei tratti limitati ma essenziali della cultura espressiva del suo autore, i cui modelli iconografici oscillano tra una personale interpretazione del gusto tardobarocco e una propensione per il classicismo, da cui l’artista trae numerosi spunti e suggerimenti. Sulla base di un primo riordino degli elementi di confronto stilistico e compositivo, l’opera di Felice Ruggiero sembra seguire la produzione del celebre Solimena (morto nel 1747), caposcuola del fervido ambiente napoletano in cui erano giunti gli echi delle novità demuriane. Ed è in questo contesto che poco più tardi, con grande ampiezza di confronti, troverà accoglienza il solimenismo del Ruggiero; esso convalida gli accostamenti ai modi del De Mura e alla lezione del De Matteis. Anzi, nel guardare più da vicino a quest’ultimo pittore e alla sua cerchia, Felice riesce ad operare meglio uno stimolo diretto e ad accentuare i caratteri di una decorazione classicistica. Ma talvolta i suoi schemi e le sue riproduzioni sembrano rilevare delle concordanze e dei punti di congiunzione (sia pure molto deboli) con derivazioni provenienti dall’ambiente del Giaquinto e persino con alcuni dettami vaccariani.
Possano questi affreschi di Trentola – oggi ancora sconosciuti alla letteratura artistica- uscire dai limiti dei confini provinciali e dar vita ad una più ampia rassegna documentaria sul nostro pittore, nonostante il problematico nodo della mancanza di testimonianze per l’identificazione certa di altre sue opere.

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Alfonso Alberico - Marcianise

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