La decisione del parroco del Duomo, Don Paolo Dello Stritto, di sostituire le antiche porte, di oltre trecento anni, con moderni pannelli di bronzo sta creando una vera e propria sommossa. Una decisione maturata quando la maggioranza dei fedeli è in vacanza e qualcuno già mugigna che la “mossa” possa esser stata attuata proprio per evitare una levata di scudi da parte dei marcianisani. Nonostante tutto, però, qualcosa si muove. L’associazione Grism, il Movimento Civico dei Cittadini, la Pro Loco Marthianisi, la Confcommercio e da altri gruppi di cittadini hanno scritto alle autorità competenti per bloccare questo progetto di sostituzione. I Promotori dell’iniziativa annunciano che “un gruppo di tecnici e storici ha preparato una controrelazione che avrà il compito di dimostrare come, i lavori già in atto al Duomo e voluti dal parroco, Paolo Dello Stritto, contrastino con alcune leggi e regolamenti e disprezzino la storia locale e nazionale”. L’obiettivo è anche una raccolta di firme per il ripristino dell’antico portale come era fino a qualche giorno fa. Il tentativo di sostituire le porte centrali del Duomo con pannelli realizzati da un artista di Marcianise, fallì circa quindici anni fa, quando la gran parte dei parrocchiani si rivolse alla Soprintendenza per evitarlo. Fatte le dovute verifiche e riconosciutone il valore storico, la Soprintendenza casertana impedì che le antiche porte venissero rimosse. Nei giorni in cui si stava per compiere la sostituzione del portale, il 15 marzo del 1998, il compianto Pietro Zinzi, cultore di storia locale, lanciò un appello ai concittadini attraverso una lettera aperta in cui, immaginando i sacrifici fatti dagli avi trecento anni prima per contribuire alla realizzazione del Duomo, come anche delle porte, disegnate dall’architetto progettista senese Angelo di Giorgio Martini, chiedeva ai marcianisani di impedirne la sosituzione. Zinzi sosteneva che le tre porte della facciata del Duomo erano state realizzate nel 1696. “La loro esistenza – diceva – rappresenta il nostro passato storico. Esse sono la testimonianza fedele dei sacrifici, delle gioie, degli stenti, dei lutti, delle esultanze e delle feste che si sono succedute per oltre tre secoli. E allora, mi domando: si può cancellare un segno tanto tangibile e carico di storia a noi caro?”.
Intanto, con il passare degli anni, la società che aveva realizzato la fusione dei pannelli bronzei, presso la quale erano ancora depositati, intimò al parroco di ritirarli, pena il pagamento della custodia. Così, lo scorso anno i pannelli furono portati a Marcianise e appoggiati nei pressi del campanile del Duomo. Ma, pochi giorni fa ed in tutta fretta, il portale centrale della Chiesa Madre è stato coperto da un’impalcatura rivestita. Se le porte dovessero essere sostituite un gruppo di fedeli è pronto anche ad investire della situazione direttamente il Vescovo Mons. Bruno Schettino.
Sostituzione delle porte del Duomo: è rivolta contro il parroco
16 Ago 2012
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La cosa che fa piu’ rabbia e l’arroganza di questo parroco che non accetta il contraddittorio con alcuno. Qualcuno nel post precedente ne esorta le doti di coraggio. Credo invece che con il suo comportamento venga esaltata la sua arroganza.
In una parrocchia seria e partecipativa esiste il consiglio pastorale composto da un gruppo di fedeli frequentatori che in insieme al parroco decidono il miglior andamento della comunità parrocchiana.Esiste al Duomo un consiglio pastorale? Don Paolo la prima decisione unilaterale l’ha presa sventrando la cappella del battistero con la scusa dell’abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili (potevano esserci sicuramente altre soluzioni) venendo meno ai principi ecclesiastici che prevedono la collocazione il battistero all’ingresso della chiesa. Addirittura ha sistemato il battistero a fianco dell’altare. Il rifacimento del tetto della chiesa era improcrastinabile. La Curia si è attivata solo a seguito della pericolosità sopraggiunta per la caduta di parte di essa. Il Parroco Rossano da dieci anni ne chiedeva il rifacimento. Non a caso il progetto del tetto era pronto da tempo. A Marcianise non vi erano ditte che potevano eseguire i lavori? come anche i professioni? L’architetto Rossano è stato inserito all’ultimo momento per opportunità suggerita dal Raffaele Salzillo a Don Paolo. Non voglio dileguarmi nelle recenti polemiche per la defezione delle varie congreghe alle processioni per il delirante stravolgimento dei percorsi voluti e imposti dal parroco Dello Stritto (eclatante è stato quello relativo all’ultimo Corpus Domini). In ultimo mi preme sottolineare il costante allontanamento dei fedeli dal Duomo (compreso il sottoscritto e altri conoscenti) costretti ad emigrare il altri luoghi di culto. Oramai la Chiesa madre di Marcianise è frequentata dagli amici focolarini e dai yes men/women
Una provocazione alla storia artistica e …………..uno schiaffo alla miseria!!!!!!!!!!!!!! Le porte sono in ottimo stato di conservazione non c’era affatto necessità di ordinare i pannelli bronzei!!!!!!Che la smettessero di chiedere soldi per cose inutili e si occupassero dei poveri!!!!!!!
Si sta alimentando un polverone! La decisione, se di decisione si vuol parlare, non è stata presa dal parroco del Duomo, il quale è si l’esecutore e responsabile, ma dai tanti, forse troppi Fedeli, acnhe quelli che sono al mare, che hanno ampiamente chiesto che le porte fossero finalmente messe in opera.
Personalmente confesso la profonda delusione per la mobilitazione delle associazioni.
Peccato che queste non si mobilitino per questioni ben più importanti quali il nostro ambiente cittadino.
Ma ritornando all’opera della rimozione delle porte, questa è stata attuata seguendo l’iter stabilito dalla legge e nulla è stato lasciato al caso.
Inoltre il servizio non fa cennoo dei Fedeli che anni orsono hanno voluto partecipare economicamente per la creazione delle nuove porte. Vero è che le incomprensioni di allora non hanno portato a nulla di fatto. Per la realizzazione artistica delle porte, dalle quali traspira tutta la devozione del popolo marcianisano nei confronti del SS. Crocifisso, fu incaricato il Maestro D’Anna, marcianisano DOC, che ha saputo realizzare un opera eccelsa, emozionante e commovente che mostra la NOSTRA STORIA, LA STORIA DEL CROCIFISSO DI MARCIANISE.
La scelta di realizzare i lavori in questo periodo di ferie è facilmente intuibile, a settembre ci saranno i festeggiamenti e vedere quest’opera finalmente realizzata recherebbe certamente un altro effetto durante tale periodo.
Non si è aspettato che tutti partissero per le spiagge per agire alle loro spalle. Il periodo estivo è il più indicato per lavori di sistemazione è di case che di chiese.
Ed ancora le porte precedenti verrano collocate nella facciata interna di queste ultime e saranno prontamente restaurate.
Mi spiace apprendere che questo sito, per cui nutro profondo affetto, si sia palesemente, al di fuori della pura cronaca, schierato contro quest’opera.
Per spirito di democrazia, tuttavia, rispetto ma non condivido l’idea di firme e blocco dei lavori.
Appoggio fermamente l’opera che, ripeto, è stata voluta dalla stragrande maggioranza dei Fedeli (anche quelli che sono in tintarella).
Avvolte ho la strana sensazione di trovarmi nell XII secolo, guelfi contro ghibellini. Smettiamola una volta e per tutte di trovare peli nell’uovo ed iniziamo davvero e seriamente a crescere tutti insieme.
Pax et bonum
Quelle porte anche se non sono del seicento, sono ancora buone e robuste.
Se le vogliono sostituire, c’è qualcosa di nascosto che non può essere rivelato. Ma perchè si insiste tanto a sostituirle?
Il Parroco e il comitato perchè non fanno sapere il motivo della loro decisione?
Per le porte della chiesa di Trentola che erano del 1737 (data incisa sulla porta) perchè nessuno si è interessato?
Il Parroco le ha sostituite senza alcuna autorizzazione. E quelle vecchie che fine hanno fatto?
Qui si fa come si vuole, e le ricchezze storiche si perdono.
I Parroci dovrebbero interessarsi di più alle cose SPIRITUALI della Chiesa e non alle cose materiali. (Ne hanno fatti di disastri nel passato!!!)
Saluti, PLEIADI
IL PRETE FACCIA IL PRETE E NON IL COMANDANTE DEL DUOMO.
ma la volete smettere di chiacchierare a vuoto? le porte non sono antiche. la soprintendenza due anni fa si è già pronunciata: le porte non hanno nessun valore storico architettonico, possono essere sostituite e anche bruciate. e basta con questa storia. se siete così interessati allo stato di salute del duomo come mai non vi preoccupate anche di pagare bollette altre cavolate ad essa legate?
Si nota, come dice Francesco russo con il quale condivido, che nex1 e’ uno di quei yes/men vicino al parroco. Dice che
la decisione non e’ stata presa dal parroco ma dai fedeli. Ma chi sono questi fedeli? Quelli che frequentano il Duomo da quando si e’ insediato don Paolo?
Lamenta la partecipazione delle associacioni che non si impegnano in cose ben piu’ importanti. Marcianise e’ forse una delle poche città della Campania che ha un numero elevato di associazioni che intervengono per aree tematiche nel momento in cui necessita una protesta popolare. Quella della sostituzione delle porte e’ uno di quei casi. Dice ancora nex1 che le porte di legno, prontamente restaurate, verranno collocate nella facciate interna del portale. Perché non al contrario? Almeno non viene alterata la fisionomia della facciata del Duomo che avra’ una porta di bronzo centrale e due di legno laterali. Rimprovera poi la redazione di “caffe’ procope” per essersi schierata contro quest’opera. Già, nessuno deve permettersi di scherarsi contro la chiesa. Poi “opera” ma qual’opera? Mi ricordo che il compiando prof Zinzi quelle che nex1 le chiama opere lui le chiamava “mamuozzi”
Senza parlare dei LAVORI ABUSIVI alla Chiesa di Santa Venere che dipende dal Duomo!
…e che diamine…!
ora basta
Sono dell’opinione che il problema si stia valutando sotto il profilo emotivo piuttosto che storico-artistico-culturale. Il fatto che la sostituzione del portone avvenga durante il periodo ferragostano potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che ci sono meno fedeli che si recano in chiesa e che quindi ogni possibile disagio sia più limitato.
Tuttavia, mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia mai sollevato una questione sull’incisione fascista scolpita in una delle pietre davanti al sagrato della chiesa.
Poichè noto nel testo redazionale numerose imprecisioni e veri e propri errori (non vedo cosa c’entro il martini a proposito delle porte) mi permetto di riportare il testo di un articolo apparso a mia firma sul Giornale di Marcianise:
“E’ TEMPO DI PROCEDERE ALL’ISTALLAZIONE DELL’OPERA DI RAFFAELE D’ANNA
LA PORTA DEL DUOMO DI MARCIANISE
Una vecchia polemica che va superata
di Salvatore Delli Paoli
La nuova porta del duomo di Marcianise, opera dello scultore marcianisano Raffaele D’Anna è attualmente esposta nello spazio antistante il campanile del duomo: collocazione del tutto provvisoria in attesa che maturino i tempi per la sua istallazione al posto della vecchia porta che chiude l’androne centrale del tempio marcianisano. Essa si trova lì e non dove sarebbe giusto che fosse collocata a causa di una vecchia polemica, nata addirittura nel 1998, di cui questo articolo, scritto nell’aprile 1998, e qui ripreso con i necessari adattamenti, ricostruisce la storia.
“Una Soprintendenza ballerina che prima concede, poi nega il parere favorevole; una polemica astiosa ai limiti del dileggio; una sottoscrizione popolare; un ricorso al Ministro dei Beni Culturali: in questi elementi è racchiusa la tormentata vicenda della sostituzione della porta principale del Duomo di Marcianise (nella foto). (…) Gli oppositori al progetto possono andare ben fieri del loro successo: sono riusciti a salvare un manufatto, a loro dire seicentesco, di buon artigianato locale; hanno evitato che le orde dei nuovi vandali operassero una manomissione irreversibile; hanno assicurato alla memoria delle generazioni future un monumento intatto. Dunque le ragioni della cultura hanno avuto per una volta il sopravvento; la Marcianise pensosa del destino dei suoi beni culturali è riuscita ad evitare un ulteriore oltraggio; i Barberini di oggi sono stati sconfitti; un comitato malaccorto e miope ha ricevuto la lezione che doveva. Di quel comitato facevo parte pur io: dunque pur io devo essere contento e riconoscere che è meglio mantenere la porta attuale al posto in cui si trova e rinunciare alla bislacca idea di sostituirla con l’opera di uno scultore moderno che l’intera provincia ci invidia; devo riconoscere che la conservazione di un monumento deve passare attraverso la museificazione totale di ogni sua pietra. Devo riconoscere che sarebbe stato meglio che le porte di San. Pietro a Roma, il tempio maggiore della cristianità, fossero rimaste quelle originali e non sostituite da quel capolavoro che sono le attuali porte di Giacomo Manzù; devo riconoscere che sarebbe stato meglio che le porte del Duomo di Orvieto fossero rimaste quelle originali e non quelle che oggi tutti ammirano dovute alla mano di Emilio Greco, come devo riconoscere che è meglio che le porte di D’Anna stiano nell’androne del suo palazzo in via Marco Maffei e non all’ingresso del nostro tempio maggiore. Ma che paragone: D’Anna vale forse Manzù o Greco? La sostituzione delle porte di S. Pietro e di quelle di Orvieto è avvenuta con capolavori di grandi maestri della scultura contemporanea; D’Anna non può essere certo paragonato né a Manzù né a Greco. Come un artista locale può osare di solo pensare di porsi su quella linea, di ricevere un omaggio, che, fatte le debite proporzioni, si è potuto concedere a Manzù e a Greco? Nessuno deve pensare di toccare un monumento, meno che mai di farlo vivere nel tempo attraverso la testimonianza di artisti locali che sono espressione di vitalità di quel monumento stesso: questa la filosofia dei moderni conservatori. (…) A rendere le cose ancora più confuse ci si è messa anche la Soprintendenza che prima ha approvato il progetto, autorizzandolo e poi ha revocato l’autorizzazione concessa: ma quale credibilità può avere questa istituzione che ha consentito, udite udite, la manomissione irreversibile degli affreschi di Nicolò Malinconico nel presbiterio dell’Annunziata, senza alzare un dito; che ha consentito e consente, nonostante una mia denuncia nella mia qualità di allora presidente dell’Archeoclub di Marcianise, la rovina della chiesetta di Trentola; che ha consentito e consente la scomparsa di monumentali palazzi storici di Marcianise; che ha saputo solo frapporre ostacoli al recupero della chiesetta della Madonna delle Grazie? Ora la Soprintendenza si sveglia e, dopo aver approvato, dice che le porte non si possono sostituire: e perché? Si è forse riconosciuto un valore artistico alle porte attuali? Si riconosciuto che esse sono inamovibili perché magari appartenenti al progetto iniziale della chiesa? Si è riconosciuto che esse costituiscono parte inalienabile dell’intera linearità della facciata? Niente affatto e niente di tutto questo: quelle porte, dice la Soprintendenza, non si possono sostituire perché suppone che ci sia una data sulle traverse di ferro della porta principale della chiesa, mentre essa è incisa solo su quella parallela alla principale, precisamente quella dell’accesso di destra alla chiesa (nella foto); una data della fine del Seicento (1696), quindi non coeva alla facciata ma sicuramente successiva. (…) Ma anche ammesso, e non è così, che la data della porta laterale si possa riferire anche alle traversine in ferro della porta principale, che cosa significherebbe ciò? Ben poco. Sarebbe una porta che già manometteva, se dobbiamo ragionare con la filosofia dei moderni conservatori dell’arte marcianisana, lo stato precedente. La data è del 1696 e non è sicuramente contemporanea, lo riconosce la stessa Soprintendenza, all’intera porta, che è stata più volte rifasciata, l’ultima volta addirittura nel 1934, quando furono apposti i modesti pannelli lignei che imitano il bugnato a diamante, come dimostra chiaramente una foto inoppugnabile dei primi anni del ‘900, che evidentemente la Soprintendenza, e non è una meraviglia, ignora. Dunque la data, anche volendo trasferirla a indicazione cronologica della porta maggiore, non indica nulla più di quanto indica, che cioè le traversine di ferro sulle quali è incisa sono del 1696, nient’altro. Ma hanno queste un particolare pregio artistico? Costituiscono un’opera significativa? Niente affatto: sono cardini di un buon fabbro ferraio dell’epoca che è venuto ad applicare alla chiesa una nuova porta laterale che ha sostituito quella originale. Dunque l’attuale porta, anche ammesso e non concesso che sia del 1696, non è affatto la prima che abbia adornato per così dire il tempio, ma è una porta sicuramente successiva, notevolmente successiva anche alla sovrastante tribuna che è del 1623. Dunque si impedisce la sostituzione della porta perché la si ritiene antica, anche se poi, così è scritto nella comunicazione stavolta negativa della Soprintendenza, si riconosce che questa antichità va riferita alle sole traversine in ferro, ripeto peraltro non datate, e non all’intera struttura. Perciò dei cardini e delle traversine in ferro di una porta laterale che non si intende sostituire, stanno impedendo e tuttora impediscono che la porta di D’Anna vada collocata al posto dell’attuale. La Soprintendenza vuole salvare solamente dei cardini e delle traversine. Per fare ciò nega, su pressione di una piazza messa su anche da improprie informazioni, che si realizzi un’opera che davvero darebbe lustro alla chiesa: un’opera sulla quale magari i critici potranno disputare ma che sicuramente appare espressione di un artista che nella realizzazione dei pannelli esprime un’anima popolare radicata ad un insieme di memorie, queste sì, tutte pertinenti al tempio. (…) Quando l’opera era già in cantiere, tra l’altro affidata per la fusione alla fonderia Domus Dei di Roma, la stessa, tanto per capirne il valore, che ha realizzato la copia in bronzo della imponente statua di Marco Aurelio che sorge al centro della michelangiolesca piazza del Campidoglio sempre a Roma, è sorto il putiferio. L’opera realizzata da D’Anna non solo è degna della collocazione prevista, ma i marcianisani di oggi dovrebbero essere riconoscenti ad un loro compaesano, artista vero e non effimero come tanti che si presumono tali. Ma perché questa porta dovrebbe diventare la porta nuova del Duomo di Marcianise? Perché a parte il valore artistico, sul quale magari si potrà disputare, ma che, a mio giudizio e a giudizio di coloro che hanno potuto studiarla, esiste, è una porta che esprime, naturalmente attraverso la trasfigurazione nel segno dell’arte, valori autentici della cultura popolare marcianisana. L’opera è, infatti, tutta incentrata sul mistero cristologico, attraverso una sequenza che realizza le successioni della passione di Cristo culminante negli episodi della crocifissione e della successiva resurrezione. Ed è qui il motivo centrale che consiglia e vorrei dire quasi impone che la porta sia collocata nel Duomo. D’Anna ha realizzato la porta con un profondo spirito religioso, volto soprattutto a celebrare la fede e la devozione al culto del Crocefisso, la cui statua di Giacomo Colombo è venerata all’interno del tempio. Anzi alla devozione marcianisana verso il Crocefisso l’artista dedica i due pannelli forse più significativi dell’intera sequenza, che esprimono momenti della processione della statua (nella foto). Così facendo D’Anna realizza sì un’opera che è naturalmente espressione del mondo poetico dell’artista, ma anche lega attraverso la teoria dei pannelli quell’opera ad una tradizione, radica quei bassorilievi nell’anima profonda della cultura religiosa locale, di cui la devozione al Crocefisso costituisce l’espressione di maggiore intensità”.
Salvatore Delli Paoli
Il Giornale di Marcianise, Anno III, n. 47, 4.9.2010, p. 7
In questa vicenda ci potrebbe essere un risvolto di carattere penale.
nex1 guarda che caffè procope non ha espresso parere sull’opera.
Cosa vuoi che notizie come queste non vengono pubblicate????
Invece di sperperare soldi per sostituire porte idonee e meglio che pensate alle popolazioni che non hanno nemmeno da bere.
Magari con quei soldi potreste fare un pozzo in africa…
Se poi per te crescere e’ sostituire delle porte, allora vuol dire che davvero stiamo messi male……
manco da Marcianise da Tantissimi anni! qualcuno mi potrebbe spiegare perchè debbono essere cambiate ste porte? ricordo che già tanti anni fa si era cercato di farlo ma poi alla fine le porte di bronzo furono date al duomo di Caserta se non erro.
Vorrei sapere perchè questo parroco è ostinato a cambiarle! usasse i soldi per altro
Caro Salvatore, il tuo argomentare é razionale, inconfutabile e condivisibile, però devi convenire con me che la “storia” di queste porte é avvolta in un mistero. Chi le ha commissionate? Chi ha deciso la sostituzione delle vecchie? Senza togliere meriti al nostro artista D’Anna, ma quale concorso é stato fatto per l’affidamento della realizzazione dell’opera? Allo stato può essere anche sciocco non collocarle dove fini e misteriosi cervelli avevano deciso ” a priori”, ma devi convenire con me che con un pizzico di democrazia la polemica di oggi sarebbe potuta essere un giorno di festa per la Città!
L’iter burocratico e democratico per la sostituzione delle porte di S. Pietro e del Duomo di Orvieto ha avuto certamente un’evoluzione diversissimo da quello che si é seguito per il nostro Duomo!
E’ questo non é cosa di poco conto: si é ripetuto il vecchio vizio dei nostri “notabili”, che hanno sempre deciso nelle “riposte mura”.
non me ne volere e stammi bene!
La fretta nello scrivere ha prodotto qualche errore di concordanza.
E’ il primo anno, forse da secoli, che le congreghe hanno disertato la processione del Corpus Domini, bisognerebbe raccogliere delle firme per una petizione da fare al vescovo di Capua per la rimozione del parroco Dello Stritto dal Duomo di Marcianise.
Porta Bronzea, opera del nostro noto artista D’Anna. Si dice che ritraggano, tra l’altro, noti personaggi pubblici di marcianise, alcuni ancora in vita. Che ne dite di chiamarle “Porta della Memoria”?
x Alberto Marino: non fare polemiche solo perchè tu non sei raffigurato sulle porte insieme a tanti altri politici. Dimentichi forse che tu da bravo comunista mangiapreti e mangiabambini non patecipavi alle processioni? Raffigurarti, pertanto, sarebbe stato un falso storico. Comunque, Alberto, si ‘o meglio, almeno per me.
Caro Alberto, ho inviato alla redazione di Caffè Procope un testo che mi auguro sia pubblicato. Ti toglierà ogni dubbio in merito alla genesi della porta. Grazie per il tuo intervento. A presto sdp
Correggo il mio commento, non sapevo che le porte sono state donate da D’anna, le ho viste stamane, semplicemente bellissime e idonee al contesto.
In merito al commento di Fedele Allontanatosi, sono daccordo , quella persona non e’ idonea per quel ruolo, meglio una poltrona in VAticano.