[1]Un vero è proprio scandalo quello accaduto al cimitero di Marcianise. Una vicenda messa in evidenza stamane dal quotidiano “Il Mattino” e venuta alla luce grazie al social network facebook ed in particolare la Piazza Caffè Procope [2], una vera e prorpia piazza virtuale che conta più di 2600 persone iscritte dove i cittadini discutono delle vicende cittadine. E’ una storia che mette in luce una mala gestione del sepolcreto marcianiano con evidenti responsabilità di carattere penale. In particolare una famiglia che aveva regolarmente acquistato anni fa una “fila di nicchie” si è vista impossibilitata a tumulare un prorpio defunto perchè queste ultime sono già occupate. Una vicenda assurda che genera ancora più rabbia perchè coinvolge sfere emotive in momenti delicatissimi e sul quale stanno indagando le forze dell’ordine che stamane, allertati dalle notizie della stampa, hanno compiuto un sopralluogo nel cimitero per fare luce sull’accaduto ed accertare eventuali responsabilità. Una vicenda che, purtroppo, non ha ancora avuto una conclusione visto che la salma della persona in questione si trova ancora nella sala mortuaria dopo quattro giorni dal decesso poichè i congiunti pretendono di inumarlo nella loro nicchia di famiglia.
Secondo quanto si è appreso, nel 1986 i familiari avevano acquistato 5 loculi nel cimitero di Marcianise. Le cinque nicchie, sarebbero state anche munite di “targhetta identificativa della famiglia”. Dopo una decina di anni, precisamente nel 1997, un familiare recatosi al cimitero notò che le targhette erano state sostituite ed i loculi risultavano, ad una verifica, concessi ad altre persone. La famiglia ha così provveduto a denunciare l’accaduto cercando di rientrare in possesso dei loculi e risolvere la questione per le vie legali, senza però giungere ad una soluzione definitiva. Intanto, però, quattro giorni fa è venuta a mancare una persona a cui era destinata una delle nicchie in questione. I familiari, volendo ribadire il loro diritto su quei loculi hanno riaperto il caso, reclamandone almeno uno dove poter inumare il loro congiunto. Il sindaco Antonio Tartaglione ha emanato anche un’ordinanza che prevedeva la sepoltura provvisoria del defunto in un loculo del Comune, nel cappellone del Municipio, ma i familiari non hanno voluto sentire ragioni ed acettare tale soluzione, anche se provvisoria, così la salma ha dovuto essere posta provvisoriamente in una cella frigorifera.
Intanto sia sul social network che in città, la vicenda ha suscitato commenti di solidarietà ma ha fatto venire alla luce anche altre storie incredibili. In particolare, un altro cittadino ha raccontato che lo scorso anno, recatosi al cimitero non trovò la tomba del nonno morto negli anni ’70. Tornato a casa, chiese al padre se la salma del congiunto fosse stata spostata in un altro posto. Il genitore, in un primo momento, pensò ad un errore del figlio nell’individuare la tomba, ma poi andò a verificare di persona nel cimitero. Con somma sorpresa si rese conto che nel loculo in cui doveva esserci il papà, c’era un’altra persona, mentre suo padre era stato spostato in un’altra nicchia. Così, solo dopo diverse segnalazioni e solleciti agli uffici comunali, le spoglie del nonno poterono essere risistemate nel loculo di proprietà.