Gentile redazione più di un mese fa il prof Alberto Marino inviava alla vostra redazione un post col quale annunciava che stava preparando un happening in pazza Umberto I a Marcianise per la celebrazione del 412esimo anniversario della condanna al rogo di Giordano Bruno. L’avvenimento, con certezza, fin’ora non c’è stato ed in considerazione dell’eccezionalità dell’evento che fa riemergere una figura importante nel panorama della filosofia italiana e del comportamento della chiesa Cattolica nei secoli, ho chiesto telefonicamente al professore i motivi della sospensione dell’importante avvenimento. Mi ha rassicurato che nella mattinata di domenica 4 marzo 2012 sarà portato in piazza un grande pannello su cui la valente mano dell’artista Vincenzo Carrino raffigura il tragico evento del rogo del filosofo avvenuto a Roma a Campo de fiori. Si è scusato del ritardo adducendo motivi di opportunità consistenti della concomitanza dell’evento con i festeggiamenti connessi al periodo di carnevale. Si prega la spettabile reazione di pubblicare il presente post perché si abbia una più ampia informazione dell’evento già pubblicizzato dal vostro giornale online.
Distinti Saluti,
Carla delle Curti
Per Carla Delle curti. Mi fa piacere che c’é qualcuno che si é preoccupato per la mancata rappresentazione annunciata.
Quando inviai a “Procope” il post nel quale annunciavo di commemorare la morte di Giordano Bruno per il 17 febbraio, il giorno del rogo, non pensai che c’era una concomitanza temporale coi festeggiamenti del Carnevale, che si sono protratti fino a domenica scorsa.
Solo la prossima domenica, 4 marzo, porterò in piazza Umberto I un dipinto del pittore Vincenzo Carrino, che, su compensato cm. 125×200, raffigura la morte per rogo di Giordano Bruno. Per l’occasione sarà anche distribuito un volantino che sintetizza la vita e la filosofia del grande Nolano!
Stammi bene!
Grazie
Questo il ” volantino” che sarà distribuito domenica 4 marzo, nella mattinata.Sarà anche esposto un dipinto di Vincenzo Carrino, compensato con dimensione cm.125×200, raffigurante la morte per rogo di Giordano Bruno!
Morì per la libertà di pensiero!
Il 17 febbraio è stato il 412° anniversario della morte di Giordano Bruno, il filosofo, nato a Nola e condannato a morte per rogo dalla Santa inquisizione a Roma, a Campo dei Fiori, nel 1600.
Il suo pensiero è complesso, articolato, racchiude tutto lo spirito del nostro Rinascimento e, quindi, non può essere ristretto in una pagina.
Tra le tante sue idee, sicuramente in contrasto con il Cattolicesimo, quella centrale del suo pensiero ne determinò la condanna e la morte per rogo.
E’ autore di parecchie opere, anche teatrali, ma, secondo il mio modesto giudizio, il libro che fece arrabbiare le gerarchie ecclesiastiche fu il suo “De l’infinito universo et mondi”, in cui espone le idee centrali del suo pensiero.
Bruno era un domenicano, fermamente convinto della presenza di Dio in tutto l’universo, che considerava infinito.”Dio, diceva il Nolano, per essere infinito non può che creare l’infinito; nell’universo, dunque, ci sono infiniti mondi che sono abitati da altri esseri viventi”.
Dispersa nell’universo, come un granellino di sabbia, la terrà perdeva, così, la sua centralità, “perché, affermava Bruno, l’infinito non può avere un centro”.
La mazzata, per le gerarchie ecclesiastiche, era grossa, perché la terra, perdendo la centralità nell’universo, faceva perdere l’universalità della Chiesa, racchiusa nell’aggettivo cattolico.
Detto in parole povere: il papa, fino allora, ritenuto universale, perché rappresentante del Dio sulla terra, finiva, per “colpa” dell’intuizione filosofica di Bruno, per diventare il “capo” di un granellino di sabbia, disperso nell’universo!
Che farne di questo monachetto tanto bugiardo da affermare che tutti gli uomini bianchi, neri, rossi, gialli, gli Indios, gli animali, i papi, i cardinali, i re e gli imperatori sono tutti uguali, perché fatti della stessa materia universale e divina?
Di rimedi, in pieno clima di controriforma, ce n’erano in abbondanza e gli spicci erano l’abiura o la condanna a morte.
Dopo sette anni di galera, venti interrogatori, alcuni con tortura, il monaco eretico non abiurò e fu, perciò, condannato ad essere bruciato vivo.
Quando gli comunicarono la sentenza di morte, la cronaca riporta che dicesse: “Questa condanna fa più paura a voi che l’avete data che a me che la subisco”.
Quando lo portarono al rogo, ancora lucido e nel pieno possesso delle facoltà mentali, gli fu messa la mordacchia, uno strumento che blocca la lingua, per evitare che continuasse a maledire i suoi aguzzini.
Durante processo a Bruno, un agguerrito inquisitore fu il cardinale Roberto Bellarmino, che fu arcivescovo di Capua ed oggi è santo!
Alberto Marino
Marcianise, I marzo 2012
Piuttosto che ricordare il buon Bruno che credo conoscano tutti, proverei soprattutto a ricordare le tante vittime silenziose del degrado ambientale marcianisano. Ergo, fatico a comprendere questa voglia matta di continuare a sguazzare nel passatismo smodato, nelle comode e demagogiche commemorazioni feticiste, rinunciando al presente e al futuro. A Marcianise ci sono tante persone che ogni santo giorno lottano contro un male oscuro. L’inquisitore del nuovo millennio è l’inquinamento e i suoi depositari. Nella nostra amata cittadina, è in atto da più di un decennio un rogo a fuoco lento mille volte più devastante di qualsiasi altro rogo, e nessuno riesce a rendersene conto. Sarebbe più interessante una mostra fotografica atta a mostrare il degrado in cui viviamo e i danni umani e materiali provocati. Altro che Bruno ( e non me ne voglia il caro Professore rosso).
Caro scerioffetrombette, il professore rosso, come tu mi chiami, è attivo anche nella sezione di Marcianise di ” Roghi tossici”, ha scritto un volantino sul problema.Faresti bene a venire pure tu. Stammi bene !