Si è svolto ieri presso la sede del M.S.E. (Ministero Sviluppo Economico) in Roma, l’atteso incontro per la presentazione del piano industriale di Jabil Italia. L’azienda, dopo un ampio preambolo in cui ricordava il contesto negativo di mercato e le criticità del portafoglio clienti, ha presentato un quadro in cui si rendono necessari sia degli obiettivi di crescita del fatturato che un ridimensionamento della struttura ad oggi presente nel nostro Paese.
A fronte quindi di ipotetici interventi per riportare il fatturato su livelli accettabili, sono stati evidenziati dei pesanti tagli occupazionali, quali: · Chiusura della sede di CASSINA entro il 31.12.2011 · Chiusura della sede di BERGAMO entro il 31.12.2011 · Riorganizzazione e riequilibrio diretti / indiretti della sede di Marcianise , con un ipotetico piano di investimenti non meglio specificato Fim-Fiom-Uilm Nazionali, in concerto con tutta la delegazione presente, hanno giudicato inaccettabile tale piano che di fatto non da prospettiva alcuna a nessuno degli stabilimenti di Jabil Italia.
Il M.S.E. ha condiviso questo giudizio di negatività. E’ stato quindi chiesto al management italiano di farsi carico di segnalare alla casa madre la necessità di predisporre un nuovo progetto alternativo che mantenga e rilanci l’attuale struttura di Jabil Italia e che dia tranquillità e prospettive a tutte le lavoratrici ed a tutti i lavoratori del gruppo: a questo proposito è stata segnalata la necessità di calendarizzare a breve un nuovo incontro, alla presenza della casa madre. Fim-Fiom-Uilm Nazionali proclamano lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti di Jabil Italia e si predisporranno, dopo il prossimo incontro, ad un giro di assemblee al fine di informare e di condividere ogni ulteriore azione fosse necessaria per evitare ulteriori criticità.
Così si è espresso Bellavita (Fiom): “Jabil, multinazionale Usa attiva nel campo dell’elettronica, getta la maschera. Oggi, al tavolo aperto a Roma presso il ministero dello Sviluppo Economico, la Direzione di Jabil ha annunciato la chiusura degli stabilimenti di Cassina de’ Pecchi (Milano) e di Bergamo, mentre, per quanto riguarda quello di Marcianise (Caserta), si è limitata a formulare molte promesse senza assumere nessun impegno concreto sul rientro di nuove produzioni.” “Ci troviamo quindi di fronte a un vero e proprio piano di dismissioni che consideriamo inaccettabile. E ciò tanto più se si considera che Jabil, senza averlo minimamente accennato al tavolo ministeriale, ha avviato le procedure dei licenziamenti per la chiusura dei due stabilimenti pochi minuti dopo l’incontro. Chiediamo quindi il ritiro immediato di tali procedure e l’apertura di un confronto per la costruzione di un progetto industriale alternativo.” “In realtà, è a rischio l’occupazione di tutti i dipendenti di Jabil Italia; sono cioè a rischio 1.100 posti di lavoro. Dal piano presentato dal management dell’Azienda, appare infatti evidente la volontà di dismettere a tappe la presenza della multinazionale Usa dal nostro Paese.” “Chiamiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori alla lotta per salvare l’occupazione e gli stabilimenti del Gruppo. Al Governo chiediamo che i vertici di Jabil siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità. Si tratta infatti di quegli stessi vertici che, nel tracollo economico di Competence, l’Azienda subentrata dopo il precedente disimpegno di Jabil, si erano presentati come i salvatori dell’Azienda, pronti a investimenti concreti e a portare in Italia produzioni aggiuntive.” “Il proliferare di crisi aziendali e il loro concatenarsi rende sempre più evidente la necessità di un impegno diretto dello Stato con l’obiettivo di rimettere al centro dell’iniziativa economica una vera politica industriale.”