Il Carnevale che ricordo era soprattutto povero e semplice, costumi fatti di stracci e di abiti dismessi, maschere fatte di carta o volti dipinti con pezzi di carbone o di rossetto, ragazzi vestiti da femmine e ragazze vestite da maschi.
Chi non ricorda le famose ‘mburliate fatte con la farina o addirittura con la scagliola, in giro di sera, chiorme di ragazzini per la strade buie e sterrate, bussavano alle finestre a chiedere qualcosa per Carnaval’, per la maggior parte si riceveva acqua e rimproveri, e qualche volta un po’ di migliaccio, salsiccia, vino, pane o caramelle di zucchero quelle fatte in casa.
I più grandi, organizzavano ‘O spusarizzij, il corteo comprendeva almeno la coppia di sposi, i genitori i compari, il prete e l’immancabile scia di ragazzini che si portavano dietro.Le famiglie, nei capienti e polverosi cortili non facevano mancare mai ‘o Carnaval’ muort’.
Quasi sempre al centro dell’aia, dando i piedi verso il portone, su di un letto composto da un paio di tavole sgangherate a formare una piazza, sorrette da supporti di ferro quelli a “u” capovolta, con sopra Carnaval’, il fantoccio di pezza, mentre salsicce e nnoglie erano appese alla croce che a capo del letto era eretta.
Ai quattro angoli, nei vasi di latta arrugginita, un addobbo floreale con piante ‘e cappiell’, un ramoscello di limone per scacciare via le mosche fastidiose, e un fiasco impagliato pieno di vino di uva fragola , trovava posto giusto in mezzo alle gambe di Carnaval’……..”.
Quest’anno, le manifestazioni carnevalesche realizzate da varie associazioni sono state parecchie e tutte volte al recupero della tradizione. Sono ormai circa venticinque anni che a Marcianise i ragazzi a carnevale percuotono botti, tenelle e falci, tranne qualche breve tregua, e adesso per il quarto anno consecutivo hanno sfilato i carri dei bottari, ormai anche questa manifestazione denominata ‘Ndunduniata che vede impegnati circa un migliaio di ragazzi sta diventando una vera e propria tradizione, che alcune fonti di ricerca ricollocano le sue origini nella nostra città a più di un secolo e mezzo fa.
Tre sono stati gli allestimenti del Carnevale morto; quello a Puzzaniello, sotto all’arco di Foglia e quello organizzato in un antico cortile di fronte all’Istituto Montessori in via Duomo.
Quello del Sito di Puzzaniello “Vicienz’ “ lo conosciamo tutti, arrivano curiosi da tutti i rioni per vedere il pianto convulsivo e disperato dell’unico “erede” che indossa uno scialle nero e un paio di occhiali spessi come il fondo di bottiglia.
Il Carnevale di Spazio Corrosivo in via Foglia, da alcuni anni viene allestito in chiave artistica e attira un sacco di persone che bazzicano nell’arte in genere, alcune persone anziane si presentano all’appuntamento inscenando i propri repertori fatti di ricordi, con lamenti e canti a suon di tammorre, abbastanza contenuti e moderati come si addice all’ambiente che li ospita.
A questi due appuntamenti già noti, quest’anno si è aggiunto quello organizzato dal Coordinamento Associazioni Marcianise, che per la maggior parte è formato da giovani, che da pochi anni sono nel mondo dell’associazionismo, hanno voluto allestire un Carnevale che rispettasse quanto più possibile la nostra tradizione, povero e semplice senza artifizi, il cortile vecchio si è prestato a meraviglia, le tammorre la facevano da padrona, erano ovunque a portata di mano per tutte quelle persone che non aspettavano altro che esibirsi nel modo più naturale possibile come lo era ancora nei rispolverati ricordi.
Sono state invitate tantissime persone anziane che giunte all’appuntamento col morto, ma molte sono arrivate spontanee, è successo di tutto, sembrava che si conoscessero tutte e chissà da quanto tempo, i canti del lamento a Carnevale le accomunava in un unico delirio convulsivo teatrale. Ballavano e cantavano li ggioia soia al suono di tammorre e castagnette che scandivano il ritmo bucci bucci bucciccì del nostro unico bball’ e’ ll’urz’ .
Tanto vino, migliaccio, chiacchiere e divertimento puro e genuino per le persone che a fiume hanno visitato il Carnevale.
Poi, il fantoccio è stato portato a spalle in piazza per il corteo funebre, una calca di persone si stringeva attorno a Carnevale per vederlo e per piangerlo nei modi più assurdi possibili, persone che si piegavano in due dalle risate. Rientrati al cortile, si è dato inizio al rito della distruzione del fantoccio, e mentre bruciava, un sottofondo di tammorre scandiva un ritmo calante, annunciando l’entrata della Quaresima.
Michele Colella – vice presidente Pro Loco Marthianisi
Grande Michele…………..
Complimenti per l’articolo e l’impegno nel recupero delle tradizioni. Per chi come me è andato via all’inizio sembrava una liberazione. Con il tempo, talvolta, sembra una prigione.