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Gassificatore: “ça va sans dire” | di Felice Colella

Il termine rifiuto ha sempre generato nei nostri animi stati di insofferenza, vessazione e malaffare, ciò perché la gestione dello stesso è sempre stata associata a gente che aveva come principio la creazione di interessi e ricchezze personali, piuttosto che lo smaltimento o meglio il riciclo dello stesso. Tale considerazione non nasce a caso, ma è la derivata di una gestione politica – camorristica del rifiuto che ha devastato il nostro territorio creando danni ambientali incalcolabili, non sanabili neanche nel lungo periodo. La legge italiana è in linea con il normato europeo, avendone recepito tutte le direttive, ma evidentemente, non bastano le leggi per fare di uno Stato, uno Stato civile. Le previsioni di legge , da sempre hanno indirizzato il ciclo del rifiuto, differenziazione- raccolta – trattamento – riciclo – riutilizzo – parte residuale inerte in discarica, verso un impatto il meno nocivo all’ambiente e alla salute pubblica. I vari CONAI creati, dovevano dare una grossa mano nella gestione del rifiuto, carta, cartone, vetro, oli, batterie, plastica, alluminio ( il prezzo d’acquisto comprende un contributo per il riciclo ) praticamente manco entravano nel ciclo, anzi la discarica non la vedevano neanche da lontano. Rifare la storia degli ultimi vent’anni per analizzare le motivazioni che ci costringono a vivere, in un territorio ambientalmente compromesso, è esercizio affrontato a più riprese, da esperti del ramo e, dalla Magistratura, si dalla Magistratura. Pertanto il focus dell’articolo deve riguardare, nel particolare, il nostro territorio perché se ognuno riguarda il proprio, applica la famosa massima “ se ognuno pulisce il proprio uscio tutta la città sarà pulita “.
Già l’anno scorso, proprio in questo periodo, fu sventata la costruzione di una centrale elettrica turbo gas, l’amministrazione ne ebbe notizia dai giornali a carotaggi già iniziati ( sic ) nell’area ASI, zona ex “ Impianto di Cogenerazione “ ( altro impianto costruito con soldi pubblici, mai collaudato, mai messo in funzione ), questa volta è ancora peggio, sembrerebbe che Il gassificatore, l’abbiamo chiesto proprio noi. Qui non si vuole parlare a prescindere circa la validità e o la presunta nocività dell’impianto, sembrerebbe il meno “ nocivo “ con il combustibile, però idoneo, frutto di una raccolta differenziata spinta, cosa da cui siamo lontanissimi. Qui si vuole esclusivamente rigettare il cosiddetto principio DAD ( Decide, Announce, Defend ) prevede che la cittadinanza sia informata solo a giochi fatti, questo principio, non vale, non deve assolutamente valere quando è in gioco la salvaguardia del territorio e la salute pubblica. Il problema è serio, nessuno lo nega o lo sottovaluta, perciò deve sottostare ad un processo partecipativo dove la cittadinanza e tutti i soggetti /enti coinvolti, devono dare un contributo efficace e di indirizzo, e non rappresentare, magari, elemento di conflittualità e di rallentamento decisionale. Prima di dire si, era obbligo formare un consenso sulla scelta strategica che si andava a sostenere. Una scelta, dovuta e non procrastinabile, ma perseguita attraverso la logica della condivisione, dove le parti cedono una fetta del loro ruolo in cambio di un’assunzione di responsabilità – concorrono alla decisione, per conseguenza ne sono responsabili – Una scelta che doveva, comunque, tenere conto dei bacini d’utenza, della localizzazione dell’impianto, dei principi da applicare per consentire una differenziazione qualitativa/quantitativa corretta per l’avvio al gassificatore del rifiuto, delle competenze di monitoraggio, delle ricadute economiche occupazionali sul territorio, dell’impatto ambientale. Forse il Gassificatore è l’impianto più sostenibile per l’ambiente, per il territorio, ma non è più tempo di “ ça va sans dire“.

Felice Colella

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Alfonso Alberico - Marcianise

8 Comments

  1. Alice
  2. Pierino Gentile
  3. Pierino Gentile
  4. marcianise s'è desta
  5. Felice Colella
  6. Marco RUSSO
  7. a tasso zero
  8. Felice Colella
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