I Popolari Democratici, movimento che fa capo all’ex deputato Pierino Squeglia e che conta sette consiglieri comunali, hanno offerto il «pieno e convinto sostegno» al sindaco Fecondo «per ripartire dal punto dove abbiamo lasciato». La decisione è stata presa all’unanimità dall’assemblea del movimento nella riunione di venerdì sera ed è stata comunicata al sindaco dallo stesso Squeglia. Un annuncio che Fecondo ha particolarmente apprezzato «per la correttezza politica dimostrata dai Popolari democratici» dopo le voci che davano Squeglia fuori dalla maggioranza di centrosinistra e vicino al deputato Domenico Zinzi.
Si ricompone così la coalizione che in consiglio comunale ha sostenuto Fecondo fino al 19 marzo: oltre ai sette componenti dei Popolari Democratci, il sindaco può contare sugli altri sette consiglieri del Partito Democratico e su quelli dello Sdi (la cui segreteria provinciale ha espresso soddisfazione per il reintegro di Fecondo), dell’Udeur e di Sinistra Democratica. L’unica incognita rimane il presidente del consiglio Salvatore Bizzarro che, negli ultimi tempi, sembra che abbia preso le distanze da Squeglia. Lo stesso però si è detto molto soddisfatto del reintegro dell’Amministrazione Comunale ed ha invitato oggi consiglieri comunali e assessori ad assistere alla partita di calcio che si giocava al Progreditur dopo 5 mesi di esilio allo Stadio Pinto di Caserta.
Popolari Democratici sostengono il Sindaco Filippo Fecondo
28 Gen 2009
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caro Professore ho una immensa stima per Lei ma purtroppo mi sto accorgendo che tutti i suoi discepoli la stanno abbandonando per una poltrona o pechè Lei non essendo deputato ed altro quindi capisco la sua scelta ne rimanere ad appoggiare la sx ma le voglio far notare che i suoi uomini sono in vendita.
a questo punto so che il mio consiglio è inutile ma le dico mandi a casa questa amministrazione e subito al voto
ricominciamo a riprenderci la citta e far chiarezza in questa nebulosa realta
un’amico di sempre
illustri zinzi e squeglia,vi parla un centrista convinto e vi chiedo come è possibile che siete uniti nella costituente di centro e siete divisi nel consiglio comunale di marcianise?
dove si evidenzia un’opposizione composta dai zinziani una maggioranza composta da uomini di sueglia di supporto convinto a fecondo,a tal fine gl’uomini di adornato qualora ci fossero capeggiati da golino dove si schiererebbero???
questo è il dilemma!!!
On. Squeglia mi permetto di farle publicamente un appello: Esca fuori dalle ambiguità e dopo tanti anni di politica attiva che certamente non per colpa sua, si è dimotrata fallimentare, non perda l’occasione di dar vita ad un coraggioso rinnovamento.
Dia un taglio con il passato, che non vuol dire esca di scena, ma almeno dimostri di avere coraggio e dia veri segnali di cambiamento.
La vicinanza con l’On.Zinzi, il percorso dell’Unione di Centro, la storia con De Mita, appaiono come l’eNNesimo schiaffo alla città, prenda le distenza anche dalle manovre poltiche nazionali e si interessi seriamente di Marcianise, la città in cui lei è nato, che non l’ha mai tradita in tutti questi anni e non è stata mai ricambianta.
Se a coraggio rinnovi…… rinnovi….. rinnovi….. a cominciare da tutti i suoi uomini in giunta e se ha ancora peso poltico lo spieghi hai suoi storici colonnelli, a corto di idee e di credibilità e se non vogliono capire li lasci pure andare.
NON E’ CREDIBILE CIò CHE SOSTIENE SE NON PROPONE ALLA CITTA’ UOMINI NUOVI.
SE LEI NON HA UN PARTITO IN GRADO DI SOSTENERE UOMINI NUOVI IN QUESTO MOMENTO STORICO LEI NON HA FUTURO POLITICO.
Ma se ritiene che questa amministrazione vada sostenuta non può certo sostenerla con chi le ha distrutto la credibilità e fatto di questa città la pegiore della provincia di caserta.
Se questo non è possibile, lasci stare.
Si risparmi questa immane fatica, non è credibile il suo operato se non passa attraverso un visibile rinnovamento.
Lasci ad altri queste ambiguità lei rischia di concludere la sua carriera politica nel peggiore dei modi possibili, trascinandosi dietro anche i cittadini, gli unici veri innocenti di queste assurde manovre politiche. Grazie.
Un cittadino profondamente deluso.
Uno non e’ piu’ onorevole perche’ Veltroni ha capito.
Due facciamo emergere i giovani che sono piu’ capaci di voi classe politica ex DC….
X Pasquì. Sembri proprio un cane “arraggiuto”. A parte il fatto che certi titoli si mantengono a vita, tu stai parlando di una persona che so bene che anche quando era in carica non si presentava e si faceva chiamare non onorevole , non professore ma solo Pierì. Tutti dai grandi ai piccoli lo chiamano così ; solo qualcuno prof, e qualche altro Presidé. L’umiltà e la modestia della persona sono tutt’uno con la sua intelligenza, soprattutto politica.
Pigliati qualche gocia di antirabbia , ti farà vivere meglio. Piuttosto esci allo scoperto e facci vedere cosa sai fare.
Antonio Belardo
Belardo come vedo sei il lecchino di turno, bravo
Che dici sti giovani politici li vogliamo far emergere?
O per altri 50 anni dobbiamo tenerci gli Squeglia e i Zinzi?
Vorrei solamente sapere dove volete arrivare gia’ bastano i danni sul territorio che hanno lasciati, inutile colpevolizzare gli altri, che si facciano da parte.
Scusa ma che cose e’ la gocia?
Non credo che il Prof. Squeglia sia stato il tuo insegnante
Caro Pasqui, i titoli si mantengono e non vanno quindi persi. Anche il vecchio Dante Cappello, lo chiamano Onorevole o Presidente.
Per me quei titoli non valgono nulla, quello che vale nella vita e quello che si fa per il prossimo.
Da noi sappiamo come funziona c’e’ un capo e cento lecchini che fanno di tutto per pensare solo i fatti ….. loro, poi c’e’ la gente che non arriva a fine mese.
Basti pensare che quando abbiamo avuto l’emergenza rifiuti a Marcianise, sai l’unico bidone che veniva sversato era quello di una sola strada. Prego Linterassato di commentare e non dire cavolate……
Due ora sono le cose , quel bidone o lo sversavano i cento lecchini o veniva sversato perche il titolo come dici te viene mantenuto …
X BERSANI PRESIDENTE
La politica non si fa con l’anagrafe. Ma anche l’on. Squeglia converrà (dato che lui, alla sua prima esperienza come sindaco, avvertì con insostenibile fastidio il fiato sul collo di chi, più anziano ed esperto, avrebbe voluto interferire con le sue giovani scelte) che dopo quarant’anni di alternanza tra Squeglia e Zinzi e Zinzi e Squeglia occorra sbloccare i processi di rinnovamento. Forse i problemi di Marcianise derivano proprio dalla sclerotizzazione del dinamismo sociale, politico, civile: quel grumo di interessi polarizzati che ha finito, con gli anni, per generare longevi padrinaggi politici e un solido latifondismo elettorale. Certo, oggi Squeglia, accortamente, si limita a dire che vorrebbe fare il ct, l’allenatore, magari il suggeritore. Siamo sufficientemente tolleranti e apprezziamo abbastanza Voltaire per intimare silenzi e imporre discriminanti. Tuttavia il migliore suggerimento che Squeglia e Zinzi potrebbero fornire a tutela del bene della collettività resta quello di una catartica e definitiva analisi autocritica sui tanti errori commessi, direttamente e indirettamente, nella satrapica tentazione di scoraggiare opportunità di crescita a favore di una nuova classe dirigente; nella arroccata difesa dei propri privilegi; nel segno di una evidente arretratezza interpretativa del proprio ruolo di rappresentanti di una comunità. E ci consenta anche di muovere non una contestazione, ma di denunciare qualche perplessità sulle sue riflessioni: caro Squeglia, lei continua a far riferimento alla tradizione del cattolicesimo democratico, a Maritain, a Dossetti, Moro; o al popolarismo di Sturzo. Evocare pantheon o figure in odore di santità non restituisce leggerezza e trasparenza; anche perché qui siamo su profili più modesti, che interessano la buona amministrazione della città, per la quale sarebbe sufficiente buon senso e capacità di applicare un programma di interventi (e magari scegliere non portantini, pseudo-imprenditori minimamente scolarizzati e soggetti borderline da incoronare assessori: vera zavorra politica, civica, economica, politica, sociale). Oggi, caro Squeglia, l’identità politica di riferimento per chi amministra una comunità la fa il risultato del proprio operato e, certo, il metodo (compresa la cifra etica) adottato per raggiungerlo. Il resto è chiacchiera da salotto. E se permette anche un po’ ammuffita.
Potrei fare un lungo elenco di ragazzi che si sono accostati all’On. Squeglia negli anni.
Nessuno è riuscito ad emergere.
Non ha nessun interesse a far affermare una nuova classe politica di giovani di qualità. Aspettate qualche giorno e vedrete….
Prova evidente che in questa fase di crisi è completamente isolato. Adesso cerca di dare una nuova immagine di se e del suo partito, ma le cose in politica cambiano e se il futuro non lo prepari per tempo si rischia di finire in disgrazia per sempre.
Un accorato appello a Pasqui. Hai ragione, i giovani debbono emergere ma se ragionano come ragioni tu non emergeranno mai. Io non credo che l’intelligenza e le capacità si misurano con gli anni. Per favore dichiara di essere vecchio altrimenti i giovani che figura ci fanno ? A proposito, visto che hai richiamato Belardo per la gocia al posto della goccia, vuoi dirci se hai frequentato Oxford , La Sapienza di Roma o La Cattolica di Milano? Siamo fortemente in dubbio , visto che hai tanta cultura da poterti concedere “i Zinzi” . Sei un grande. Non dimenticare la dichiarazione se no quà corriamo il rischio di stare fuori almeno per altri 30 anni. Rossella
Per Pasqui.Ho capito il bluff. Dici di essere giovane per dimostrare che i giovani dicono sciocchezze, inventano situazioni, sono presuntuosi (rimprovero ad Antonio di aver scritto “gocia” al posto di “goccia”) ignoranti e non sanno scrivere nemmeno in italiano ( scrivi ” i Zinzi” e “linteressto”) . In realtà tutto questo lo fai apposta. Sono sicuro che sei un vecchio furbo che non vuol cedere il passo. Ormai ti ho sgamato . I giovani a Marcianise, quelli veri, sono cosa ben diversa da te. Rossella
Qualcuno potrebbe dirmi quanto costeranno al mese gli assessori senza delega? Non era più opportuno, dopo averli insediati e dopo aver deliberato le cosa necesssarie, azzerare completamente la giunta per apririre davvero una nuova stagione politica?
Tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo il mare
UNA RISPOSTA DI CUORE A “I LOVE M”.
Mi sarebbe piaciuto mettere la mia firma sotto il tuo commento e non solo per le riflessioni che fai, ma anche per il modo di esprimerle e per la ricchezza di citazioni, storiche, letterarie,politiche.
Riesco a giustificare l’anonimato su commenti stupidi,superficiali, scorretti ed offensivi,ma nel caso tuo non riesco proprio a capirlo!
Alberto Marino
Vorrei proporre una riflessione: qualcuno vuole ricordare le reali capacità che gli ex assessori hanno mostrato nel gestire le esigenze di Marciansie.
Tremo all’idea che i Popolari Democratici debbano ridare sostegno all’amministrazione Fecondo con i politici che nulla hanno fatto e nulla sapevano fare (tranne che i voti) fatti nel modo che tutti sanno e che e meglio non dire.
Chiedo scusa per la rabbia…. ma veramente questa nuova politica dei Popolari Democratici mi sembra un po una presa in giro.
E’ possibile avere dei rappresentanti politici che tanto per cominciare quando si presentano davanti ai cittadini siano umili e possibilmente parlano un italiano più o meno corretto, senza farci fare brutta figura? Tanto per cominciare…… On. Squeglia è daccordo?
Francesca non preocuparti, l’indennità di questo mese è il TFR per mandarli a casa.
Grazie, caro Alberto. Ma credimi, il mio anonimato è imposto da esigenze professionali che mi obbligano a non schierarmi pubblicamente. Non certo dalla codardia.
La politica cosa ha fatto per Marcianise?
Te parli cosi’ perche’ non sei mai uscita da Marcianise e pensi che una civilta’ meglio di Marcianise non esiste.
Purtroppo bisogna copiare da paesi che fanno meglio di noi, ma neanche quello sanno fare, perche i volponi vecchi pensano solo agli interessi loro e tutti voi lecchini sieti complice di questo sistema….
Poi i messaggi si scrivono una volta che ne scrivi due e ripeti la stessa cosa…………….
Per I LOVE M. Sono una cittadina marcianisana orgogliosa di esserla. Fin da ragazza sono stata impegnata in associazioni varie soprattutto di volontariato. Debbo dire che concordo solo in parte con l’avv. Marino sul giudizio dato su I LOVE M . Infatti riconosco il tono pacato e una specie di analisi accattivante ma mi fermo quà. Perchè dovrei aggiungere che ci troviamo anche di fronte ad un’analisi epidermica, infarcita di luoghi comuni, giudizi sommari e, soprattutto sterile, perchè fine a se stessa. In ogni caso una posizione rispettabile e,credo, non prevenuta. Ma due domande mi pongo. Possibile che anche chi dimostra intelligenza, cultura ed acutezza alla fine riduca il suo pensiero solo a riferimenti del passato e non riesca ad impostare un minimo di ragionamento sul futuro , sulle mete da raggiungere, sul percorso da seguire? E’ possibile che tutta la nostra riflessione si debba ridurre a chiedere autocritiche agli altri ? E’ possibile che tutto sia stato sbagliato ? Sia tutto da rifare ? Ma , mi chiedo, tutte queste intelligenze dove sono state finora? Dov’erano quando i misfatti, rispetto ai quali oggi ci si erge a giudici, venivano perpetrati? Quali ostacoli o divieti hanno loro impedito di mettersi in gioco ? Se si hanno convinzioni tanto chiare, quale impedimento si è trovato per esternarle ? Sicuramente ci sono in giro troppi “portantini, pseudo-imprenditori minimamente scolarizzati e soggetti borderline” Sono persone che certamente non ho votato né voterò mai, ma la lettura di I LOVE M me li fa diventare simpatiche : è gente che, comunque, ha messo in gioco la propria faccia; sono persone che ( non mi interessa se per sfrontatezza o per coraggio ) , si sono sottoposte all’esame del popolo e sono state votate. Sono soprattutto persone, su cui si può anche dire che non sono pari ai compiti e alle responsabilità pubbliche che hanno, ma di certo non si possono spregiativamente definire per la professione che esercitano La cosa grave ed immorale (!), sulla quale effettivamente bisognerebbe fare autocritica, e su cui certamente non c’è da menar vanto con i propri figli, ai quali sarebbe opportuno nascondere la verità senza tentare scusanti, è che i portantini ecc hanno avuto la strada spianata dall’assenza e latitanza dei loro papà “professionisti” con le loro “esigenze professionali” ,dal nascondersi dei tanti scienziati che per esigenze professionali si “sentono obbligati a non schierarsi pubblicamente”. Eppure la vita politica è stata arricchita dalla partecipazione e dalla testimonianza di tanti uomini illustri: scienziati, avvocati, scrittori, filosofi, intellettuali , magistrati, preti, ecc. Probabilmente a Marcianise abbiamo dei prototipi rari e particolari che hanno” esigenze professionali ” tali per cui non si possono esporre pubblicamente” : io credo che questa sia la vera “zavorra politica, civica, economica, politica, sociale”.Allora basta con questo culturume improduttivo, questa saccenteria schifiltosa , questo razzismo strisciante e latente, questo assurgere a tribunali della storia senza averne né titolo né capacità. La vita politica, la vita della comunità alla quale apparteniamo ha bisogno dell’impegno e del contributo attivo di tutti. Abbiamo bisogno di chi opera e anche di chi esercita un rigoroso diritto di controllo e di critica. Ma lo deve fare apertamente mettendoci la faccia, mettendosi in gioco. Solo allora si è credibili. Altrimenti è meglio stare nascosti come le talpe. Io non so cosa voglia dire la “M” di I LOVE M, certamente non sta per Marcianise. Molto probabilmente essa sta solo per ME. Maria Delli Curti
Io invece concordo perfettamente con il giudizio del prof. Marino (a proposito, professore, non aveva detto che non leggeva interventi anonimi perché strumentali o comunque “mugugni”?).
I love M ha fatto un’analisi acuta; non conosco la signora/ina Delle Curti, con cui mi complimento per la passione e la freschezza con cui si mette in gioco, ma devo dirle che non ho compreso del tutto il senso del suo intervento.
Se si sta facendo un’analisi della nostra realtà, dei nostri problemi, è evidente che si debba scavare nel passato; che questa analisi comporti però un giudizio severo anche nei confronti della sottile leva intellettuale della città ( su questo concordo) è un dato di fatto.
Non ricordo professionisti che si siano schierati apertamente contro i potenti di turno; con mentalità molto meridionale ognuno ha coltivato il proprio orticello, ha badato al proprio “particulare”, pur tuttavia non colgo oggi atteggiamenti maramaldeschi da parte di nessuno, anche perché non vi sono Ferrucci moribondi in giro. I nostri politici sono più vispi che mai!
Se poi ogni opinione espressa deve passare al vaglio critico della storia personale di chi scrive, basta dirlo.
Io personalmente (e sono convinto che questo valga per la stragrande maggioranza di quanti arricchiscono la discussione su questo sito)non avrei problemi, senza per questo ritenere di non avere, come ciascun cittadino, una fettina di responsabilità, non fosse altro che per apatia, per sfiducia, per quel sentimento gattopardesco che comunque non cambierà mai nulla.
Concordo perfettamente però sul fatto che è giunto il momento per tutti di scendere in campo, di dare il proprio contributo, piccolo o grande che sia, e se i partiti sono ormai strutture anchilosate e sclerotizzate (è d’accordo almeno su questo, si può dire?), scegliere altre forme di partecipazione, che siano associazioni, comitati o quant’altro. Mi pare che qualcosa si stia già muovendo in città, con vari comitati già attivi.
Se poi ne facciamo una questione di nick name, basta che la redazione ponga la regola di non pubblicare più interventi che non siano sottoscritti con nome e cognome controllati e collegati ad un singolo indirizzo e-mail.
Come vede, è solo una questione di paletti.
Una raccomandazione: la prego, non si faccia diventare simpatici portantini, portaborse e pseudo imprenditori; non è nel coraggio nè nella sfrontatezza che va ricercato il motivo del loro esporsi.
Marza x Maria Delle Curti
Cara Maria, la tua riflessione è un po’ insensata: anche perché non sono dermatologo e non capisco cosa voglia dire “analisi epidermica”. Tuttavia se ho dato l’impressione di prendermela “spregiativamente” con i portantini, me ne scuso: apprezzo il loro lavoro e la loro competenza di portantini. Ma mi è consentito liberamente aggiungere che quei portantini, quegli pseudoimprenditori e quei soggetti borderline (beninteso: non tutti i portantini o gli imprenditori, ma tutti i soggettio borderline) che hanno finora rivestito cariche pubbliche non li sento rappresentativi di una buona parte della società locale? O è proibito esprimere un libero pensiero, ancorché facendo uso di un nickname, senza abusarne, ma nel rispetto della libertà della rete? Ritengo del tutto gratuito giudicare un’idea dal nome di chi la esprime: le idee sono buone o cattive a prescindere da chi le sostiene. Inoltre, non penso che per maturare una valutazione politica o amministrativa sia indispensabile prima sottoporsi ad una esperienza politica o amministrativa. Quei pochi portantini, qualche pseudoimprenditore poco scolarizzato e i tanti soggetti borderline che negli anni hanno accumulato tanta esperienza politica e amministrativa a Marcianise non mi pare che abbiano tratto magistrali insegnamenti.
Insomma, sarebbe assurdo se prima di contestare l’imperizia di un medico, responsabile di aver provocato un caso di malasanità, ognuno dovesse necessariamente conseguire una laurea in medicina. Il buon senso è buon senso, così come la competenza è conoscenza e professionalità. Se sei tu a confessare di non aver mai votato questa gente, perché poi mi contesti di averli denigrati? Io non li denigro. Ma non voglio neanche essere così ipocrita da tralasciare la responsabilità politica di chi li ha arruolati, chiudendo entrambi gli occhi e turandosi il naso, sicuro del fatto che chi è poca cosa non darà mai fastidio: al massimo, inseguirà qualche sua piccola convenienza personale, lasciando libera la pista per il decollo al satrapo di turno. Ecco la verità, cara Maria. Tu osservi la punta del dito che indica la luna invece di guardare ad essa. Confondi l’effetto con la causa: se le competenze, le professionalità, il buon senso si sono così infrequentemente affacciati sullo scenario politico locale è perché le regole non scritte ma rigorosamente imposte hanno da sempre escluso o scoraggiato chi avrebbe voluto, pur timidamente, fornire un disinteressato contributo. Davvero pensi che le persone di buon senso di Marcianise siano tutte vili e codarde? Io non lo penso. Ci accontenteremmo di questa falsa quanto improbabile verità? Io no. E mi fermo qua, come hai “quasi” scritto tu nella nota precedente: permettendomi di segnalarti (senza alcuna saccenteria, lo giuro, ma in virtù di una vecchia reminiscenza di scuola elementare che credo a te, forse insegnante, sia colpevolmente sfuggita) che qui e qua non vogliono l’accento. Cara Maria, se ti fa piacere, viva i portantini!
Caro “I love M”, mi costringi a dare ragione a Maria Delli Curti.
Probabilmente avrai altri riferimenti politici e quindi le analisi di Gramsci non ti interessano.
A me questo filosofo della politica( scusami il pleonasmo)mi ha fregato 50 anni fa con il concetto di ” intellettuale organico”.
Non ho la pretesa di spiegarti questo concetto, però ti voglio dire come l’ho inteso io: tutti coloro che lavorano col cervello hanno un dovere nei riguardi della comunità, nella quale consumano i loro giorni!
L’istruzione, le professionalità e, più in generale, la cultura sono un bene collettivo, prodotto dall’intera comunità e, come tale, non le può girare le spalle e rinchiudersi nel “proprio particulare”, di guicciardiniana memoria.
Non voglio sapere qual é la tua professione, ma sicuramente se fossi nato nella Foresta amazzonica, oggi saresti un povero analfabeta.
Non lo sei perchè un maestro elementare ti ha iniziato ai primi rudimenti del sapere, perchè un operaio ha protetto i tuoi piedi con le scarpe, un sarto ti ha difeso dal freddo,un contadino ti ha nutrito e così via!
E sarebbe gratitudine voltare le spalle a tutti questi che ti hanno fatto ingegnere o avvocato?
Non pensi che, dopo aver provveduto a te stesso e alla tua famiglia,
tu debba qualcosa della tua esperienza a costoro?
Non credo proprio che la risposta naturale ad un dovere sociale ci debba costringere all’anonimato!
L’anonimato lo scelga chi non vuole fare questo dovere!
Sicuramente ho qualche anno più di te, perciò stammi a sentire e te lo dico con un verso del maestro di moralità, del XVII del “Paradiso”:
“…rimossa ogni menzogna, tua vision fa manifesta; e lascai pur grattar dov’é la rogna”.
Non avermene e stammi bene! Alberto Marino
Quella fatta da marzabuccolo e’ un analisi di una persona responsabile e non di una lecchina di turno.
Forse i miei commenti sono un po aspri ma il mio penserio e’ questo.
Se io fossi il Sindaco chiederei asilo politico in Burundi per apprendere come si governa civilmente un paese .
Caro Alberto, se avessi letto con attenzione la mia nota senza lasciarti prendere immediatamente la mano dal fuoco sacro della polemica, avresti potuto comprendere che, al di là della figura arcaica dell’intellettuale organico (posso capire il tuo anelito escatologico di un orizzonte comunista oltre la vita; non la sopravvivenza di ruoli grossolani o quantomeno inattuali rispetto ai dati del presente) io non ho inneggiato alla renitenza, né alla diserzione intellettuale. Tutt’altro. Ma continuando sulla traccia del mio primo intervento ho semplicemente tentato di chiedermi se vi saranno delle ragioni di contesto ad aver condizionato buona parte della comunità locale, forse quella dotata di maggior buon senso (uso un eufemismo per evitare toni enfatici e moralistici), a rimanere spesso fuori o esclusa (a seconda dei punti di vista) dal circuito politico ufficiale. Certo, l’accidia borghese (lo so che ameresti definirla così; ma mi spiace deluderti: Marcianise ha vantato, fino a qualche anno fa, prevalentemente un ampio e modesto ceto medio impiegatizio, benché sano e laborioso) avrà influito in misura incisiva ad anestetizzare le dinamiche sociali. Ma forse non è stata del tutto decisiva.
Ora, è evidente che non posseggo verità preconfezionate. Ma piuttosto che sentirsi rimproverare sempre la solita solfa che solo chi non fa non sbaglia, solo chi ci prova può parlare, preferisco fornire un suggerimento visuale diverso alla discussione. E con questo non ho la pretesa di affermare che sia a tutti costi quello corretto. Ma ci possiamo tentare, almeno? O dobbiamo tutti sposare il pensiero unico?
Inoltre vorrei ricordarti che, appunto, come si amava professare ai tempi dell’impegno militante, tutto è politica. Non solo quella degli iscritti ai partiti (neanche ve ne sono più!) che scelgono di battersi direttamente nella competizione elettorale; ma anche chi esercita il proprio mestiere tutti i giorni, opera le proprie scelte etiche in famiglia e nell’ambiente di lavoro, continua a far politica. Tuttavia, eviterei di commettere lo stesso errore dell’on. Squeglia: rendere il dibattito evanescente nei temi e nei riferimenti dialettici ci allontana dalle responsabilità presenti che, invece, ci obbligano a osservare e a riflettere sulle distorsioni della realtà. Le quali esigono analisi e non soltanto candidati; richiedono idee e non soltanto nomi dato che (ne abbiamo triste e recente esperienza) con la deriva personalistica addirittura si rischia di minare nelle fondamenta l’assetto democratico. Posso capire, caro Alberto, che in te adesso fiorisce la curiosità di stanarmi. Ma non ci riuscirai. Neanche con le tue simpatiche e affettuose provocazioni.
… Se mi è consentita una piccola postilla: sottoscrivo appieno quanto ha espresso Marzabuccolo nella risposta a Maria Delli Curti.
Cari “I love M” e Marzabuccolo,
che io vi sollecito a superare il nickname non é riconducibile ad una mia curiosità, che non ho mai avuto, neppure in ambiti diversi.
In ogni confronto di idee c’é la nessità di sapere da che ” pulpito viene la predica”.
Le parole vanno vagliate non solo per quello che dicono, ma soprattuto da chi sono dette: Falcone e Reina avrebbero potuto dire le stesse cose!
Probabilmente non é il vostro caso, ma chi mi assicura che dietro il vostro nome si nasconde un personaggio, al quale, per le cose che ha detto nel passato, non crederei neppure se mi dicesse di aver preso un caffè?
Con l’età avanzata e l’esperienza si diventa diffidente ed io ho l’una e l’altra!
Alberto Marino
Caro Alberto chi fa il Politico non dovrebbe fare il Professore.
Sei stato il mio Prof.di Italiano all’Itis e dopo tanti anni ho capito che la valutazione dei compiti in classe erano il frutto del tuo stampo Comunista, perche’ sai con certe idee si nasce.
Io sono del parere che gli anziani della politica si debbona fare da parte, e sopratutto il Partito Comunista che in Italia ha fatto solo danni, HANNO PENSATO SOLO AI LORO INTERESSI E NON QUEI DEI PIU DEBOLI, CHE ERA LA MISSION CHE ALL?ORIGINI SI ERANO PREFISSATI
il comitato mamme e famiglia predica bene e razzola male indovinate un neo assunto ausiliario del traffico a chi è legato e con chi milita guarda un po sono tutti uguali non esiste comitato indipendente qui;;;;;;
er “ I LOVE ME”
Gentilissimo signor I LOVE ME, anzitutto mi consenta di ringraziarLa per avermi fatto notare quel madornale strafalcione del “qua” con l’accento. Meno male che non sono un’insegnante di italiano! Con lo stesso spirito con il quale mi ha fatto questa sacrosanta osservazione, cercherò, se ne avrò tempo,in spirito di reciproco rispetto e collaborazione, evidenziarLe alcune Sue contorsioni dialettiche ,imposteLe dalla necessità di dire le cose che pensa e di cui è convinto, in un modo “politicamente corretto ed accettabile”
Tralascio tutta una serie di annotazioni ( se mi da un qualsiasi tipo di recapito, anche criptato, gliele invio direttamente) e vado al sodo.
Lei sostiene che a Marcianise c’è una sorta di “sclerotizzazione del dinamismo sociale, politico, civile” e dichiara che è suo intendimento ricercarne le cause.
Di fronte ad una enunciazione di principio così solenne, elegante,importante e seria, rimaniamo tutti in silenzio e aspettiamo con interesse l’analisi attraverso la quale, Lei arriva a questa conclusione.
L’attesa, purtroppo, è vana perché Lei, alla fine, in modo molto apodittico, afferma che la responsabilità è di due satrapi locali.
Ci aspettavamo un’analisi pari alla pregnanza dell’assunto, ci ritroviamo,invece, in un altro assunto che dovrebbe spiegare il primo. Non Le nascondo che la delusione è profonda. Non La voglio incolpare di nulla. Lei è sicuramente una persona importante, dotata di cultura solida costruita su un impegno serio e costante, di un’intelligenza viva (immagino un grande medico, un grande scienziato, un avvocato di grido, (forse, avvocato, no ; piuttosto un magistrato e non penale), di certo, però, l’analisi dei fenomeni e dei processi sociali non è il Suo forte, a meno che sull’argomento specifico in discussione Lei si muove seguendo più l’emotività e meno la razionalità, più i sentimenti o risentimenti personali meno la ragione. Questi,però, sono problemi suoi. Io mi attengo alle sue affermazioni.
La delusione cede il passo alla tristezza quando cerco di capire il sostrato culturale più profondo e nascosto su cui si fondano le Sue enunciazioni. Anche qui mi attengo scrupolosamente a quanto da Lei dichiarato.
In parole povere e liberate da quanto imposto dal politicamente corretto , Lei parte dall’idea che nella realtà di Marcianise vi sono :
– I “satrapi” cinici, interessati solo a perpetuare il proprio potere
– I “portantini” ed affini, sui quali Lei afferma “la loro presenza è sopportabile solo se chiudiamo entrambi gli occhi e se ci turiamo il naso” . Sono una “cosa”, anzi “poca cosa” (sic!). Si tratta di personaggi manovrabili perchè in politica essi “inseguono solo qualche piccola convenienza personale”
– I “sapienti” che Lei ritiene portatori di “competenze, professionalità, buon senso”, e che non hanno convenienze personali da perseguire ma sono solo desiderosi di “fornire un disinteressato contributo” . “Purtroppo, regole non scritte ma rigorosamente imposte li hanno da sempre esclusi o scoraggiati”
Veda signor I LOVE ME, io sono certa che Lei questa distinzione la opera basandosi non sulla “nascita” o sul “censo” , ma solo sulla “sapienza”, ma, mi creda, questa distinzione non è meno pericolosa e anacronistica . Si tratta, comunque, di una concezione elitaria ed aristocratica . Anche se di un’aristocrazia dell’intelletto è pur sempre una concezione manichea ed antidemocratica. Potrei aggiungere qualcos’altro ma mi fermo qua.
Il Suo ragionamento continua e si attualizza .
A Marcianise abbiamo da 40 anni (!!!!) due satrapi ( strada facendo, il satrapo diventa uno solo) che per assicurarsi il potere “arruolano i portantini , sicuri che chi è poca cosa (!) non darà mai fastidio” e,in ogni caso, “ perseguono solo qualche convenienza personale”.
Gli stessi satrapi,invece, preoccupati per la loro sopravvivenza, “hanno escluso o scoraggiato con leggi non scritte ma rigorosamente imposte chi “timidamente vorrebbe fornire un disinteressato contributo” Chi sono questi ? Sono quelli dotati di “competenze, professionalità e buon senso”
Signor I Love, ma si rende conto di quello che afferma ? Vuoi vedere che non mi sono accorta che siamo nel 2009 ? Che non stiamo più nel Ventennio ? Che non stiamo in Sud America ? Che non stiamo in una villaggio dell’Amazzonia ?
Lei parte alla grande ma poi finisce con l’immiserire il ragionamento personalizzando i processi, criminalizzando delle persone. Sono tante le domande che Le vorrei fare :
– Questi “portantini” sono stai imposti ? sono stati nominati dall’alto o eletti democraticamente ?
-Lei personalizza con nome e cognome il discorso, ma di grazia, a Caserta, a Milano, a Domodossola, a Bolzano ecc,, nelle Province, nei Consigli regionali , nel Parlamento italiano e in quello tedesco o svedese non esistono “portantini” con responsabilità pubbliche ? E’ un discorso tutto marcianisano ? Se, sì, ha ragione Lei. Se la risposta è no e, cioè , trattasi di un discorso generalizzato perché Lei lo personalizza ? Perché con tanta facilità accusa, criminalizza delle singole persone ? Ritiene veramente che la complessa realtà di una comunità, con le sue luci e le sue ombre, sia riconducibile al cinismo di qualche “satrapo” locale? Non Le sfiora l’idea che il fenomeno sia ascrivibile ad una modalità del sistema democratico ?
La verità è che, nel profondo, è questo sistema quello che Lei non accetta ! Purtroppo non può dirlo. Non sarebbe politicamente corretto!!
Nel profondo, Lei sogna un aristocratico governo dei “sapienti” del quale possono far parte gli “illuminati” , quelli che “sanno” e vi fanno parte direttamente senza essere sottoposti alla offensiva valutazione del popolo, molto spesso, ignorante.
Torniamo alle nostre domande.
– Dove sta la sua annunciata volontà di una approfondita ricerca sul campo ?
– Non Le pare di essere troppo banale, certamente non all’altezza della sua stessa intelligenza ?
– Non Le pare che rispetto al fenomeno denunciato vanno richiamate altre responsabilità, altri soggetti, altre agenzie, altri processi ?
– Volendo pure io personalizzare il problema , Le chiedo “ Ma Lei dove stava in questi 40 (?) anni?
Chi l’ha escluso ? Chi l’ha scoraggiato ? Ha subito minacce ? Intimidazioni ? Abbia il coraggio di denunciare queste cose!! La verità è che Lei non è stato nè “escluso” ( anzi, sono convinto che è stato anche,inutilmente, invitato a scendere in campo) , né tantomeno scoraggiato ( anzi, sono convinto che è stato fortemente sollecitato) . Lei, semplicemente, non ha voluto mischiarsi per non “sporcarsi”!!!!
– E ,poi, cosa significa la sua affermazione “escluso o scoraggiato chi timidamente voleva fornire un contributo disinteressato” Non voglio fare lo psicanalista , ma credo che tutto la verità sia in queste parole. L’impegno politico che è un dovere etico e morale verso i propri figli e la propria comunità, Lei lo ritiene un “contributo”, a qualcuno ( forse al satrapo!)
Un “contributo disinteressato” ? Che significa ? Cosa dice ? Non viviamo nell’Eden; viviamo in una società che presenta sperequazioni, diversità , un impasto di egoismo e di altruismo, di interessi contrari e contrapposti. Rispetto a questa situazione, bisogna prendere posizione; scegliere per gli interessi di chi impegnarsi. Ed impegnarsi sapendo che subirai attacchi , che dovrai scontrarti con chi la pensa diversamente da te. Altro che contributo disinteressato !! Solo chi ritiene che le cose vanno bene così come vanno, non sceglie, non ha interesse. Ed è chiaro che se non si hanno interessi e si vuole “timidamente dare solo il proprio contributo disinteressato” , si indietreggia di fronte al satrapo prepotente senza alcun cenno di ribellione, senza alcun tentativo di abbatterlo, senza nessun scatto di amor proprio, senza alcun fremito d’orgoglio.
E, poi, “ timidamente” . E che significa ? Che significa questa timidezza ? Da dove nasce questo timore? Quale paura ? Quella di non sporcarsi ? Quella di non voler mettersi in discussione ? Quella di non voler correre il rischio che tu possa essere contrastato, criticato, accusato, dileggiato?
Da questi presupposti culturali non nascono le satrapie, ma le tirannidi.
“Il servaggio è male volontario dei popoli ed è colpa dei servi più che dei padroni” E’ una citazione tutta partenopea. Il popolo della nostra Città non appartiene certamente alla categoria dei servi. Tutt’altro. I servi ci sono , ma sono quelli che sono servi dentro, servi del proprio egoismo, della propria convenienza, della propria immagine, della propria aristocratica appartenenza.
A Marcianise c’è voglia di impegnarsi, di confrontarsi e di scontrarsi senza paure e senza timidezze. Potrebbe bastare il ricordare il fatto che alle Amministrative abbiamo avuto sempre numerosi candidati a sindaco e sempre una decina di 10 liste con un totale di circa 300 candidati. Nessun candidato “sapiente” ? Qualcuno ha, forse, impedito, escluso o scoraggiato la presentazione di altri candidati a Sindaco e di altre liste ?
Non voglio dilungarmi. Mi creda, signor I LOVE, apprezzo le Sue doti, che non sono poche, ma non si avventuri in discorsi che Lei non “sente” . Ha una bellissima intelligenza, la sfrutti per sé e per la sua famiglia. Non si lasci prendere la mano da sentimenti o risentimenti ancestrali. Non trovi giustificazioni di comodo colpevolizzando altri. E’ vero che fare politica non significa per forza candidarsi, ma è altrettanto vero che non significa nemmeno il semplice “esercitare il proprio mestiere” o l’ancora più semplice “operare le proprie scelte etiche in famiglia e nell’ambiente di lavoro” . Se fosse questo direi che la Suore di clausura sono, politicamente, più impegnate di Lei, non fosse altro perchè le loro preghiere non sono per loro o per le loro famiglie ma per tutti gli uomini, soprattutto i peccatori. Lei la verità “vera” l’ha detta all’avv. Marino quando ha affermato “il mio anonimato (aggiungo io, il non fare politica) è imposto da esigenze professionali”. Io non so quale sia la sua professione,ma, mi pare che nessuna professione sia motivo di impedimento a poter partecipare alla vita politica. Mica è un alto prelato ?
Si guardi bene dentro !! La Sua è un’impossibilità, un’imposizione della Sua professione o una convenienza ?
Signor I LOVE , io non voglio colpevolizzarLa: ognuno ha il proprio carattere . Lei è sicuramente una persona per bene, colta, istruita, professionalmente impeccabile; avverte la necessità dell’impegno politico ma è trattenuto , frenato da preoccupazioni varie che appartengono al suo mondo interiore e che Lei scambia per esigenze professionali. Io credo che in tutto ciò non c’è nulla di male. Lo comprendo. Quello che non capisco è il Suo tentativo di esorcizzare il tutto immaginandosi satrapi e satrapie. Quello che non capisco è la facilità con la quale Lei tenta di criminalizzare e colpevolizzare chi ha speso una vita credendo in qualche idea e si è sforzato, con tutti i limiti della propria persona, di testimoniarla nel migliore dei modi. A questi la mia stima e la mia ammirazione e la mia gratitudine . A Lei il riconoscimento di una bella intelligenza e di grandi capacità cognitive. Non di più. Maria Delli Curti
Avrei voluto rispondere alla signora o signorina Maria Delli Curti. Ma trovo così differente, nelle forme e nelle modalità espressive, questa sua ultima nota rispetto a quella precedente, che ho il sospetto, piuttosto fondato, di trovarmi a rispondere ad un’altra persona. Se così fosse, tutta la discussione sull’anonimato verrebbe a cadere. In quanto si dimostra che anche i nomi e cognomi possono subìre un processo di traslazione identitaria, fino a diventare dei semplici nickname. Detto questo, comprendo il tono piccato della risposta, ma continuo a non capire come si possa contestare una verità storica, e non apodittica, come quella che ho riportato nella mia nota. Ritengo che Zinzi e Squeglia abbiano, negli anni, realizzato alcune cose buone e tante altre sbagliate. Squeglia, da sindaco, ha liberato e ristrutturato il palazzo della Cultura e ottenuto l’insediamento del liceo scientifico. Zinzi, mai stato amministratore della città, ha seguito soprattutto le sorti del nuovo ospedale di Marcianise. Ma non ricordo altre storiche conquiste ascrivibili al merito politico di entrambi. Se poi osserviamo il rapporto tra i benefici personali che Zinzi e Squeglia hanno conseguito rispetto a quelli che hanno lasciato alla collettività, allora mi consentirà, caro/a sedicente Maria Delli Curti, di non essere d’accordo con quanto lei afferma. E penso di essere in buona compagnia, non nel pettegolezzo (si figuri!) o nella corsa alle insinuazioni, ma nella oggettiva valutazione dei profili di carriera dei nostri due esimi rappresentanti. Tuttavia se lei è contenta di aver vissuto per quarant’anni in un contesto di immobilismo sociale, di asfissia politica, di mancanza di stimoli migliorativi e di progresso, non posso che rispettarla, sapendo che la consapevolezza non è una categoria dello spirito, ma il risultato cognitivo dell’esperienza, elaborazione del riflesso empirico. Mi mette persino a disagio ribadire per l’ennesima volta che non ce l’ho con gli lsu della politica che si inventano un ruolo: non è colpa loro, ma di chi li accredita e li arruola per convenienza. Comunque sia, caro/a Delli Curti, non riuscirà a convincermi che la modesta rappresentanza amministrativa alla quale facciamo riferimento nella nostra discussione trovi le sue sane motivazioni nello spirito di servizio, nella passione civile e nel’impeto di generosità verso gli altri. Non rinuncerei ad andare al cinema, a fare una passeggiata o a parlare di calcio con tutti costoro (basta che non si tratti di personaggi borderline); ma se c’è un problema serio da risolvere, sia esso di salute per me o per l’intera città, non credo che nessuno di noi due si rivolgerebbe all’ultimo arrivato, al meno esperto o a chi offre minor fiducia.
In quanto a me, io continuo ad amare la mia città e la difendo in ogni occasione, a volte rischiando persino di eccedere nel folklore del mio tifo, come chi mi conosce bene può facilmente testimoniare. Spero che lei sappia fare altrettanto, con maggiore autonomia di giudizio e con animo più sereno. Non me ne voglia, ma nutrendo il sospetto di non rivolgermi più a lei, credo sia giusto interrompere qui la nostra discussione.
In ossequio al nome del giornale, ed a quello che rappresentava nel ‘700, la discussione si è elevata di tanto che l’asticella ormai è posta ad un’altezza a me personalmente vietata, pertanto il mio intervento si discosta volutamente dai meri esercizi mentali infarciti da nozionismo intellettuale e filosofico, che se da un lato raccolgono consensi e plauso da parte di una minoranza che focalizza la forma e non la sostanza d’altro lato si allontana irrimediabilmente dal focus della discussione. Vi invito, consentitemi, a rileggervi i vostri commenti, noterete, se lo farete con umiltà e con la mente sgombra della vostra saccenteria, le contraddizioni in cui siete caduti, noterete che avete affermato tutto ed il contrario di tutto, noterete che il vostro scrivere ha, eventualmente, ingigantito il vostro super-io, ha sicuramente gratificato il vostro narcisismo, ma credetemi non ha contribuito minimamente ad arricchire la discussione né tantomeno ha indicato un percorso chiaro da perseguire. Penso che le vostre siano disquisizioni da salotto piuttosto che da caffè letterario, tutti pronti a correggere gli errori altrui per affermare il proprio sapere. Una volta è capitato anche a me, ma ho semplicemente riutilizzato il termine scrivendolo in maniera corretta, e poi chissà quante volte avrò sbagliato anch’io. A voi vi vedo tronfi ( o tronfii, chissà come si scrive ? ) a rileggervi gli interventi, dopo averli passati al vaglio per cercare la citazione giusta e l’esatta corrente filosofica da citare, vi vedo vecchi, vecchi se non anagraficamente, vecchi dentro, vi vedo intellettuali falliti, anacronistici ed insignificanti che provano con elogi reciproci e bonari rimbrotti a dare un significato alla loro esistenza fin qui vuota. Vi vedo come quei crocchi di persone ( corachiatti ? ) che si riuniscono di domenica in piazza per buttare veleno su chi cerca di fare qualcosa per la città, vi immagino professori di materie letterarie e filosofiche che dopo aver speso la vita a tartassare gli studenti con i loro insegnamenti propagandistici e di parte, a fine carriera o in pensione, mancando la materia prima o piuttosto gli studenti, vittime incolpevoli e ahimè designate, utilizzano la rete per perpetuare e mantenere in vita il loro narcisismo e la loro saccenteria. Penso che sia inutile affermare che io sto’ dalla parte di Maria delle Curti. Penso che la città avendo già fatto a meno di voi fin adesso, essendo voi persone non schierate e con la paura di perdere quell’aurea di perbenismo che potrebbe danneggiare voi e le carriere dei vostri figli nelle case dei potenti, potrà farne a meno anche per il futuro, a meno che non decidiate di spogliarvi di cotanta alterigia intellettuale e dichiariate apertamente di voler indossare le semplici ed umili vesti di servitori e di chi vuole impegnarsi per la città.
Si Tacuisses phiposophus manuisses
Facebook
Caro Pasqui,
siamo ai soliti dubbi: chi scrive Saviano o Reina?
Lasciamo stare! Tu dici essere stato mio alunno (sarà vero?) e che davo il giudizio sui miei alunni sulla base dei loro orientamenti politici.
Se così fosse stato, tu non avresti dovuto conseguire il diploma!
Se è vero, come tu asserisci, di essere stato un mio alunno, debbo proprio convenire di essere stato un cattivo insegnante, perché non ti ho trasmesso il concetto della lealtà del rapporto.
Se è vero che ho fatto l’insegnante comunista, anche qui ho mancato, avendo avuto, come risultato, le tue convinzioni, che, per me,farebbero impallidire il più convinto sostenitore della Santa Alleanza, della quale, se sei stato mio alunno,dovresti sapere qualcosa.
A chi le dico queste cose? Non lo so!
Percome sono fatto, anche a distanza di decenni, mi piacerebbe che le cose, che hai detto sul mio conto, me le dicessi, guardandoci “nelle palle degli occhi”.
Se non lo fai, non sei stato mio alunno! Stammi bene.
Alberto Marino
Gent.mo sign. I LOVE , Le premetto che Lei ha fatto bene a decidere di interrompere la discussione. Glielo avrei chiesto io per la semplice ragione che non trovo né gusto né motivazione a discutere con un interlocutore che dribbla in continuazione, svia, si nasconde e sfugge di continuo ai problemi che lui stesso ha posto sul tappeto.
Stavolta arriviamo addirittura alla “traslazione identitaria” ; non si sa se sono uomo o donna ; mi ritrovo ad avere una scarsa “autonomia di giudizio” , un “animo” poco sereno. Non bastava “la riflessione insensata” della nota precedente.
Le assicuro che non sono queste osservazioni a mandarmi in crisi. C’è un solo rischio per me : quello di rispondere per le rime, ma non voglio scendere a tanto.
Una cosa è certa: non sono questi diversivi che Le permettono di sfuggire al confronto; di sfuggire alle domande che Le ho posto e su cui Lei non ha risposto; di sfuggire, soprattutto, a se stesso. Rilegga le mie note e le accetti veramente come un “disinteressato contributo”.
Le rammento per l’ultima volta i termini della questione :1) Lei ha parlato di 40 anni di “immobilismo sociale, di asfissia politica” ecc 2) Ha affermato che voleva riflettere sulle “ragioni di contesto” 3) Un percorso di riflessione non c’è stato; ci ha propinato immediatamente la sua soluzione : i satrapi.
Io sommessamente Le ho posto solo una domanda “ Lei, che poteva con la sua intelligenza, aiutarci a fare fuori i satrapi e a ridare dinamismo alla vita sociale e politica della nostra Città, dove stava ? Dove era nascosto ?
Attraverso queste domande rivolte a Lei, ho tentato di approfondire la discussione : verificare se per caso c’erano anche altre responsabilità come , ad esempio, la fuga e la mimetizzazione dei “sapienti”, degli “intellettuali” locali.
Da qui le sue acrobazie dialettiche, il suo delirare ( nel significato letterale del termine !) , i suoi diversivi; i suoi tentativi sottili ma pacchiani di farmi apparire “difensore d’ufficio” dei satrapi. Veda non ho alcun interesse a ricoprire tale ruolo, ma su una cosa, lo confesso, sono estremamente prevenuta : il sentire una forte ammirazione per tutti quelli che credono in qualcosa e si impegnano nella vita sociale ( non mi importa il loro colore politico, non mi interessa quali sono le idee in cui credono e che magari mi trovo anche a contrastare e a combattere); si figuri che qualche volta mi sono ritrovata a sentire una sorta di comprensione perfino nei confronti degli estremisti. Questa ammirazione è tanto grande quanto grande è il rifiuto di quanti si chiudono nel proprio “particolare”, di quelli che pensano solo alla carriera, di quanti vivono senza passioni e senza fremiti . Il rifiuto diventa indignazione nei confronti di quanti hanno talenti e non li fanno fruttificare. L’indignazione diventa sdegno nei confronti di quanti assurgono a giudici di una storia dalla quale essi, per interesse contrabbandato con “esigenze professionali”, si sono tirati fuori o hanno tentato “timidamente di offrire il proprio disinteressato contributo” . Signor LOVE ME , i satrapi si combattono a viso aperto per abbatterli, non si tenta “timidamente di offrire il proprio disinteressato contributo” . Maria Delli Curti
P. S. Signor LOVE, la mia professione mi ha portato a leggere le Sue note con grande attenzione; ne sono venute fuori analisi e considerazioni che, in spirito di collaborazione, ( sono ancora in debito con Lei per il “qua” ) Le vorrei comunicare, ma non ritengo giusto farlo in una pubblica discussione. Mi servirebbe solo per farmi un po’ di pubblicità, ma questa non mi interessa.
Mi indichi un modo come farglieLe recapitare con tutte le garanzie di segretezza per Lei.
E bravo Facebook che conclude con una preziosa citazione latina il suo intervento contro l’altrui saccenteria.
Immagino che tu veda anche me come un corechiatto, un pensionato che alimenta il proprio ego scrivendo su questo sito dopo aver tartassato per anni incolpevoli studenti.
Peccato che io vada a lavorare al mattino e me ne torni a casa di sera.
Caro mio, quanto sei fuori strada.
Comunque, prendo atto che viviamo nel migliore dei mondi possibili(Leibniz?).
A proposito, qual era il focus della discussione?
Marza
Vorrei porre una domanda a Maria Delle Curti: le analisi fin qui fatte sono insufficienti, carenti, viziate da codardia e narcisismo.
Lei nutre ammirazione per quelli che lottano con passione; include tra questi i nostri più significativi uomini politici?
E qual è la sua analisi della nostra società, della nostra condizione?
Da 1 a 10, che voto darebbe?
Potrei sapere, in caso di voto insufficiente, lei che spiegazioni dà, se individua responsabilità da parte di chi e in che misura?
Mi creda, sono davvero interessato ad un suo giudizio e non vi è nulla di provocatorio in queste domande che le pongo.
Ringraziandola anticipatamente
Giuseppe Balsamo
Credo che facebook abbia detto tutto: è come coloro che ce l’hanno con Saviano perché ha dileggiato il “buon nome” dei casalesi e dei casertani, ma mai che si siano indignati contro il vero male della nostra terra. E’ come coloro che manifestano contro le discariche d’emergenza aperte a Marcianise (che raccolgono i nostri rifiuti alimentari e non quelli atomici) e ritenute impropriamente giacimenti cancerogeni, ma mai che siano stati sfiorati dal pensiero che, forse, nella nostra città, per vivere meglio, sarebbe opportuno lasciare le auto a casa e uscire tutti in bicicletta piuttosto che produrre inquinamento vero da monossido di carbonio. Insomma, il solito benpensante che per coprire le proprie lacune addita come tronfia la normale ed educata capacità di esprimersi altrui. Ma sì, sembra di essere ripiombati ai tempi della rivoluzione culturale maoista. Che pena! Caro Marzabuccolo, ci hanno già condannati. Il pluralismo delle voci è visto come un pericolo. Addirittura una buona punteggiatura e un sufficiente patrimonio lessicale fanno così paura da generare quasi effetti destabilizzanti. Ora il/la Delli Curti mi vorrebbe sottoporre ad analisi: ma si può essere più arroganti? E’ proprio vero che come ripeteva quel tale (meglio non far sfoggio di citazioni precise)”il sonno della ragione genera mostri”.
p.s.: per il/la Delli Curti: nella sua precedente e lunghissima nota delle 10,50 ho incrociato un’altra sua lieve distrazione: c’era un “da” verbo senza accento che nella nostra comune lingua (quella che spero sia condivisa anche da lei) indica la preposizione semplice. Io credo che se lei indagherà a fondo, troverà che anche i suoi svarioni grammaticali hanno, probabilmente, una radice psicologica da tenere sotto osservazione. Ci provi, su. E mi faccia sapere.
Caro Marza, prima di andare a letto, sai è tardi e domani si va al lavoro, e fortunatamente aggiungo, ci tenevo a risponderti. No, non ti reputo un pensionato che si sollazza a scrivere per alimentare il tuo io né tantomeno un corechiatto, non eri tu l’obiettivo del mio commento. Mi dispiace, che lo hai pensato, se lo vorrai più avanti potremo esprimerci su temi più materiali. Circa il focus della discussione, si è già espressa la sig.ra , per me le donne sono tutte signore, Delli Curti prima e sicuramente meglio di come lo avrei fatto io. Last but not least , come dicono gli inglesi, non penso che il nostro sia il migliore dei mondi, ma sicuramente il principio dell’unità del molteplice è proprio affascinante.
facebook
(Volantino integrale, diffuso domenica, 8\29, in Piazza)
O si cambia o si “sciarma” tutto!
Le passerelle sono finite: sforziamoci di accettare che la Città si è liberata di un incubo, che tutto quello che è successo è stato prodotto da un maldestro sgambetto e andiamo avanti. Facciamo nostro un vecchio ed ottimistico adagio marcianisano:”care ‘o muro e s’acconcia ‘a via!”.
Non mi sono mai espresso sul valore etico dell’Amministrazione Fecondo, né voglio farlo ora: i giudizi morali sono sempre correlati alla visione della vita di chi li esprime, cosicché facilmente si può sbagliare.
Il mio giudizio politico, invece, è stato netto: un’Amministrazione dominata dagli inciuci, dai contrasti e da manie napoleoniche.
Sul piano delle realizzazioni, a parte i retorici e reboanti annunci, non si è visto niente di concreto: la disoccupazione è aumentata e le condizioni generali di vivibilità della Città si sono ulteriormente aggravate.
Il dato più preoccupante che l’ha caratterizzata è stato il netto distacco tra Città e Palazzo: da una parte i cittadini, dall’altra gli amministratori!
Percome sono andate le cose, nel mio giudizio, l’Amministrazione reintegrata deve cambiare registro, girare pagina.
Questa prima fase di riorganizzazione non è proprio incoraggiante: chi sbandiera di controllare un consistente numero di consiglieri, chi organizza un nuovo gruppo autonomo, chi lancia messaggi di ricatto. Si stanno comportando come se in questa città non fosse successo niente; vi voglio ricordare che ogni patologia, anche dopo la guarigione, lascia postumi, di cui dobbiamo tener sempre conto!
E’questo il momento in cui la politica deve dimostrare grande coesione, superando risentimenti, personalismi e facendo lo sforzo di cui la Città ha urgente bisogno.
Le cose da farsi le conosciamo tutti e, con la buona volontà politica, si possono fare.
Non mi piaceva l’Amministrazione Fecondo e, la reintegrata, ricostituita come prima, non può avere che lo stesso effetto! La si deve cambiare e pervaderla di uno spirito nuovo, capace di coinvolgere i cittadini negli atti e nei provvedimenti che produrrà.
La condivisione collettiva del suo operato potrà far superare il distacco e la diffidenza tra Città e Palazzo.
Non è facile, ma non c’è un’altra strada: una riedizione della passata Amministrazione non ci farà uscire dal pantano, perché non ci dà il segnale del cambiamento e, quindi, la credibilità della politica perderà altri pezzi.
Non ricorrete alle solite toppe, che finiscono per essere più brutte dello strappo che si voleva coprire; abbandonate, almeno per ora, il manuale Cencelli e, più che guardare alla quotazioni dei partiti, riflettete su cosa serve alla Città.
Se non può nascere questo spirito nuovo, è inutile arzigogolare: è meglio “sciarmare” tutto ed andare a nuove elezioni!
Con quello che è successo ho ancora la speranza che le nascoste energie intellettuali e culturali della Città escano dalle “riposte mura” e che i cittadini usino più raziocinio nella scelta dei loro rappresentanti istituzionali.
Ancora una volta Gramsci mi ha fregato con il suo “ pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà”.
Alberto Marino
Carissimo Professore Marino le devo dare due brutte notizie la prima mi sono Diplomato la seconda mi sono Laureato.
Lasciamo stare! Tu dici essere stato mio alunno (sarà vero?)
Professore lei e’ Stato all’ITIS DI MARCIANISE?
Anno 1990 1991(su per giu’) prima di passare al Pedagogico?
Ha insegnato nella sezione 3 G e poi quarta?(ricorda era composta anche da ragazze)
Non voglio entrare in polemica con lei sul metodo di correzione degli scritti, ma a me ha dato questa impressione.
Professore per due anni, consecutivamente se il compito era farina del mio sacco o veniva copiato il voto era sempre lo stesso 5 con tre segni meno vicino.(INCREDIBILE IO PRIMA CHE LEI LO CORREGGEVA GIA ANNOTAVO IL VOTO).
Se avro’ il piacere di incontrarla mi avvicinero’ e gli diro’ Profess… io sono quell’ex alunno che pensa che forse era meglio che si applicava di piu’ a fare il professore e non il politico;
gli diro’ anche che il comunismo come i comunisti non esistono piu’, come anche i fascisti e’ la destra;
le diro’ anche che oggi siamo governati da un pagliaccio “Berlusconi” e che l’opposizione e’ fatta da Veltrusconi;
ogni politico pensa ai propri interessi e quelli che lo circondano “i cosidetti lecchini” e non agli interessi della collettivita’
Inoltre la invito a farsi una bella gita nel nord est del nostro bel paese e si accorgera’ che noi non arriveremo nemmeno fra 1000 anni alle loro condizioni.
Tutto questo per colpa DELLA POLITICA MA PURTROPPO LA COLPA E ANCHE NOSTRA.
Ora le faccio una domanda perche’ giuro non la capisco… ma lei che intezioni ha, che aspirazioni ha visto i bassi consensi ricevuti in passato?
Perche’ quando c’e’ stato il fallimento della IXFIN (780 famiglie), nessuno di voi si e’ fatto sentire?
Cosa farete se manderanno l’esercito a Marcianise vista escalation criminale?
Laureato??? Non me ne volere, ma se scrivevi così anche nel ’91 il 5 era regalato! Il giornale è letto in tutta Italia, evitiamo queste figure!
Francamente rimango basito. Caro i love me, avevi iniziato bene con i primi commenti, raccogliendo anche qualche consenso, ma ormai stai mostrando la corda; che c’azzecca Saviano, i rifiuti alimentari, le biciclette, il perbenismo , le mie lacune e via narrando. Cerca di dare giudizi sui contenuti, non essere tranchant a prescindere, se vuoi vai a leggere i miei commenti, non sono mai stato asservito a chicchessia, nè tantomeno al perbenismo di facciata, e poi stè menate di questa superiorità intellettuale, del fraseggio e del patrimonio lessicale incomincia ad essere stantia e ammuffita. Cerca di dare un contributo sostanziale alla discussione, se vuoi. Inizia a rilevare, parlando di biciclette, inquinamento e di mobilità urbana che il monossido di carbonio da te citato e l’anidride solforosa stanno subendo una notevole riduzione nei rilievi dei monitoraggi delle centraline urbane, rispetto ad un incremento di emissioni di ossidi di azoto dovuti a processi di combustione per il riscaldamento domestico e al traffico auto veicolare. Colma le tue lacune, magari dopo una salutare passeggiata in bicicletta, studiando le concentrazione nell’aria di biossido di azoto, che assieme al particolato sottile e all’ozono rappresentano la vera minaccia per le città, vedrai che piano piano , arriverai anche a sapere qualcosa sul protocollo di Kyoto.
Facebook
A me viene un dubbio. I commenti a quest’articolo sono per il sostegno che i Popolari Democratici daranno all’Amministrazione Fecondo. Sostegno che pare debba passare anche per un rimpasto di giunta, con nomi nuovi a garanzia di un rinnovamento.
Legeng a freddo tutti i commenti, e dubidando fortemente che le persone chè si sono firmate siano veremante loro, ho l’impressione che sia stata furbamente spostata la discussione su fatti di politica generale e non sugli uomini che la realmnete dovrebbero rappresentare questa nuova fase.
Ho l’ipressione he anche i più affezzionati frequentatori del blog siano caduti nel tranello.
Provate a riportare gli uomini al centro della politica con le loro capacità e la loro credibilità, Se però quando si parla di uomini gli unici due restano Squeglia e Zinzi, la politica di questa città sarà sempre una lotta sottile tra Guelfi e Gibbelini.
Sarebbe meglio approfondire con lealtà il profilo di coloro che sono individuati a cariche pubbliche, quali procedure vengono adottate per la loro individuazione, sono sponsorizzati da big o hanno in dote un buon numero di voti e quindi questo basta.
Ecco, forse siamo andati fuori traccia, il tema era il sostegno dei Popolari Democratici e la loro vera fase di rinovamento.
Ecco perchè credo che qualcuno proprio dei Popolari Democratici, sotto altro nome, abbia voluto evitare di lavare i panni di famiglia in una pubblica discussione come questa.
Discutiano di qualsiasi cosa ci pare ma attenti ma attenti a non scivolare su terreni di gioco che fanno colomodo solo a qualcuno.
La politica oggi ha la necessità di pasare attraverso un profondo rinnovamento di uomini, peccato che Socrate, Facebook, Marzaboccolo, Alberto Marino, Maria Delle Curti,(forse Piero Squelglia) e tanti altri si siano fatti confondere.
Il rischio che tutto ciò che si è scritto sul rinnovamento della politica, finisca per essere rappresentato dai soliti noti.
Grazie
Caro Facebook, ma sei stato compagno di scuola di Jeremy Rifkin? E’ mancata solo la lezione sulla trazione ad idrogeno alla tua saccente invettiva. E meno male che il narcisismo, l’esibizionismo, l’ostentazione (ma non la corretta prosa, purtroppo: tu addirittura passi dai soggetti plurali al verbo singolare con la stessa disinvoltura di uno sbadiglio) non sono connotati poco diffusi a Marcianise. Ti faccio i miei complimenti per quanto hai scritto finora (davvero), ma su altri temi. Non su quello della mediocrità della rappresentanza politica locale, dato che sei intervenuto un po’ a naso di cane, senza argomentazioni, ma solo sulla spinta del fastidio che gli inconsapevoli manifestano quando la discussione si fa un po’ più analitica (tu diresti altezzosa). E poi, io ti ricordo da sempre vicino a Squeglia (e non ci sarebbe nulla di male confessarlo). Passo e chiudo.
Sei nato comunista, io no.
No. Non sono stato, ahimè, suo compagno di scuola, non ne ho né l’età anagrafica né il percorso di studio, io mi sono fermato alle superiori, come giustamente evidenzi tu, facendo rilevare i miei tempi verbali sbagliati. Ma andiamo nella sostanza, forse è meglio, ma dov’è ? nei tuoi commenti, ed in quelli a cui ci riferiamo non l’ho vista, aiutami a capire questa discussione analitica su che cosa verte, te ne sarò grato e se lo troveremo reciprocamente auspicabile, si potrà anche imbastire una sorta di discussione. Non ho mai asserito che politica locale ed in generale i suoi esponenti siano ( c’ho azzecato, o un altro cazziatone ?) la migliore espressione della città (cfr. in miei commenti). Prendo per buona, e come un complimento, la tua affermazione circa le mie vicinanze politiche. Sai perché ? perché dimostra in maniera netta ed inevocabile che non mi lego agli uomini ma alle idee, il legame deve suggellare un’identità di vedute, personalmente non sono mai stato un assertore del centralismo democratico, in politica come nella vita. Ritengo Squeglia, persona a me cara, il migliore politico emerso nella città negli ultimi 30 anni, sebbene ultimamente non mi trovi d’accordo con il percorso politico da lui intrapreso, ma, bada bene non nel sostanza, bensì nella forma, non capisco questa ambiguità di posizionamento, che ti fa’ stare in un posto e prevedere di andare in un altro. Ma questa è la politica, bellezza.
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Sono davvero spiecente che la sig.ra/ina Delle Curti non abbia preso in considerazione le questioni che le ponevo.
Peppe x Maria Delle Curti
Servirebbe un taglio netto col passato. Il sindaco proponga una giunta tecnica e apartitica, e nomini gli assessori dalla lista di disoccupazione del collocamento, almeno gli stipendi della pubblica amministrazione andranno a favore di chi ne ha realmente bisogno
Vorrei commentare queste vostre osservazioni ma onestamente non ne trovo le motivazioni. Siamo sopraffatti dalla mediocrità della nostra classe politica locale , ben guardinga a fare quadrato intorno al potere che essa gestisce a danno della comunità,tale da farmi pensare che questo paese affogherà sempre di pù nell ‘ arretratezza sociale , civile ed economica che da anni ci contraddistingue. Vorrei essere fregato anch’io dal pessimismo dell’intelligenza e dall’ottimismo della volontà di Gramsci, come il professore Marino, ma non ci riesco.Sarò catastrofico nelle previsioni ma forse sono solo più realista. Sarà un caso ma da alcuni giorni si rivedono cumuli di immondizia che brucia, persino nei pressi del nuovo Ospedale.
Per il sign.Balsamo. Intanto signora e con prole. Mi scuso con Lei per il ritardo. Le assicuro che solo per caso mi sono collegata con Caffè Procope. Generalmente è un piacere che mi riservo per il sabato e la domenica. Ho visto che mi ha posto delle domande, però avevo preannunciato che non sarei intervenuta più sull’argomento ed intendo tenere ferma la mia decisione. Mi scuso con Lei e con le tante persone che hanno partecipato alla discussione. Sarà stata anche colpa mia, ma credo di aver trovato un interlocutore sbagliato. A me piace molto il confronto anche quello duro e spigoloso purchè, però, sia costruttivo. Non mi piacciono gli arroccamenti, le chiusure “a riccio” che possono essere anche capite come estremo tentativo di spirito di conservazione, ma sono insopportabili quando significano il rifiuto dell’altro, l’incapacità ad ascoltarlo, a mettere se stesso e le proprie convinzioni in discussione davanti alle argomentazioni dell’interlocutore. Questo per me è il confronto. Questo è il confronto che arricchisce. E’ evidente che esso richiede disponibilità intellettuale, umiltà, consapevolezza che la verità è ricerca costante e che essa può nascondersi anche in un testo sgrammaticato. Ora, se la discussione ci arricchisce vale anche la pena mettersi a leggere e ad intervenire. Se non è così, è pura perdita di tempo e questo non possiamo permettercelo. Purtroppo oltre alle mancate risposte a domande che tentavo di porre, mi sono trovato di fronte ad un interlocutore che ha incominciato a parlare di “traslazioni identitarie”, confondendo la cifra stilistica con il tono modificato per “adattarsi” all’interlocutore. Nel continuo tentativo di sfuggire si è incominciato a mettere in dubbio la mia identità, ad usare “o/a”. Mi creda non so trovare giustificazione a questo comportamento. Io cambiata ? Cambiate le “modalità espressive”? Purtroppo per lui a rispondergli ero sempre io, con la stessa testa, con gli stessi limiti,
forse un poco irritata, ma sempre io. L’unica cosa cambiata : il computer utilizzato perché, non trovandomi a casa e non volendo privarmi del gusto della risposta, avevo utilizzato quello di un familiare. Non mi pare,però, che questi apparecchi possano modificare la ” forma e la modalità espressiva”. Adesso, però, basta. Oltretutto ho visto che I LOVE è ritornato in cattedra. Adesso è passato anche alle schedature delle persone che esprimono commenti. Non mi meraviglio più di tanto anche se mi piacerebbe proprio che si autoschedasse prima di fare questo esercizio con gli altri. Signor Balsamo, mi scuso con Lei per lo sfogo. Le prometto che mi sono annotata le Sue domande. Le ho trovate serie ed intelligenti. Ritengo di avere risposte abbastanza semplici e chiare, su cui mi farà piacere confrontarmi con Lei . Mi permetta, però, di rinviarle. Mi auguro che la tensione si stemperi e possiamo ragionare con calma. Cercherò di essere il più esaustiva e documentata possibile. Le assicuro che ( quando posso ) leggo volentieri i suoi commenti ; li trovo garbati, sereni, interessati al confronto. Troverò l’occasione per procurarmi il piacere di discutere con Lei. Maria Delli Curti