I carabinieri del nucleo operativo di Caserta hanno smantellato un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, estorsione e illecita concorrenza nel mercato delle onoranze funebri. Dalle prime ore dell’alba, in varie località delle province di Caserta e Napoli, i carabinieri di Caserta stanno eseguendo 17 ordinanze di custodia cautelare per “associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, estorsione ed illecita concorrenza nel mercato delle onoranze funebri”, notificando anche 8 divieti di dimora nella provincia. Tra le persone colpite da custodia cautelare Gaetano Cerreto 35 anni e Raffaele Cerreto 60 anni di Marcianise.
Le imprese funebri coinvolte sono Vecchione di Santa Maria Capua Vetere e altre della zona dell’agro aversano e di Marcianise, tra cui Last Travel, Cerreto, Imparato Funeral Home, Ferrara, Corvino, mentre gli infermieri tratti in arresto sono Antonio Chianese e Antonio Cammarota di Caserta e Domenico De Marco di Castel di Sasso.
In particolare, è stato accertato che gli impiegati della sala mortuaria dell’Ospedale Civile di Caserta procuravano solo ad alcune imprese di pompe funebri (organizzatesi su base territoriale all’interno della provincia di Caserta) i dati anagrafici delle persone appena decedute nei vari reparti dell’ospedale casertano, così consentendo a tali imprenditori di giungere tempestivamente in ospedale per il trasporto della salma e per l’organizzazione dei funerali, lasciando così intendere ai familiari delle persone decedute che tale servizio fosse convenzionato con la struttura sanitaria pubblica.
In cambio, i titolari delle pompe funebri corrispondevano agli impiegati dell’ospedale di Caserta somme pari a 200 euro per ogni funerale organizzato, così da consentire a ciascun impiegato di incassare illecitamente circa 6.000 euro pro capite mensili, spesso incassate dagli impiegati “a domicilio”, ossia recandosi direttamente – con cadenza mensile – presso le sedi delle imprese funebri coinvolte nelle indagini.
Il sistema corruttivo era talmente collaudato e radicato nel sistema della gestione della sala mortuaria dell’Ospedale di Caserta che ogni impresa funebre favorita dalla prestazione dei pubblici impiegati ricorreva alla sistematica dazione della somma illecita in favore dei pubblici impiegati, tanto che è stata ipotizzata – allo stato delle indagini – l’esistenza di un sistema corruttivo “ambientale”, ossia talmente radicato nella abitudini illecite dei protagonisti da non richiedere alcuna condotta di trattativa o di persuasione nel raggiungimento dell’accordo illecito.
Il giro di affari illeciti stimato dagli investigatori ammonta a diverse decine di milioni, tale essendo il volume di affari che le imprese di pompe funebri della provincia casertano registrano nei loro bilanci.
Le imprese funebri organizzate nel sistema delittuoso appartengono al territorio di Santa Maria Capua Vetere, dell’agro Aversano e della zona di Marcianise.
Le indagini hanno consentito di accertare, altresì, inquietanti fatti di intimidazione realizzati nei confronti di coloro che non sottostavano a tale accordo; sono stati infatti analizzati episodi di violenta intimidazione durante lo svolgimento di funerali “fuori territorio” ad opera di alcuni titolari di pompe funebri che – mediante condotte intimidatorie, commesse anche con l’uso di armi – hanno impedito che altre imprese di pompe funebri potessero liberamente svolgere ed organizzare funerali in contesti territoriali diversi da quelli pattuiti tra loro con i pubblici impiegati dell’ospedale di Caserta.
Complessivamente, il GIP di Santa Maria Capua Vetere ha applicato la custodia cautelare in carcere a 17 persone, gli arresti domiciliari ad altre 5 indagati ed il divieto di dimora in Caserta per altre 8 persone sottoposte ad indagini preliminari, così accogliendo quasi integralmente la richiesta cautelare della Procura della Repubblica.