♥ Isola pedonale in Piazza Carità
La nuova piazza Carità ha soddisfatto molti e scontentato altrettanti. Ma al di là dell’arredo urbano e della nuova veste architettonica c’è un altro stimolante argomento che si presenta agli opinionisti marcianisani: isola pedonale o parcheggio? Da qualche settimana, infatti, ai lati della piazza sono comparsi i segnali stradali che indicano che l’antica agorà marcianisana è inibita alla circolazione perchè area pedonale. La cosa è sembrata a molti la naturale evoluzione dell’uso della piazza (altrimenti tanto valeva non procedere alla riqualificazione), mentre per molti altri la piazza dovrebbe diventare un mega parcheggio. E’ convinto di quest’ultima soluzione il personale medico e paramedico dell’Asl Distretto 33, ad esempio, che nel vecchio nosocomio ha provveduto a trasferire alcuni degli uffici prima presenti in viale XXIV Maggio. Così come ne sono convinti gli esercizi commerciali presenti in Piazza Carità e nelle immediate vicinanze. Ma più di tutti ne è convinto il parroco Don Vincenzo Schiavone, che vorrebbe per i fedeli della sua chiesa un posto per parcheggiare quando di domenica vi si recano per ascoltare la santa messa. Quest’ultimo, in epoca di secolarizzazione, non è un motivo da sottovalutare.
♠ Aprile cade a Novembre: le cifre del “Polo” attrattore di debiti
Come avevamo preannunciato il Polo della Qualità è in profonda crisi. Le dimissioni di Guglielmo Aprile hanno scoperchiato la pentola di una situazione sempre più in ebollizione. L’ultimo bilancio dell’esercizio 2007 approvato nel mese di settembre 2008 chiude con una perdita di 1.083.116 euro. Non ci sono soldi nelle casse, i soci non fanno i rogiti, le aziende fornitirici devono essere pagate e battono cassa tramite i loro legali attraverso decreti ingiuntivi.
Le ragioni alla base della crisi del Polo della Qualità sono molteplici: un sovradimensionamento della struttura, una progettazione architettonica sbagliata, la dispersività del luogo (su tre piani con oltre 12 km di vetrine che nessun comune mortale può vedere in una sola giornata), il costo elevatissimo dei locali, l’improvvisazione del management, l’idea di fare una grande speculazione immobiliare. Ma le ragioni di una crisi così profonda sono da ricercarsi soprattutto nella dinamicità delle nuove realtà commerciali sorte o sorgenti, per intanto, nei dintorni della struttura (Centro Commerciale Campania, Outlet Capri Due, Oromare, Vulcano Buono).
In tutto questo, però, Guglielmo Aprile non ci sta a passare per capro espiatorio e scrive una lettera ai soci del Polo dove spiega di non “essere scappato” ma di essersi dimesso per contribuire al meglio alla risoluzione dei problemi. Per Aprile la causa di tutti i mali sta, oltre che nella cattiva congiuntura economica internazionale, nel fatto che il Polo non è andato ancora a regime e per dimostrare ciò sciorina numeri e cifre: su 270 soci solo 104 hanno stipulato gli atti definitivi di compravendita dei moduli e di questi moduli solo 150 su un totale di 670 sono regolarmente allestiti.
♦ A.A.A. Cercasi ubicazione concerie
La Conciaria Volturno di Santa Maria Capua Vetere ha iniziato l’iter di liquidazione. Parallelamente alla dismissione dell’Industria Conciaria e alla messa in cassa integrazione degli operai, c’è l’ipotesi di cessione a soggetti eventualmente interessati all’unica realtà industriale di rilevanza nel territorio casertano. Tale evento risente della possibilità di una riallocazione in un’altra area industriale. A tal proposito si parla di Marcianise o Gricignano. Se così fosse, si ripeterebbe l’eventualità di ospitare sul territorio di Marcianise ciò che con molta determinazione la città e le forze politiche (in particolar modo l’allora Partito Comunista Italiano), respinsero con forza negli anni ottanta quando si prospettò l’evenienza di concentrare nella nostra città il polo conciario che poi, a seguito delle proteste popolari, prese la strada di Solofra.
♣ Coca Cola al “solvente industriale”
Le analisi eseguite dal «Navy and Marine Corps Public Health Centre» della Virgina, sull’acqua di Casal di Principe, Marcianise, Villa Literno e Arzano avrebbero individuato nell’area altissimi livelli di «componenti organiche volatili, bioprodotti presumibilmente derivanti da solventi industriali». A seguito dei primi rilievi fatti a settembre su 166 case e ripetuti nel mese di novembre, su 11 abitazioni in particolare, al personale statunitense che vive in quelle città è stato chiesto di lasciare le abitazioni occupate perchè l’acqua sarebbe compromettente per la loro salute. Gli ufficiali che risiedono in quei territori devono, quindi, trasferirsi nella base della US Navy di Gricignano. Intanto l’Asl competente ha fatto sapere che l’acqua è potabile e su essa vengono effettuati numerosi e continui controlli. Qualcun’altro ha fatto notare che gli americani dovrebbero spiegare meglio ed in maniera precisa dove e come hanno effettuato prelievi e analisi. Anche perchè l’acqua che sgorga dai rubinetti di Marcianise è la stessa utilizzata dalla Socib, il secondo imbottigliatore italiano, per dimensioni e fatturato, della multinazionale americana Coca-Cola, che vende 360 milioni di litri di bevande all’anno.
Comunque la notizia ha allarmato qualche amministratore. In particolare, il sindaco di Casal di Principe è andato su tutte le furie chiedendo al Viminale tutela per i suoi concittadini e domandandosi: “perché l’acqua è inquinata per gli americani e potabile per noi?”. Nell’attesa che la triade commissariale decida se il problema sia di “ordinaria” o “straordinaria” amministrazione, i cittadini di Marcianise continueranno a bere acqua minerale.
I dibattiti sulla politica e sui massimi sistemi sono bella cosa, temi che affascinano e coinvolgono persone con posizioni diverse, tutti però, sotto un certo punto di vista, condivisibili. Essi afferiscono la retorica, l’immaginario, la visione diversa del problema, ma non per questo, senza contribuire positivamente in un ambito di dialettica e di confronto civile. Ben altra cosa è ciò che attiene alla salute pubblica, in questo campo c’è bisogno di certezza, di risposte precise ed inconfutabili, ciò che va bene per una persona o per una insieme di persone di qualsiasi razza e colore, deve andare bene per tutta la collettività.
In questo campo l’Italia con le sue leggi, non impara nulla da nessuno, in special modo nell’ambito e nei controlli di natura sanitaria ed alimentaria. Sarebbe perciò auspicabile che gli uffici sanitari, le asl, l’arpac, gli uffici provinciali e regionali, gli enti eroganti che vigilano sulla salvaguardia delle acque del suolo e del sottosuolo diano un parere vincolante sulla questione a cui peraltro, mi sembra che non sia stato dato neanche il rilievo che merita dalla stampa “ufficiale” . Assunto ciò penso che ci siano delle domande a cui bisogna rispondere, se non altro per dare al cittadino un briciolo di conoscenza del problema se non la certezza sullo stato dell’arte. Da parte mia cerco di dare un modesto contributo in base al mio sapere.
Le acque degli acquedotti dopo essere emunte dal sottosuolo o da altra sorgente naturale, vengono convogliate e raccolte in grosse vasche di cemento, dove viene aggiunto cloro in % di legge, che serve per abbattere gli inquinanti organici. Tutte le acque in uscita dalle vasche sono soggette a continui prelievi ed analisi, circa la loro potabilità. Pertanto è da escludere nella maniera più categorica che le acque consortili, nel tratto dei collettori, non rispondano ai requisiti di legge. Il problema inizia ad essere fuori controllo nel momento in cui ci sono gli stacchi dal collettore ed i relativi ingressi nei paesi. In questo ambito si trova di tutto, fogne che perdono ed inquinano, pozzi artesiani, collegamenti senza valvole di non ritorno, attacchi abusivi e chi più ne ha più ne metta. In poche parole, ritengo che se inquinamento c’è, è da imputare alla rete cittadina, tra l’altro i controlli quando ci sono avvengono sul punto di consegna, ed è evidente che l’inquinamento può stare a valle del prelievo, quindi fuori dal monitoraggio. Entrando però nel merito della faccenda, una sola domanda voglio porre alla massima autorità cittadina in materia sanitaria o a chi ne fa le funzioni in questo momento, cioè la triade commissariale: Possiamo bere l’acqua del rubinetto ? i cittadini lo vogliono sapere ? lo pretendono !
Gli aspetti legati alla base Nato, agli alloggi fittati agli americani, ai solventi chimici ed alla cocacola sono strumentalizzazioni che possono aspettare per essere trattate in seguito.
E’ veramente imbarazzante leggere oggi, a lavori quasi ultimati, della destinazione ancora sconosciuta di una piazza riqualificata. Ma mi chiedo cosa ha pensato e che idea aveva colui che ha promosso la riqualificazione della stessa?Forse ha pensato iniziamo i lavori e poi vedremo? Quest’atteggiamento della forza politica mi sa tanto di disorganizzazione, mancanza di idee, e soprattutto di disinteresse della piazza stessa e d’interesse individuale. Magari per i politici l’opportunità di riqualificare un qualcosa viene visto come opportunità di dare l’INCARICO e guadagnarsi qualche voto in più??? Per me è l’unica spiegazione…!!!
Sinceramente non vedo perchè si stia discutendo di una cosa scontata.
Mi spiego con la DEFINIZIONE DI PIAZZA:
” Per piazza in urbanistica si intende un luogo racchiuso all’interno di un centro abitato più largo delle strade che vi convergono in maniera che si crei un spazio di raccolta.
La piazza ricopre svariate funzionalità: esistono le piazze parcheggio che offrono il loro spazio per la sosta dei veicoli; la piazza mercato che serve ad ospitare i venditori ambulanti; la piazza centrale che il più delle volte coincide con il luogo dove si affacciano gli edifici principali sede del governo della città o quelli religiosi;
Tuttavia gli aspetti fondamentali di una piazza possono essere indicati in uno spazio aperto, prerogativo della città, circondato da edifici in genere di valenza pubblica, fornisce ritrovo fra le persone di una collettività urbana, in essa si svolgono funzioni che interessano la persone che vivono in quel momento la città ed in base alla sua importanza sarà più o meno frequentata.”
Allora mi chiedo: perchè snaturare la definizione di PIAZZA? Ancora mi chiedo: se il suo utilizzo doveva essere quello del PARCHEGGIO, perchè investire somme ingenti per un arredo urbano di prima classe?? Si potevano evitare alcune panchine? La disposizione delle panchine poteva essere differente? Ma questi erano quesiti da fare in fase di start-up progettuale e non a lavori ultimati..
Personalmente credo che la piazza debba essere a traffico limitato e debba essere promossa come luogo d’incontro, magari con l’organizzazione di eventi e con la presenza di locali commerciali/ricreativi. Farla gestire ai proprietari di attività potrà sicuramente portare diversi benefici come la pulizia, il corretto uso contro gli eventuali atti vandalici etc..
Insomma, facciamo si che questo sforzo di rinascita non sia vano come lo è stato con diverse piazze di Marcianise, vedi piazza Padre Pio, piazza Pertini e la stessa piazza Umberto I.
Alessandro
Colgo una profonda schizofrenia; si passa da una discussione (innescata da Giovenale)circa le modalità percorribili per rendere la Città a misura di bambini ( e non solo), discussione da cui emerge una sensibilità (finalmente!) per spazi vivibili, per corsie pedonali, per piste ciclabili, per ZTL, per un commercio vissuto passeggiando, al dubbio se trasformare o meno Piazza Carità in un mega parcheggio.
Domanda peraltro oziosa, dato che v’è già una disposizione che rende l’area non fruibile da autovetture;si tratterebbe piuttosto di farla rispettare, questa disposizione, di mandare qualche volta un vigile a farsi una passaeggiata e comminar multe.
I fedeli vadano a piedi a messa; non sanno che la strada del Paradiso è in salita?
Ugo
noooooooo! le concerie vi prego no.
sono avide di acqua pura per trasformarla in feccia velenosissima. facciammo attenzione antenne aperte su questo argomento.
Di nuovo sta storia delle concerie?
Steveme scars ‘a munnezz??
Concordo per le concerie, sono munnezza, ma noi chi siamo per impedirlo?, se le vogliono mettere le mettono, “money make the world go around”…buon caos a tutti.
antimo
Ex piazza carità? per carità…no comment.
Il buongusto non è mai stato nostro compaesano. non ne faccio colpa a nessuno, gente con la casa in panna montata barocca non può certo saper scegliere gli applique giusti.
Io ci farei il parcheggio, almeno serve a qualcosa.
…voglio motivare quanto detto oltre il mio superficiale sarcasmo.
…tutti i lavori di ristrutturazione di piazze, strade, etc.. realizzate a marcianise hanno sempre scatenato discussioni sul gusto e sulle scelte, potremmo farne un elenco, la splendida piazzetta principe di napoli, il recinto serviva a tenerci dentro o fuori? su questo ho ancora dubbi. L’imponente “rotonda” posta all’ingresso di marcianise, via roma, la piazza umberto, via santoro, e potrei continuare. Citiamo il velodromo? nooo, troppo!
Io non ho competenze in materia quindi non sono in grado di giudicare, se non per il mio gusto personale, prendo atto del fatto che a marcianise questi lavori vengono affidati a persone si competenti, ma sicuramente di dubbio gusto.
E’ difficile capire che, percome sta combinata Marcianise, é un errore metterci la cravatta! Cari signori,( scusatemi il plurale, ma vuole essere solo un eufemismo)a guidare l’azione amnministrativa in questa fase dev’essere l’emergenza!
A proposito della cravatta, eccovi la storiella.
Un poverissimo padre di famiglia si presenta a casa, giulivo, e comunica di aver trovato per istrada un portafogli con mille euro.
Riunisce la numerosa famiglia e dà la bella notizia: ” Con questi 1000 euro voglio comprare 3 cravatte “Marinella” per me e per i primi due figli!”.
Ho l’impressione che le “manie napoleoniche” si stiano ripresentando con la loro carica di delirio di onnipotenza anche in questa fase di riorganizzazione dell’Amministrazione integrata.Ne sono una prova, “si parva licet componere magnis” ( se è lecito paragonare le cose piccole alle grandi), la lettera alla Società Autostrade, la lettera ai circoli in piazza e l’ostinazione su Piazza Carità.
Dovrebbe togliervi ( temo che quel (vi) sia ancora un eufemismo) il sonno, in questa fase, la necessità di organizzare una Giunta con nuovi criteri e affrontare le emergenge della Città, che sono tante.
Siamo alle solite: nihil sub sole novum!
Alberto Marino