La notizia del licenziamento di tredici guardie giurate da parte del Consorzio Oromare e pubblicata dalla stampa alcuni giorni fa, sembra essere passata del tutto inosservata dai Sindacati, dalle Autorità locali e dalle Forze politiche della città.
Tredici giovani marcianisani, assunti con contratto a termine, direttamente dal consorzio, dietro sollecitazioni di alcuni politici ed ex amministratori, si sono visti dare il ben servito dal Consorzio con motivazioni, a dir poco fumose.
Con poche formalità le tredici guardie sono state preavvisate che per mancanza di fondi che la Regione non aveva disposto ad assegnare al Consorzio, non si era quindi finanziariamente in grado di provvedere alle loro prestazioni d’opera e per tanto non dovevano più presentarsi al lavoro.
Motivazioni, certamente non veritiere in quanto lo stesso consorzio, subito dopo il licenziamento dei tredici giovani sembra abbia affidato lo stesso servizio ad una ditta privata con personale non di Marcianise.
Rimangono, invece, alle dipendenze di Oromare alcuni parenti ed amici degli amici degli amministratori, fortunatamente tutti ex, i quali hanno concesso a questo insediamento sul nostro territorio enormi facilitazioni e talvolta, chiudendo entrambi gli occhi di fronte al mancato rispetto di talune clausole onerose previste nell’accordo di programma.
Questi sono, purtroppo i brillanti risultati delle tante promesse di eliminazione totale della disoccupazione giovanile, ricordate in ogni occasione e pubblicate su tutta la stampa.
Non sappiamo quanto essi credessero nell’attendibilità di ciò che si prometteva.
Ma questo episodio è sconcertante perché avviene nell’indifferenza e nel totale silenzio di quei politici che questi giovani avevano raccomandato.
Sembra legittimo il dubbio che, come già avvenuto altre volte in prossimità di scadenze elettorali, il risultato fosse stato concordato con l’azienda e quindi non si ha oggi alcuna possibilità di intervento.
È un episodio gravissimo di malcostume politico che la pubblica opinione deve conoscere e che non giovani non possiamo tollerare e non vogliamo che ciò accada nuovamente in futuro.
Tutta la nostra solidarietà va ai nostri coetanei licenziati e invitiamo le Autorità locali e gli Organi di governo e i Sindacati ad intervenire al fine di perseguire ogni possibile tentativo per la loro riassunzione.