- Caffe' Procope - https://www.marcianise.info -

La dittatura delle minoranze e l’esercito dei “sanfedisti”

Uno spettro si aggira per la città: la decadenza. Un potere non rappresentativo ci governa e gli spazi gestionali sono occupati da persone di dubbia competenza. La città è abbandonata a se stessa: tonnellate di rifiuti lasciati per strada a “bollire” sotto il sole; semafori e fontane spente; strade sporche e dissestate; cittadini smarriti perchè senza un punto di riferimento. E’ il periodo più buio della storia della città.
In questo stato di totale confusione, piccole e sparute minoranze, assolutamente non rappresentative di niente, se non dell’ansia di uscire da un momento di disagio, occupano spazi a loro non deputati dalla democrazia e senza nemmanco l’alibi di avere qualche professionalità da spendere. Non bastava la prepotenza della camorra e l’assogettamento che il potere economico-imprenditoriale di fatto instaura in una città che soffre insieme al Mezzogiorno di una disoccupazione smisurata. Siamo costretti a subire anche un insieme di burocrati che fino ad ora ha caratterizzato la propria presenza con una serie di nomine di persone che dovrebbero aiutare la macchina amministrativa a funzionare meglio e che, almeno per adesso, la stanno ingolfando all’inverosimile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Una situazione, quella odierna, che calza a pennello solo a quei pochi mediocri che in situazioni ordinarie non avrebbero voce in capitolo, non perchè non in diritto di dire la propria opinione, ma perchè portatori di una cultura settaria, fondamentalista e poco incline alla discussione democratica. Minoranze estremiste che per superare la loro evidente frustrazione sono disposti a gridare sempre più forte per farsi sentire perchè impotenti dinnanzi alla logica e al buon senso. Un esercito di “sanfedisti”, o meglio un plotone, controrivoluzionari, vittime di questo nostro tempo decadente, che approfittano degli spazi lasciati da una borghesia menefreghista e da un illuminismo “vigliacco”, in fuga verso altre mete, lontano da quì.
Un esercito di “sanfedisti” usati come uno strumento da un notabilato sempre presente in questa nostra disgraziata città che, privato democraticamente del potere, è disposto a svendere la propria patria per avere un’altra chance, più facile, a buon mercato.

Giacob Jnò